Nuestra America

 

 

 

Strategia e giornalismo


Caracas: XI Congresso della Federazione Latinoamericana dei Giornalisti (FELAP)

 

 

3.09.12 - R.Tamayo www.granma.cu

 

 

“Quando si sta in Venezuela, si calpesta un suolo strategico nell’attuale cambio delle relazione del potere in America Latina, i Caraibi e il mondo”, ha segnalato il presidente della Federazione Latinoamericana dei Giornalisti (FELAP), Juan Carlos Camaño, inaugurando il XI Congresso dell’organizzazione.

 

Il giornalista argentino ha identificato ugualmente lo svolgimento  a Caracas  dell’incontro:

 

“Si tratta, indubbiamente di un incontro solidale, impegnato. Un’occhiata alla costruzione di un giornalismo contro-egemonico, popolare, partecipativo”.

 

“Non è un’ alternativa, ma un modello, io credo, di fronte al terrorismo di Stato, di mercato e mediatico che hanno imposto per più di cento anni i poteri imperiali,  che oggi si manifestano nella loro più aberrante espressione.

 

Il Venezuela rappresenta nei tempi che corrono l’esattezza della bilancia, l’asse d’equilibrio della contemporaneità.

 

Lo è perchè è  la più genuina rivoluzione del XXI secolo, perchè conta con una maggioranza  popolare radicale, progressista, e per la guida  del presidente Hugo Chávez, ha ricordato Camaño, uno dei protagonisti della storia che Fidel, già dagli anni ’80, vedeva e prevedeva”.

 

Il XI congresso della FELAP si è installato, re-incorporando i comunicatori venezuelani, attraverso la Piattaforma dei Giornalisti, che riunisce più di mille membri del sistema nazionale di media pubblici  e privati.

 

Agli inizi del decennio scorso la FELAP espulse il Collegio Nazionale dei Giornalisti del Venezuela, per l’appoggio dato al colpo di Stato fascista contro Chávez, nell’aprile del 2002.

 

Questo Collegio costituisce - ed è così anche oggi - un sindacato la cui elite sequestrò la rappresentazione dei giornalisti e continua a coprire gli interessi dei grandi media nazionali e multinazionali ed i poteri egemonici che questi rappresentano.

 

Con la parola d’ordine “La nostra comunicazione  non sarà censurata”, il XI Congresso della FELAP risalta che “Il giornalismo deve seguire il cammino che percorrono i nostri popoli, perchè l’impegno non è solo professionale ma è e sarà sempre politico”, e chiama alla lotta per far sì che l’informazione e la comunicazione siano senza concessioni, e che la FELAP, con i popoli della regione e i governi progressisti, marci e sia uno stimolo  dell’integrazione di Nuestra America.

 

Partecipano a questo incontro i rappresentanti di organizzazioni di professionisti del continente e di altre regioni. La delegazione cubana è guidata da Tubal Páez, presidente della UPEC, e dai vicepresidenti Aixa Hevia e Antonio Moltó.

 

Inoltre partecipano la premio nazionale di Giornalismo  José Martí 2012, Irma Cáceres, e la membro del Comitato Nazionale della UPEC, Miozotis Fabelo e membri del gruppo della stampa  cubana che attualmente accompagnano i cooperanti dell’Isola che svolgono  missioni sociali in questo paese sudamericano.

 

Durante l’apertura del Congresso sono stati ricordati vari membri fondatori della FELAP, il presidente d’onore dell’organizzazione, Ernesto Vera, di Cuba, e il cileno Hernán Uribe con il venezuelano Eleazar Díaz Rangel.

 

Uribe e Díaz Rangel, su proposta di Tubal Páez, primo vice presidente dell’istituzione  continentale, sono stati dichiarati nel primo accordo della riunione, presidenti onorari della Federazione Latinoamericana dei Giornalisti, come il boliviano Iván Canelas.