Nuestra America - UNASUR

 

UNASUR ha sospeso il Paraguay

 

MERCOSUR approva l’ingresso del Venezuela

e ratifica la sanzione politica ad Asunción

 

 

30.06.12 - www.granma.cu

 

 

I membri dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) hanno deciso in un vertice straordinario svolto in Argentina di sospendere, temporaneamente, il Paraguay da questo meccanismo regionale sino alla realizzazione di nuove elezioni in questo paese.

 

La decisione, annunciata dal ministro degli esteri argentino, Héctor Timerman, al termine del Vertice, completa la risoluzione adottata poco prima dal MERCOSUR, che a sua volta ha sospeso il Paraguay ed ha approvato l’entrata del Venezuela nel blocco.

 

PL ha informato che gli accordi sono stati stabiliti in precise risoluzioni adottate dalle presidentesse del Brasile e Argentina, Dilma Rousseff e Cristina Fernández, rispettivamente, e dal presidente dell’Uruguay, José Mujica.

 

Il Brasile ha appena assunto la presidenza pro tempore dell’organismo.

 

Il documento riferito all’entrata del Venezuela definisce il processo d’integrazione come uno strumento per promuovere lo sviluppo integrale, per affrontare la povertà e l’esclusione sociale, basato nella solidarietà, la cooperazione e la complementarietà.

 

Inoltre è stata convocata una sessione speciale il 31 luglio prossimo a Río de Janeiro. per procedere all’ammissione ufficiale e chiamare i paesi sudamericani ad unirsi per approfondire il processo di crescita e l’inclusione sociale realizzati nell’ultimo decennio.

 

Da Caracas, il Presidente Hugo Chávez ha definito ‘storica’ l’inclusione del Venezuela come membro pieno del MERCOSUR, la cui entrata era vietata solamente dal Parlamento del Paraguay.

 

“La decisione del MERCOSUR ha dato una lezione di etica ai fori autoritari che restano ancora in America Latina e nei Caraibi, eredi delle dittature”, ha detto ancora Chávez.

 

In relazione alla sospensione del Paraguay, Cristina Fernández ha spiegato che: “Questa misura resterà vigente sino a quando si svilupperà un processo democratico che installi nuovamente in questo amato paese la sovranità popolare, con elezioni libere e democratiche”.

 

Ha detto anche che non saranno applicate sanzioni economiche, perchè : “Tutti i popoli della CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi) abbiamo respinto le sanzioni economiche, perchè non le pagano mai i governi, ma solamente ipopoli”.

 

 

 

UNASUR avanza nella lotta

contro il crimine organizzato

 

 

7.05.12 - www.granma.cu

 

 

L’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) ha diramato la sua strategia contro l’insicurezza ed il crimine organizzato stabilendo la creazione di una nuova entità, subordinata allo stesso organismo, che coordini questa lotta.

 

Circa trenta tra ministri della Difesa, dell’Interno, della Giustizia, della Sicurezza e degli Esteri appartenenti ai dodici paesi membri, riuniti a Cartagena de Indias, hanno firmato una dichiarazione nella quale hanno riconosciuto l’importanza di intraprendere una lotta congiunta attraverso il nuovo ente.

 

I ministri hanno suggerito "la creazione di un Consiglio con il proposito di rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza per i cittadini, la giustizia ed il coordinamento delle azioni contro il crimine organizzato transnazionale, avendo cura di non sovrapporre le funzioni con altri enti esistenti all’interno di Unasur".

 

Inoltre, hanno disposto che il gruppo di lavoro che svilupperà il progetto, nel quale sarà presente un delegato di ogni paese, valuti questo nuovo organo che dovrà ‘’coordinarsi ed integrarsi ’’con l’esistente Consiglio Sudamericano sul Problema Mondiale della Droga (CSPMD).

 

Secondo quanto riportato da Efe, la maggioranza dei paesi hanno votato per la creazione di un’istanza indipendente mentre solo tre hanno optato per ampliare le azioni dell’attuale CSPMD, rivolte a combattere la coltivazione, il traffico ed il consumo di droghe, il traffico d’armi, di esplosivi, di persone ed il riciclaggio di denaro.

 

La creazione di un ulteriore consiglio all’interno di Unasur implica che ogni paese designi una squadra che sotto la guida della Segreteria Generale si riunisca due volte l’anno, secondo quanto ha spiegato ai giornalisti l’ex Cancelliere colombiana María Emma Mejía.

 

Nelle prossime settimane ognuno dei paesi determinerà la propria delegazione, in accordo alla propria architettura istituzionale, mentre Mejía prepara gli statuti che presenterà il prossimo 11 giugno a Bogotà ai cancellieri dell’organismo, prima che siano approvati dai mandatari dei dodici paesi membri.

 

Il primo presidente a conoscere questa proposta in anteprima è stato il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, che ha assistito alla chiusura della riunione di lavoro ed ha ascoltato l’esposizione fatta dal ministro della Difesa del paese, Juan Carlos Pinzón.

 

Santos ha considerato la proposta "un passo nella direzione corretta", ha ringraziato i ministri ed ha dichiarato: "sono sicuro che i mandatari accoglieranno nella prossima riunione i vostri suggerimenti perché è la cosa logica da fare".

 

Da parte sua, Pinzón ha valutato che ci sarà "un franco consenso in Sudamerica sul bisogno di affrontare in maniera coordinata le diverse espressioni del crimine transnazionale", ed ha augurato che questo appuntamento di Cartagena sia ricordato come l’occasione nella quale la regione decise di definire la sua lotta coordinata contro la delinquenza transnazionale.

 

Tra le proposte contro il crimine organizzato e l’insicurezza c’è stato spazio anche per fare emergere la volontà di ampliare le istituzioni di Unasur in materia dei diritti umani.

 

Tanto il ministro degli Esteri del Venezuela, Nicolás Maduro, come il titolare della Difesa dell’Ecuador, Miguel Carvajal, hanno mostrato l’interesse di fronte ai giornalisti di creare una corte sudamericana dei diritti umani che faccia parte di uno dei meccanismi di integrazione regionale dell’America Latina ed i Caraibi.

 

All’iniziativa ha aderito anche il cancelliere boliviano, David Choquehuanca, che ha dichiarato a Efe che la Comunità degli Stati Latinoamericani deve in concreto "dotarsi di strumenti della regione e per la regione".

 

"Dobbiamo implementare misure per poter lavorare in osservatori elettorali, istanze di controllo della gestione dei diritti umani e contro la corruzione. Però che siano nostre e senza dover aspettare che altri ci dicano come agire con parametri e formule lontane dalla nostra realtà", ha aggiunto Choquhuanca.

 

L’Eroe cubano José Martí

presente in Unasur

 

 

20.03.12 - www.granma.cu

 

 

Il pensiero dell’Eroe cubano José Martí è stato presente durante l’inaugurazione della riunione dei ministri della Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), che si è svolta in Asunción capitale del Paraguay.

 

Il ministro delle Relazioni Estere del paese anfitrione, Jorge Lara, nel suo discorso inaugurale dell’appuntamento dedicato ad esaltare la necessità dell’integrazione dei paesi latinoamericani e dei Caraibi.

 

Il grande José Martí diceva: “È giunta per l’America spagnola l’ora di dichiarare la sua seconda indipendenza, e per questo è importante incontrare quello che ci unisce come progetto futuro, per avanzare a tutti i livelli e con tutti i meccanismi possibili in questo processo d’integrazione”, ha detto.

 

La volontà politica per l’unione e la necessità di questa sono state sottolineate nel suo discorso, quando ha segnalato che è necessario agire come regione, per rendere viabile il modello autonomo, sovrano e indipendente.

 

“Assistiamo all’approfondimento di tensioni che si generano nella cornice di questa crisi strutturale, che ha l’esigenza di trasformazioni produttive e di progetti e pensieri alternativi, per avanzare nell’unità della regione”, ha dichiarato più tardi.

 

Il ministro venezuelano Nicolás Maduro, ha ricordato che ci sono alcuni che guardano solo verso il nord e non piace loro se si rende realtà l’unità dei popoli della regione, ed ha sostenuto che i latinoamericani e caraibici stanno modificando realtà e concetti, con la nascita di strumenti come L’ALBA, la CELAC y la stessa UNASUR, con ottiche differenti, ma per la difesa dell’indipendenza e la sovranità delle nazioni.