I
media
internazionali, tutti al servizio del grande capitale, sono sempre
impegnati a screditare i paesi che decidono di ribellarsi allo
strapotere USA. E’ sicuramente il caso del Venezuela, la più grande
riserva petrolifera del mondo, da anni al centro degli attacchi di tutti
i media del mondo, impegnati costantemente a screditare l’operato del
suo governo.
Oltre ai media, l’attacco al Venezuela è portato anche da istituzioni ed
organismi internazionali, come la SIP (Società Americana della Stampa),
la OEA (Organizzazione degli Stati Americani), la Corte di Giustizia
della OEA ed il Fondo Monetario Internazionale ed altri; tutti
ovviamente sanzionano l’operato del governo venezuelano nel rispettivo
campo di azione. Ognuna di queste azioni, tutte tendenti a screditare
l’operato del governo venezuelano, può essere facilmente smontata. In
questo articolo cerchiamo di smontare l’attacco che sta portando al
Venezuela il Fondo Monetario Internazionale, con i suoi dati economici
manipolati e tendenti a farlo passare come il paese un basso tasso di
sviluppo per il prossimo quinquennio (vedasi tabella finale),
rilegandolo addirittura all’ultimissimo posto nella graduatoria dei 184
paesi membri.
Il Venezuela, nei decenni passati, come tutti i paesi dell’America
Latina ha sofferto molto le regole dei banchieri usurai del FMI, ma da
quando al governo è arrivato Hugo Chavez, ha cessato ogni relazione di
dipendenza con questa organizzazione internazionale.
I politici venezuelani, sul finire degli anni ottanta erano ricorsi ai
prestiti del FMI e come tutti i paesi che ricorrono a tale organismo
finiscono per essere strangolati ed il popolo letteralmente affamato. La
fame fu tanta che il popolo non ebbe altra via che ribellarsi al FMI ed
al governo venezuelano di turno; la ribellione, che assunse i connotati
di una prima rivolta contro gli usurai del FMI, esplose in tutta la sua
virulenza il 27 febbraio del 1989 e passò alla storia come Caracazo. La
rivolta fu stroncata nel sangue dalla feroce reazione governativa, che
fini per provocare migliaia di morti. Il numero esatto della repressione
del Caracazo, alla data attuale, non è stato ancora accertato.
Il Caracazo fu all’origine dei cambiamenti in atto attualmente in
Venezuela e dei due tentativi di ribellioni militari, il primo dei quali
portato avanti dall’attuale presidente Hugo Chávez, nel 1992; il
tentativo di Chávez fallì, ma il popolo non lo dimenticò. Dopo essere
uscito dal carcere Hugo Chávez, nel 1998, raggiunge la presidenza
attraverso una elezione democratica; da allora è stato rieletto due
volte: nel 2000, sulla base della nuova costituzione emanata nel 1999 e
poi nel 2006; nel 2012 ci saranno le nuove elezioni presidenziali e
Chávez verrà sicuramente rieletto; attualmente, a dieci mesi dalle
elezioni, tutti i sondaggi lo danno vincitore con non meno del 55% dei
voti ed oltre 20 punti percentuali di vantaggio sul più immediato
avversario.
La sua politica di redistribuzione delle ricchezze nazionali fra tutti
gli strati della popolazione ha finito per scontrarsi con gli interessi
della vecchia oligarchia che controllava il paese e soprattutto la
produzione di petrolio. La rendita derivante dal petrolio andava
esclusivamente nelle tasche della oligarchia, lasciando nella più
completa miseria i due terzi della popolazione; ovviamente l’oligarchia
godeva dell’appoggio degli Stati Uniti che praticamente si
impossessavano del petrolio venezuelano a prezzi irrisori.
Questo scontro con la vecchia oligarchia e con gli USA è sfociato in
vari tentativi di colpi di stato, tra cui quello riuscito per 47 ore,
l’11 aprile del 2002, sconfitto dalla reazione del popolo. Tra il 2
dicembre del 2002 ed il 2 febbraio del 2003 ci fu un altro tentativo di
abbattere Chavez tramite il boicottaggio dell’industria petrolifera che
per due mesi è rimasta quasi totalmente inoperante, buttando sul
lastrico l’intero paese. Con gli anni Hugo Chávez, grazie alle sue
politiche sociali ed al conseguente appoggio della maggioranza del
popolo è riuscito a sostenersi nel potere. Ovviamente la vecchia
oligarchia dominante ed i media mondiali hanno sempre cercato di
screditare il suo operato.
Questo tentativo di screditare il governo ed il Venezuela è portato
avanti con ogni mezzo; noi intravediamo nel Fondo Monetario
Internazionale uno di questi mezzi.
Ovviamente ognuno usa le armi a disposizione per cercare di opporsi alla
Venezuela di Chávez: l’oligarchia non ha mai rinunciato all’idea di
ritornare al potere, sia per la via elettorale che per la via del golpe;
i media nazionali ed internazionali utilizzano l’arma del discredito,
parlando sempre male del governo. Quali sono le armi che utilizza il FMI
per screditare il Venezuela? Il Fondo Monetario cerca di screditare
l’operato del governo attraverso i dati, che pubblica due volte
all’anno. Il FMI non si limita a pubblicare gli studi sull’economia dei
vari paesi, ma per ognuno dei suoi stati membri (184) effettua anche
studi di previsione.
Ovviamente, mentre i dati reali non possono essere manipolati, quando
effettua analisi di previsione può facilmente manipolare i dati di quei
paesi che non adottano politiche gradite agli USA ed all’occidente; è
questo il caso del Venezuela.
Riguardo i dati reali, i dati del PIL, il FMI per il 2009, ad esempio,
non ha potuto fare altro che certificare addirittura il sorpasso del
Venezuela all’Argentina; infatti, per la prima volta nella sua storia il
Venezuela, nel 2009 è stata la seconda economia dell’America del Sud,
alle spalle del Brasile.
Il FMI approfittando della svalutazione operata nel 2010 dal Governo
venezuelano della propria moneta, il Bolivar, tira fuori previsioni
molto negative per il futuro a breve e medio termine del Venezuela,
ossia per il quinquennio 2011-2016.
Il FMI due volte all’anno, ad aprile e settembre/ottobre, aggiorna tutti
i dati (economici, monetari, finanziari e sociali) dei suoi membri; in
più, fra un aggiornamento e l’atro effettua aggiornamenti parziali,
riguardanti alcuni dati, solo per i paesi più importanti. I dati
economici, per ogni paese, vengono riportati sia in moneta nazionale che
in dollari; orbene analizzando I dati del Venezuela (vedasi immagine
dello screenshot del sito web del FMI al mese di aprile del 2011 ed al
mese di settembre del 2011) riguardanti il PIL in moneta nazionale si
nota che siamo di fronte ad un paese in forte sviluppo, con una crescita
media del 30% all’anno, nel periodo 2010 - 2016. Ovviamente nessuno si
sofferma a leggere i dati di un paese in moneta locale, andando a
visionare i dati in dollari che permettono di paragonare le economie dei
vari paesi. Qui noi riteniamo intervanga la manipolazione, ovvero un
tentaivo di screditare il paese agli occhi dell’opinione pubblica
internazionale, facendolo apparire come un paese stancato che prima va
in recessione e poi cresce leggermente, arrivando nel 2016 ad avere
praticamente lo stesso PIL del 2009.
C’è di più; ogni sei mesi, quando fanno l’aggiornamento dei dati, sono
sempre costretti a rivedere al rialzo i dati del PIL in dollari
dell’ultimo anno e degli anni immediatamente seguenti per il Venezuela e
per quei paesi che cercano di screditare.
Se ad esempio, confrontiamo i dati del PIL in dollari del Venezuela del
settembre 2011 con quelli dell’aprile 2011, troviamo una crescita per
quanto riguarda l’anno appena passato (2010) e gli anni immediatamente
seguenti (2011-2012) e poi un peggioramento per quelli seguenti.
Praticamente questo modo di agire del FMI nei confronti della Venezuela
di Chávez si è mantenuto constante.
Venezuela: PIL in BS e
$. Anni: 2009 - 2016. Dati aprile 2011
http://www.nexusedizioni.it/UserFiles/Image/articles/tabella.gif
Venezuela: PIL in BS e $. Anni: 2009 - 2016. Dati settembre 2011
http://www.nexusedizioni.it/UserFiles/Image/articles/tabella2.gif
Come riescono i tecnici del FMI nel miracolo di trasformare un paese che
loro stessi dicono abbia un ritmo di crescita annuo del 30% in un paese
in recessione? Semplice, manipolando il valore del cambio
bolivar-dollaro. Nel 2010 il governo venezuelano ha preferito svalutare
la propia moneta (sul tema invitiamo a leggere nostro articolo “La nuova
politica monetaria del Venezuela”); i volponi del FMI, approfittando di
questo evento puntuale assumono arbitrariamente che la moneta del
Venezuela si svaluterà anno dopo anno. In questo modo, attraverso questa
svalutazione del tutto arbitraria del bolívar, agli occhi dell’opinione
pubblica mondiale, si fa apparire il Venezuela come un paese in perenne
recessione, salvo ogni anno dover aggiornare i dati consolidati.
Nel 2012 ci saranno le elezioni e quindi in questo modo cercano di far
passare a livello internazionale l’idea di un paese in recessione,
quindi di un governo incompetente che il popolo ben può bocciare nelle
urna. Invece, il Venezuela non è un paese in recessione, ma in forte
crescita ed il popolo appoggia maggioritariamente il suo amato
presidente e quindi lo rieleggerà sicuramente. Cosa si propone il FMI
con questo suo atteggiamento? Al momento dei risultati, che ovviamente
daranno per vincitore a Chavez, l’opposizione griderà alla manipolazione
dei dati, all’imbroglio elettorale da parte del governo e tutti i media
internazionali riprenderanno tale concetto perchè nessun popolo rielegge
un presidente che ha portato il paese allo sfascio ed in recessione,
come dimostrano i dati del FMI! I dati manipolati dal FMI possono essere
invocati dalla opposizione per giustificare a livello internazione
l’imbroglio elettorale!
La realtà è molto differente da quella dei dati prospettati dal FMI. Il
Venezuela è un paese in forte crescita e lo sarà ancora più di quanto
dicono anche i dati in moneta locale.
Nel corso del 2011 è stata lanciata una nuova missione, la “Mision
Vivienda”, ossia un progetto per dotare tutte le famiglie venezuelane
che vivono in baracche, di un appartamento dignitoso.
In Venezuela, stando ai dati raccolti durante il lancio di questa
missione, ci sono circa due milioni e mezzo di famiglie che vivono in
baracche. Il governo tramite questa missione si propone di fornire a
queste due milioni e mezzo di famiglie un appartamento entro i prossimi
5/6 anni; ossia nei prossimi cinque o sei anni si costruiranno in
Venezuela due milioni e mezzo di appartamenti.
Dal mese di giugno e fino a settembre si è svolto in Venezuela un
censimento delle famiglie che hanno bisogno dell’appartamento, appunto
per stabilire l’esatto numero degli appartamento che è necessario
costruire per sradicare il problema delle baraccopoli.
Non solo saranno costruite oltre due milioni di appartamenti, che di per
se determinerà un forte sviluppo economico, che ovviamente i tecnici del
FMI hanno omesso di prendere in considerazione, ma alla base del
progetto c’è la costituzione di imprese che produrranno i materiali
necessari alla costruzione delle abitazioni: cemento, mattoni, ferro,
ceramica, tubi, porte, finestre, elettricità e tutto quanto è necessario
per la costruzione di edifici, che apporterà un ulteriore sviluppo al
paese; e c’è da aggiungere ancora che tutti gli appartamenti verranno
consegnati ammobiliati, forniti del mobilio e di tutti gli apparati ed
elettrodomestici necessari a vivere in modo confortevole, come
l’impianto di aria condizionata, frigorifero, lavatrice, cucina, forno a
microonda, scaldabagno, ecc…
Aggiungiamo ancora, che questa missione non si limita alla sola
costruzione degli edifici, ma apporterà alla società ulteriori elementi
di sviluppo; infatti, questi nuovi quartieri sono concepiti come
incubatori di attività economiche, sociali, educative e ricreative,
ossia accanto agli edifici veri e propri si costruiranno centri
commerciali ed imprenditoriali, scuole e centri ricreativi, ossia tutte
attività che alimenteranno la creazione di posti di lavoro per gli
abitanti della nuova zona residenziale; queste costruzioni non sono
concepite come i classici quartieri dormitori che si sviluppano
generalmente alle periferie delle grandi città.
Parallelamente alla “Mision vivienda” sono state lanciate o stanno per
essere lanciate altre missioni che hanno il compito di sradicare
definitivamente ogni sorta di povertà dal Venezuela. Infatti, malgrado
gli enorme successi ottenuti in questi dodici anni di governo
(1999-2011), in cui gli indici di povertà e di povertà estrema si sono
più che dimezzati, continua a persistere una fascia di povertà estrema
che si stima attorno all’8/9%.
Si è comprovato che le sacche di povertà si ritrovano soprattutto tra
gli anziani, le ragazze-madri e le famiglie con figli handicappati.
Ovviamente molti appartenenti a queste fasce sociali si ritrovano a
vivere nelle baraccopoli e quindi vedranno risolto il problema abitativo
attraverso la Mision Vivienda.
La missione “Amor mayor”, ossia “Amore maggiore” ha il compito di
fornire una pensione equiparata allo stipendio minimo (circa 300 euro
mensili, oltre ad una tredicesima a Natale equivalente a tre mesi extra
di pensione ed una quattordicesima ad agosto equivalente ad altri tre
mesi extra) a tutte le donne di almeno 55 ed a tutti gli uomini di
almeno 60 anni (stranieri compresi) che hanno un reddito inferiore allo
stipendio minimo. In sostanza, viene introdotta in Venezuela la pensione
sociale e la pensione di vecchiaia per tutti, rispettivamente a 55 anni
per le donne e 60 per gli uomini, che non avendo versato contributi o
non avendo raggiunto il minimo contributivo (15 anni) fino ad ora non
avevano diritto ad alcuna forma di pensione.
La missione “Figli della patria” è rivolta a fornire un reddito (anche
in questo caso equivalente allo stipendio minimo) ed una qualificazione
professionale a tutte le ragazze madri con figli minorenni; rientra in
questa missione l’assistenza alle famiglie con figli con problemi di
handicap; in questo caso l’assistenza economica, medica e materiale sarà
permanente, indipendentemente dall’età del figlio con problemi di
handicap.
La missione “Buon Vivir”, ossia del vivere bene, permetterà a tutte le
famiglie, anche alle più povere, attraverso sussidi e facilitazioni, di
poter acquistare tutti gli elettrodomestici (Televisione LCD,
frigorifero, lavatrice, cucina, forni, aria condizionata, ecc…); in
collaborazione con la impresa cinese Heider è prevista la costruzione di
una grande fabbrica di elettrodomestici, che dovrà servire sia il
mercato nazionale che quello latino-amerciano; nel frattempo,
considerati i tempi tecnici necessari alla costruzione della fabbrica,
per quest’anno sono arrivati direttamente dalla Cina 3 milioni di
elettrodomestici, in vendita nei grandi magazzini dello stato
(Bicentenario, PDVAL e Mercal), capillarmente diffusi sul territorio
nazionale.
La missione “Turismo”, come indica il nome, favorirà il turismo e la
mobilità interna ed internazionale con i paesi dell’ALBA e dell’America
del Sud e Caraibica. Fino ad ora il Venezuela e le sue stupende risorse
ambientali erano praticamente usufruibili solo da alcuni fortunati
strati sociali della borghesia e dai turisti stranieri; per esempio
l’arcipelago Los Roques o il Churu Menú, la cascata più grande del mondo
erano praticamente inaccessibili al venezuelano. Attraverso lo sviluppo
di una rete di hotel statali (categoria 4 e 5 stelle, ma accessibili a
tutti) e l’incentivazione di una capillare struttura alberghiera privata
si permetterà l’accoglienza di milioni di turisti all’anno. I
venezuelani saranno incentivati a viaggiare e conoscere tutto il
Venezuela attraverso facilitazioni e finanziamenti.
Il turismo internazionale si sta sviluppando materialmente grazie alla
nuova linea aerea statale “Conviasa” che sta aprendo nuove rotte
all’interno dei paesi dell’Alba e dell’America del Sud e Caraica ed agli
accordi internazionali fra i suddetti paesi, che permetteranno la
mobilità senza visto e senza passaporto.
Infine, nel 2012 sarà lanciata una nuova missione tendente ad attaccare
il problema della disoccupazione; di per se la disoccupazione in
Venezuela non rappresenta un grosso problema dato che si attesta attorno
al 6/7%. Attraverso questa missione, al momento solo annunciata e non
specificata nei dettagli, si cercherà di raggiungere la piena
occupazione e sradicare il lavoro informale, degli ambulanti, degli
abusivi.
A tutto ciò va aggiunto che attualmente è in corso la costruzione di
10.000 chilometri di linee ferroviarie, a cui partecipano anche imprese
italiane. Fino a pochi anni fa il Venezuela non aveva neppure un
chilometro di treno ed i lavori di costruzione di una capillare linea
ferroviaria andranno avanti per i prossimi trent’anni.
Accanto allo sviluppo ferroviaria, è previsto lo sviluppo di linee
metropolitane sotterranee e linee funivie aeree in tutte le principali
città del paese. In questi ultimi cinque/sei anni sono state costruite
decine di chilometri di linee metropolitane ed oggi il Venezuela vanta
oltre 150 chilometri, ossia ha già raggiunto la stessa quantità di
chilometri esistenti in Italia.
Per completezza, aggiungiamo alcuni dati riguardanti l’educazione.
Quest’anno si conclude il piano di fornire gratuitamente a tutti gli
studenti della scuola primaria (la nostra scuola elementare), oltre ai
libri di testo anche un computer portatile; quindi si passerà a dotare
di un computer gli studenti delle scuole medie e superiori. Il numero
degli studenti universitari supera abbondantemente i tre milioni. Lo
sviluppo di un paese si misura a partire dall’educazione e dal numero
dei membri della popolazione che possono accedere ad essa, fino ai più
alti gradi; l’obiettivo del governo venezuelano è che tutti abbiano la
possibilità di poter accedere gratuitamente all’educazione ed alla
formazione fino ai livelli più alti.
Alla base di tutto lo sviluppo economico venezuelano c’è lo sviluppo
dell’industria petrolifera e gasifera; il Venezuela, dal 14 febbraio
2011 possiede ufficialmente la più grande riserva petrolifera del mondo
(300 miliardi di barili accertati, destinati comunque ad aumentare
ulteriormente nei prossimi mesi/anni) e punta ad aumentare notevolmente
la propria capacità produttiva. A tal fine ha stretto accordi di
cooperazione con decine multinazionali e paesi del mondo, tra questi vi
è anche l’Italiana ENI che investirà in Venezuela sette miliardi di
dollari.
Dunque, non c’è bisogno di essere laureati in Economia ad Harvard per
capire che il Venezuela va incontro ad un enorme sviluppo economico. I
tecnici del FMI, invece danno il Venezuela in perenne recessione; di per
se tale situazione appare come una manipolazione; ma non contenti di
farlo apparire come paese in recessione, lo collocano all’ultimissimo
posto della graduatoria dei 184 paesi membri del FMI per sviluppo
economico, tra il 2009 ed il 2016!
Inserire il Venezuela all’ultimissimo posto della graduatoria per
sviluppo economico nei prossimi cinque anni è una offesa
all’intelligenza umana. Solo la manipolazione e la stupidità può far
inserire il Venezuela all’ultimissimo posto.
Domandiamoci: “Come può essere all’ultimissimo posto un paese che vanta
la maggiore riserva petrolifera del mondo, il bene più ricercato al
mondo; un paese che da qui al 2016 aumenterà enormemente la propria
produzione di petrolio, che sarà portata dagli attuali 3 milioni di
barili al giorno ad oltre cinque milioni; un paese che vanta la
quarta/quinta riserva di gas; un paese dove tutte le multinazionali del
settore petrolifero fanno la fila per investire; uno dei paesi con la
più alta riserva d’oro del mondo ed una delle miniere d’oro più grandi
del mondo e forse la più grande in assoluto (Las Cristinas con oltre 500
tonnellate di riserve oro stimate); un paese dove nei prossimi 6/7 anni
si costruiranno oltre due milioni di appartamenti; un paese dove nel
corso del 2011 si stanno vendendo tre milioni di elettrodomestici; il
paese che vanta una delle più alte percentuali di diffusione di
cellulari blackbarry del mondo; un paese dove si stanno costruendo
migliaia di chilometri di linea ferroviaria; un paese che va verso la
piena occupazione; un paese con queste caratteristiche può essere
all’ultimissimo posto della graduatoria?”
E potremmo continuare a parlare dello sviluppo agricolo in atto, della
fabbrica dei satelliti geostazionari, delle fabbriche automobilistiche
in fase di avviamento; della costruzione di un ponte che ha una
lunghezza doppia del fantomatico ponte di Messina; delle decine di
centri clinici ed ospedali in costruzione; delle linee metropolitane,
del turismo e delle lunghe code alle agenzie di viaggi per acquistare
biglietti aerei e pacchetti turistici.
Se i tecnici del FMI danno il Venezuela in crisi per i prossimi cinque
anni ed in più all’ultimissimo posto al mondo può essere dovuto solo a
due motivi: o sono ignoranti e incompetenti, i tecnici e quella usuraia
di Cristine Lagarde che li comanda, in sostituzione di Strauss-Khan, o
sono in malafede! Scartando evidentemente la prima ipotesi, non rimane
che la malafede. Il FMI sta volutamente manipolando i dati del Venezuela
per dare supporto ai media internazionali che parlano di un paese in
crisi, in cui è giustificabile un cambio di governo.
Questi farabutti del FMI sanno benissimo come stanno le cose; non c’è
alcuna giustificazione per inserire il Venezuela all’ultimissimo posto
al mondo, se non l’appoggio voluto ed incondizionato alla
destabilizzazione in atto per impadronirsi della più grande riserva
petrolifera del mondo. E bisogna anche meditare che con il tracollo del
dollaro, con la svalutazione in atto della moneta statunitense che in un
futuro non molto lontano varrà meno della carta igienica usata, il
petrolio diventerà un bene sempre meno accessibile agli statunitensi,
per cui debbono impadronirsene adesso o mai più. Di qui la necessaria
aggressione alla Libia, ed in un futuro immediato all’Iran ed al
Venezuela, gli unici tre paesi del mondo dove ancora si scoprono riserve
consistenti di petrolio.
http://www.nexusedizioni.it/UserFiles/Image/articles/TABELLA3.gif
Graduatoria dei 184 paesi membri del FMI secondo il tasso di sviluppo.
Anni 2009-2016 (Dati FMI dell'aprile 2011)
(*) Articolo scritto in prima stesura il
13/04/2011 ed aggiornato il 12/08/2011 e 26/12/2011. Attilio Folliero è
un politologo italiano residente a Caracas, professore contrattato della
Facoltà di Scienze delle Comunicazioni della UCV di Caracas, membro del
COVENPRI; Cecilia Laya è una economista venezuelana-italiana della
Università Simon Bolivar di Caracas
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