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Un’allegria umile

articolo di Alvaro Castillo Granada, scrittore, editore e librario colombiano

 

 

7 marzo 2012 - www.cubadebate.cu

 

 

Oggi capisco la differenza tra “incentivi morali” ed “incentivi materiali”, questa battaglia combattuta dal Che. L’ho visto nei film in bianco e nero consegnando dei diplomi ai lavoratori eccezionali e dedicati. Ed un fiore, che ora so che è un gladiolo. Questi eroi del lavoro che non pretendevano nessun onore che non fosse il lavoro compiuto. Ed ho sempre visto nei loro volti, in qualunque, un sorriso, una gioia che è impossibile descrivere a parole. Si può solo vedere. Una gioia umile, imbarazzata.

 

Già sono diciotto anni che sono venuto a Cuba. Anni in cui non ho tentato di essere qualcosa di diverso che essere uno in più. Uno che accompagna e sta lì. E fa parte. A mio modo ho fatto e formato parte di questo popolo. Ogni volta lo percepisco e lo confermo di più. Già non si sorprendono al vedermi. In qualche modo misterioso sono sempre qui. Già la compagna dell’ospedale per bambini sa che può contare su di me per sollevare uno scatolone (in questo caso di libri, naturalmente). Odalys sa che se non c’è nessun mezzo per andare all’attività, io vado a piedi.

 

Perché la cosa importante nella vita è arrivare. E fermarsi per condividere. Oggi i miei fratelli di Santa Clara mi hanno dato il secondo diploma della mia vita. Forse il più importante che ho ricevuto e riceverò. Tutti sapevano cosa sarebbe successo, si sono messi d’accordo per farmi una sorpresa. Daily mi ha detto più tardi nella piazza: “Vedi … è possibile mantenere un segreto che tutti conoscono …”. Oggi sono stato un semplice libraio che gli abitanti di Santa Clara hanno ringraziato con un diploma ed un bouquet di fiori arancioni. Ed io, come ogni umile lavoratore, sono solo riuscito a dire “Grazie”. E le parole che non avrebbero mai potuto spiegare quello che stava succedendo nella mia anima si trasformarono in lacrime.

 

Le lacrime sono la felicità di sapere che io non sono “yuma”, ma io sono uno di tutti, uno in più, che è riuscito insieme a tutti a costruire una tavola in cui condividiamo il pane, le crocchette, la “yuca” e la “malanga”. Non avrei mai immaginato di poterlo ricevere (come io non avevo mai immaginato di ricevere un altro diploma oltre a quello che ho del liceo). So che ora sono di qui. E che “gli incentivi morali” non si possono ricevere altrove che non sia Santa Clara. E basta.