I danni del blocco imposto

 

da Washington

 

I problemi che provoca ad un ospedale cubano di alta complessità

 

 

28.10.2012 - www.granma.cu

 

 

L’Ospedale Clinico Chirurgico Hermanos Ameijeiras, d’alto livello scientifico e tecnologico, è colpito dagli effetti del sostenuto blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba da più di cinquant’anni.

 

Il direttore, Alfredo González, ha spiegato alla stampa le restrizioni che deve affrontare questo centro per l’acquisto di moderne tecnologie, medicinali dell’ultima generazione come citostatici e antibiotici o per l’accesso dei professionisti a differenti istituzioni sanitarie statunitensi.

 

“Gli specialisti dell’ospedale, ha detto, non possono partecipare ai congressi, eventi e corsi d’aggiornamento negli USA, perchè non ricevono l’autorizzazione da parte del governo di Washington.

 

Inaugurato il 3 dicembre del 1982 dal leader della Rivoluzione, Fidel Castro, e prossimo a compiere 30 anni di notevole lavoro, questo ospedale presenta una lunga lista di notevoli risultati, tra i quali i trapianti d’organi, le operazioni chirurgiche di grande complessità, le valutazioni di prodotti biotecnologici e oncologici, con più di mezzo milione di pazienti ricoverati, circa 500000 operazioni chirurgiche realizzate, più di sette milioni di visite e studi radiologici a malati di tutto il paese.

 

González ha precisato che tremila dipendenti, dei quali 800 medici e residenti, un alto numero d’infermieri e tecnici d’elevato valore etico, umanista e rivoluzionario, formano l’organico del centro, dove si offre un’assistenza di alta qualità.

 

 

I danni di un blocco disumano

 

 

25 ottobre 2012 - www.granma.cu

 

 

Da più di cinquant’anni i cubani soffrono gli affetti di un forte blocco imposto dagli Stati Uniti, che riguarda tutte le voci della vita, con i danni conseguenti per gli abitanti della piccola nazione.

 

Le sanzioni imposte e indurite durante i governi di George W. Bush, William Clinton e Barack Obama, in quest’ultimo soprattutto nell’ambito finanziario, hanno provocato gravi danni all’economia nazionale, una situazione denunciata ogni anno nell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

 

I calcoli resi noti con il rapporto di Cuba in questo foro, e le perdite economiche provocate sino al dicembre del 2011, superano il bilione 660.000 milioni di dollari, considerando la svalutazione del dollaro di fronte al valore dell’oro nel mercato internazionale.

 

Il sistema di salute è uno dei più suscettibili, non solo per gli effetti economici, ma anche per la sofferenza che provoca ai pazienti e alle famiglie, ed ha subito violente restrizioni per l’acquisto di medicinali e tecnologie mediche di provenienza nordamericana, oltre all’impedimento d’ottenere moderne informazioni.

 

Tutta la rete degli ospedali e dei policlinici ha affrontato gli effetti negativi di una politica definita ingiusta dalla comunità internazionale, ma ci sono anche servizi più sensibili, come il centro cardiologico pediatrico della capitale, il William Soler.

 

Manca in questa istituzione il Levosimendán, un farmaco usato nel trattamento di un problema cardiaco infantile, prodotto solamente nei Laboratori Abbot degli Stati Uniti.

 

Inoltre è impossibile accedere a formule nutrizionali per neonati e lattanti piccoli, ad oligo elementi e ad alcune vitamine di uso parenterale prodotte sempre negli USA.

 

L’Istituto di Neurologia e Neurochirurgia non ha potuto comprare un kit di laboratorio che facilita la diagnosi e il pronostico di casi di malattie cerebrovascolari di tipo ischemico, che occupano alti indici di morbilità e mortalità in Cuba.

 

L’Istituto di Cardiologia e Chirurgia Cardiovascolare ha previsto 400 operazioni chirurgiche per il 2012, il 70% delle quali sono di vascolarizzazione aorto-coronarica e il resto sostituzioni valvolari mitraliche e aortiche.

 

L’impossibilità di comprare negli Stati Uniti le valvole, gli stabilizzatori e i mobilizzatori cardiaci e altri apparecchi e materiali relazionati con questi interventi, ha praticamente raddoppiato il loro costo, con i danni che questo apporta.

 

Un’Impresa intermediaria canadese ha cancellato il contratto di vendita che aveva firmato con Medicuba per l’acquisto di kits (HIV-1P24 ELISA) di fabbricazione nordamericana, che permettono la diagnosi del VIH/Sida in bambini di madri sieropositive.

 

Le autorità cubane della sanità hanno dovuto ricorrere ad altre opzioni che obbligano alla ricerca e all’importazione di questi kits da mercati molto più lontani e a prezzi decisamente maggiori.

 

 

Gli sforzi della sanità

per resistere all’assedio

 

 

Come spiega il rapporto di Cuba per la Risoluzione “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba”, le vendite dei prodotti del settore della salute non si beneficiano con l’esenzione della licenza, (o licenza automatica) stabilita per i prodotti agricoli, dal Dipartimento del Commercio.

 

È necessaria una licenza specifica concessa caso a caso, con una vigenza determinata e con condizioni particolari, tutto questo dettato dalla Casa Bianca, per cui le importazioni realizzate direttamente dagli Stati Uniti sono insignificanti ed essenzialmente si tratta di materiali deperibili.

 

Nonostante le difficoltà che il paese ha dovuto affrontare, sono noti gli sforzi realizzati per sviluppare e mantenere nuovi programmi di salute e disporre di un sistema unico, generale, gratuito, moderno ed efficiente, segnalano le autorità dell’Isola.

 

Sono molti i successi ottenuti, tra i quali si notando in particolare gli indici di mortalità infantile al di sotto del 5 per mille nati vivi, uno dei più bassi del mondo, l’aumento della speranza di vita dei cubani, e più di 20 malattie eliminate o controllate in modo che le forme più gravi sono sparite.

 

Inoltre è riconosciuto il programma di vaccinazioni stabilito che protegge i bambini contro 13 malattie, con la collaborazione cubana in altri paesi d’Africa, Asia, America Latina e Caraibi.

 

Le Brigate mediche di solidarietà e l’Operazione Miracolo per restituire la visione a persone povere con la formazione nell’Isola di medici e professionisti della salute di altre nazioni, illustrano questi apporti.

 

“Cuba condivide quello che ha, non quello che le avanza”, ha affermato di recente il presidente della Bolivia, Evo Morales, a proposito della solidarietà de L’Avana.

 

Nonostante l’ostilità di Washington, il sistema sanitario cubano transita nell’attualità per un profondo processo de trasformazioni, per migliorare l’efficienza, la qualità e la sostenibilità dei servizi.

 

Aggiustamenti degli organici, riorganizzazione delle tecnologie e il perfezionamento dei concetti di fondazione del piano del medico della famiglia, sono alcuni di questi cambi, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente gli indici di salute della popolazione cubana.

 

Denunciati gli effetti nocivi del blocco

 

statunitense nella medicina

 

 

24 ottobre 2012 - www.granma.cu

 

 

Se c’è un settore della vita che soffre tutti i giorni gli effetti del blocco imposto a Cuba dagli Stati Uniti, questo è quello della medicina, hanno denunciato i funzionari dell’ impresa importatrice del ministero di Salute Pubblica.

 

“Di fronte alla rottura di un apparecchio, ha dato l’esempio Fernando Martín García, primo vice presidente di Medicuba, diventa obbligatorio cercare i pezzi di ricambio in mercati lontani, con il conseguente aumento dei costi e dei noleggi, date le restrizioni del blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington dal 1962”.

 

Luis Orlando Oliveros Serrano, vicepresidente commerciale di questa entità, ha aggiunto che la maggioranza dei medicinali che Cuba importa provengono da regioni distanti, di fronte all’impossibilità di acquistarli in un mercato geograficamente vicino e naturale come gli Stati Uniti o le loro imprese sussidiarie.

 

L’enormità dei pregiudizi in questo senso si apprezza meglio se si considera che nel quadro di base dei medicinali usati a Cuba, che comprende circa 800 prodotti, il paese ne deve importare 350, soprattutto per i programmi di trapianti degli organi, la fertilizzazione e la lotta contro il cancro.

 

“Queste limitazioni riguardano anche l’equipaggiamento in generale del sistema di salute, che si importa nel 90% dei casi, ha aggiunto, ma nonostante tutto questo - hanno coinciso i due funzionari - e nonostante i danni provocati dal blocco, Cuba non ha mai fermato le sue azioni di collaborazione medico-sanitarie tra le nazioni dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America.