Da
più di cinquant’anni i cubani soffrono gli affetti di un
forte blocco imposto dagli Stati Uniti, che riguarda tutte
le voci della vita, con i danni conseguenti per gli abitanti
della piccola nazione.
Le sanzioni imposte e indurite durante i governi di George
W. Bush, William Clinton e Barack Obama, in quest’ultimo
soprattutto nell’ambito finanziario, hanno provocato gravi
danni all’economia nazionale, una situazione denunciata ogni
anno nell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite (ONU).
I calcoli resi noti con il rapporto di Cuba in questo foro,
e le perdite economiche provocate sino al dicembre del 2011,
superano il bilione 660.000 milioni di dollari, considerando
la svalutazione del dollaro di fronte al valore dell’oro nel
mercato internazionale.
Il sistema di salute è uno dei più suscettibili, non solo
per gli effetti economici, ma anche per la sofferenza che
provoca ai pazienti e alle famiglie, ed ha subito violente
restrizioni per l’acquisto di medicinali e tecnologie
mediche di provenienza nordamericana, oltre all’impedimento
d’ottenere moderne informazioni.
Tutta la rete degli ospedali e dei policlinici ha affrontato
gli effetti negativi di una politica definita ingiusta dalla
comunità internazionale, ma ci sono anche servizi più
sensibili, come il centro cardiologico pediatrico della
capitale, il William Soler.
Manca in questa istituzione il Levosimendán, un farmaco
usato nel trattamento di un problema cardiaco infantile,
prodotto solamente nei Laboratori Abbot degli Stati Uniti.
Inoltre è impossibile accedere a formule nutrizionali per
neonati e lattanti piccoli, ad oligo elementi e ad alcune
vitamine di uso parenterale prodotte sempre negli USA.
L’Istituto di Neurologia e Neurochirurgia non ha potuto
comprare un kit di laboratorio che facilita la diagnosi e il
pronostico di casi di malattie cerebrovascolari di tipo
ischemico, che occupano alti indici di morbilità e mortalità
in Cuba.
L’Istituto di Cardiologia e Chirurgia Cardiovascolare ha
previsto 400 operazioni chirurgiche per il 2012, il 70%
delle quali sono di vascolarizzazione aorto-coronarica e il
resto sostituzioni valvolari mitraliche e aortiche.
L’impossibilità di comprare negli Stati Uniti le valvole,
gli stabilizzatori e i mobilizzatori cardiaci e altri
apparecchi e materiali relazionati con questi interventi, ha
praticamente raddoppiato il loro costo, con i danni che
questo apporta.
Un’Impresa intermediaria canadese ha cancellato il contratto
di vendita che aveva firmato con Medicuba per l’acquisto di
kits (HIV-1P24 ELISA) di fabbricazione nordamericana, che
permettono la diagnosi del VIH/Sida in bambini di madri
sieropositive.
Le autorità cubane della sanità hanno dovuto ricorrere ad
altre opzioni che obbligano alla ricerca e all’importazione
di questi kits da mercati molto più lontani e a prezzi
decisamente maggiori.
Gli sforzi della sanità
per resistere all’assedio
Come spiega il rapporto di Cuba per la Risoluzione
“Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e
finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba”, le
vendite dei prodotti del settore della salute non si
beneficiano con l’esenzione della licenza, (o licenza
automatica) stabilita per i prodotti agricoli, dal
Dipartimento del Commercio.
È necessaria una licenza specifica concessa caso a caso, con
una vigenza determinata e con condizioni particolari, tutto
questo dettato dalla Casa Bianca, per cui le importazioni
realizzate direttamente dagli Stati Uniti sono
insignificanti ed essenzialmente si tratta di materiali
deperibili.
Nonostante le difficoltà che il paese ha dovuto affrontare,
sono noti gli sforzi realizzati per sviluppare e mantenere
nuovi programmi di salute e disporre di un sistema unico,
generale, gratuito, moderno ed efficiente, segnalano le
autorità dell’Isola.
Sono molti i successi ottenuti, tra i quali si notando in
particolare gli indici di mortalità infantile al di sotto
del 5 per mille nati vivi, uno dei più bassi del mondo,
l’aumento della speranza di vita dei cubani, e più di 20
malattie eliminate o controllate in modo che le forme più
gravi sono sparite.
Inoltre è riconosciuto il programma di vaccinazioni
stabilito che protegge i bambini contro 13 malattie, con la
collaborazione cubana in altri paesi d’Africa, Asia, America
Latina e Caraibi.
Le Brigate mediche di solidarietà e l’Operazione Miracolo
per restituire la visione a persone povere con la formazione
nell’Isola di medici e professionisti della salute di altre
nazioni, illustrano questi apporti.
“Cuba condivide quello che ha, non quello che le avanza”, ha
affermato di recente il presidente della Bolivia, Evo
Morales, a proposito della solidarietà de L’Avana.
Nonostante l’ostilità di Washington, il sistema sanitario
cubano transita nell’attualità per un profondo processo de
trasformazioni, per migliorare l’efficienza, la qualità e la
sostenibilità dei servizi.
Aggiustamenti degli organici, riorganizzazione delle
tecnologie e il perfezionamento dei concetti di fondazione
del piano del medico della famiglia, sono alcuni di questi
cambi, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente gli
indici di salute della popolazione cubana.
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