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Sport cubano: vittima ricorrente del blocco |
27 settembre 2012 - www.granma.cu
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Lo sport è un’altra vittima ricorrente della guerra economica con la quale gli Stati Uniti intendono asfissiare Cuba da oltre mezzo secolo, nonostante il continuo e maggioritario rifiuto della comunità internazionale.
Questa politica rende difficili le relazioni dirette con varie istituzioni internazionali ed ostacola la partecipazione cubana in tornei di primo livello negli Stati Uniti, chiarisce un rapporto INDER. Inoltre l’extraterritorialità di misure come la Legge Ley Helms-Burton rende più oneroso il finanziamento esterno, limitando ed ostacolando l’acquisizione di materiali.
Per esempio, i materassi del salto con l’asta prodotti dall’impresa statunitense NORDIC non possono essere acquistati direttamente da Cuba, e le aste da 155 a 185 kg hanno un prezzo di 549 dollari negli Stati Uniti, però Cuba le compra a 784, mediante operazioni triangolari e gravose.
Per trovare un fornitore emergente, le autorità sportive dell’Isola sono dovute ricorrere ad altre persone o paesi, con il conseguente aumento dei costi. Non solo in questo sport, ma anche in altre discipline, si sentono le conseguenze del blocco statunitense, come nel baseball, il tiro con l’arco, il softball, il tennis, il nuoto e la pallanuoto.
Da maggio del 2011 fino ad aprile del 2012 è stato possibile realizzare operazioni commerciali solo per il tiro con l’arco e l’atletica, spesso pagando fino ad un 70% in più del valore di mercato. Altri articoli statunitensi difficili da acquisire sono le mazze da baseball Louisville, Wilson ed Xbat; i guanti e le maschere Rawlings, i costumi Speedo e le impugnature Hoyt del tiro con l’arco. Grazie alla loro alta qualità, tali accessori sono spesso di uso obbligatorio per le federazioni internazionali nelle rispettive discipline.
I dati forniti dal INDER riportano che il blocco di Washington solo lo scorso anno ha generato perdite economiche superiori ad un milione 700 mila dollari.
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