Congressisti USA esigono imposta addizionale

per le imprese che commerciano con Cuba

 

 

20 marzo 2012 - da www.cubadebate.cu traduzione di ida Garberi

 

 

Condanna il bloqueo contro CubaCongressisti degli Stati Uniti analizzano una nuova misura per gravare con un 10% le imprese del loro paese che hanno relazione con Cuba, in un altro tentativo di rinforzare il bloqueo contro l’isola, secondo rivelazioni conosciute oggi.

 

Gli avvocati Mauricio Tamargo e Jason Pobrete stanno intrigando con congressisti affinché presentino una Legge che obblighi a pagare non meno del 10% come “quota utente” alle imprese - agricole, telefoniche, di invii e viaggi - che realizzino operazioni con Cuba, ha pubblicato il sito Que pasa Miami.

 

L’iniziativa, espressa, colpirà principalmente centinaia di migliaia di emigranti cubani naturalizzati o no che mantengono vincoli con familiari nell’Isola mediante chiamate telefoniche, spedizioni di invii e viaggi.

 

Ma inoltre, osserva la pubblicazione, si vedrebbero colpiti agricoltori statunitensi che vendono alimenti a Cuba mediante licenze limitate e puntuali, poiché il commercio tra i due paesi è proibito dal bloqueo economico, commerciale e finanziario di Washington da più di 50 anni.

 

Secondo stime di esperti cubani le restrizioni durante questo periodo sono costate all’isola più di 975mila milioni di dollari, cifra che tiene in conto la svalutazione del dollaro di fronte all’oro negli ultimi anni.

 

Tamargo che fu funzionario del Dipartimento di Giustizia durante l’amministrazione del presidente George W. Bush, propone che il denaro riscosso per l’eventuale imposta si destini a coprire denunce presentate da persone che allegano essere state colpite dalle leggi di nazionalizzazioni del governo cubano.

 

Benché Cuba abbia indennizzato cittadini ed imprese di vari paesi, tra queste spagnole, svizzere e britanniche, l’ostilità delle autorità statunitensi e l’imposizione del bloqueo ha impedito di farlo coi nordamericani.

 

Secondo l’articolo 5 della Legge 851, del 6 luglio 1960, il pagamento dei beni espropriati si realizzerebbe mediante buoni della Repubblica emessi a quest’effetto dallo Stato cubano ed ammortizzati mediante le vendite dello zucchero.

 

Nel marzo del 1960, il presidente statunitense Dwight Eisenhower eliminò la quota dello zucchero cubano che, unito al decreto ufficiale del bloqueo economico nel 1962, ostacolò qualunque pagamento di compensazioni.

 

Le nazionalizzazioni hanno fatto parte di una politica di rivendicazione popolare e furono eseguite mediante il procedimento riconosciuto internazionalmente di espropriazione forzosa per causa di utilità pubblica, includendo indennità e compensazioni.