Ancora una volta la comunità internazionale
ha abbracciato Cuba ed ha lasciato nel più assoluto
isolamento politico la nazione più poderosa del mondo Per la
21ª occasione consecutiva l’ Assemblea Generale della ONU ha
appoggiato la maggiore delle Antille con
188 voti a favore,
tre contrari e due astensioni a favore della Risoluzione
"Necessità di porre fine al blocco
economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati
Uniti d’America contro Cuba".
Micronesia e Isole Marshall sono state le due nazioni
astenute, mentre gli Stati Uniti, Israele e Palau hanno
votato contro.
L’espressione del mondo di fronte a questa Risoluzione è in
chiara sintonia con l’espressione nel plenario della ONU del
Ministro degli Esteri cubano,
Bruno Rodríguez Parrilla, che
ha detto che: “Non esiste nessun motivo legittimo o morale
per mantenere questo blocco, ancorato dalla Guerra Fredda",
e che lo ha definito "L’arma di una minoranza sempre più
esigua, isolata, violenta e superba, che la usa per lucrare
elettoralmente".
Nella sessione dell’organismo mondiale, una ventina di
rappresentanti di paesi e organismi regionali, hanno parlato
e tutti hanno sostenuto la condanna dell’ assedio
statunitense ed hanno domandato l’eliminazione di questa
politica ostile, catalogata internazionalmente come un
crudele genocidio, definizione che il rappresentante degli
Stati Uniti, lì presente, non ha potuto obiettare.
Nel suo discorso il Ministro cubano, dopo la denuncia dei
crudeli effetti del blocco sulla popolazione cubana,
includendo bambini e anziani, è tornato a presentare
l’intenzione cubana espressa già più di una volta dal
Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, il compagno
Raúl Castro Ruz, di rendere normali le relazioni con gli USA
attraverso un dialogo rispettoso, senza previe condizioni,
su basi reciproche e con uguale sovranità. Bruno Rodríguez
ha anche proposto un’agenda per queste conversazioni.
Cuba ha anche offerto agli Stati Uniti di negoziare gli
accordi di cooperazione nelle aree come la lotta al
narcotraffico, al terrorismo, al traffico di persone e alla
prevenzione, alla mitigazione dei disastri naturali, e alla
protezione dell’ambiente.
Dopo i risultati della votazione, gli argomenti esposti e la
volontà del Governo di Cuba, nonostante la nuova condanna,
il portavoce aggiunto del Dipartimento di Stato degli USA,
Mark Tonera, ha detto che: “La nostra politica verso Cuba
resterà intatta!”, ha segnalato Efe.
PARLATINO: è il momento
opportuno
per Obama di sospendere il
blocco
“Con la
votazione di ieri nell’Assemblea Generale della ONU, il
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha l’opportunità
per eliminare il blocco contro Cuba” ha detto il presidente
del Parlamento Latinoamericano, il deputato Elías Castillo.
In una
dichiarazione per Prensa Latina, il leader del PARLATINO ha
segnalato che si sente molto soddisfatto perchè tutti i
paesi membri del blocco hanno votato a favore del progetto
di risoluzione, respinto solamente da Stati Uniti, Israele e
Palau, e con l’astensione di due colonie.
Castillo
ha sottolineato che Obama è stato rieletto per la seconda
volta e che questo è il momento più opportuno per eliminare
una volta per sempre questo conservatore criterio del blocco
imposto a Cuba, che il Governo degli Stati Uniti mantengono
vigente da cinquant’anni.
Il mondo è
cosciente che il blocco è un’ingiustizia contro Cuba e che
si devono rispettare la sovranità degli Stati e
l’autodeterminazione dei popoli, e che si deve eliminare una
misura che danneggia il popolo cubano, ma anche l’immagine
di chi la applica.
G-77 più la Cina ribadiscono
la loro condanna
al blocco degli USA contro
Cuba
Yolaidy Martinez Ruiz
Il gruppo dei 77 più la Cina hanno ribadito il loro rifiuto
al blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati
Uniti impongono a Cuba da oltre mezzo secolo nonostante la
richiesta mondiale per mettere fine a tale misura.
A nome di questa organizzazione, l’ambasciatore dell’Algeria
alle Nazioni Unite, Mourad Benmehid, ha manifestato profonda
preoccupazione perché la persistenza di suddetta politica
coercitiva, imposta da Washington in maniera unilaterale,
danneggia gli sforzi profusi da L’Avana per raggiungere gli
Obiettivi del Millennio.
Il gruppo esige la fine immediata del blocco, insistendo sul
fatto che la Casa Bianca viola i principi della sovranità
degli Stati e continua con le sue ingerenze negli assunti
interni dei paesi.
“Come nelle precedenti occasioni, il Gruppo dei 77 più la
Cina considera che il blocco viola le norme fondamentali del
diritto internazionale (...) la Carta della ONU e i principi
delle relazioni pacifiche tra i paesi”, ha dichiarato
Benmehid.
Nel suo intervento, il diplomatico algerino ha puntualizzato
che il blocco è il principale ostacolo per lo sviluppo
socioeconomico di Cuba ed per il suo recupero dalla crisi
finanziaria globale.
Ha criticato il carattere extraterritoriale di questa
politica con la conseguente imposizione di sanzioni a
nazioni, imprese e soggetti privati che stabiliscono
relazioni commerciali con l’Isola caraibica.
“Queste nazioni minacciano i principi del libero commercio e
gli investimenti (...) e chiediamo alla comunità
internazionale di non riconoscere tali misure e di non
applicarle”, ha sottolineato.
Alla fine, Benmehid, ha ribadito l’appoggio del Gruppo al
documento intitolato “Necessità di porre fine al blocco
economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati
Uniti d’America contro Cuba” ed il suo impegno di lavorare
per la coesistenza pacifica tra i paesi del mondo.
I rappresentanti de L’Avana hanno presentato, martedì 13
novembre, il testo dinnanzi al plenario dell’Assemblea
Generale della ONU, che lo scorso anno ricevette l’appoggio
di 186 dei 193 paesi membri dell’organismo mondiale.
Stati Uniti ed Israele furono gli unici a votare contro,
mentre Isole Marshall, Micronesia e Palau si astennero.
L’Assemblea Generale della ONU ha ribadito, martedì 13
novembre, per il
ventunesimo anno
consecutivo, la sua richiesta di mettere fine al blocco con
188 voti a favore, tre contrari (Stati Uniti, Israele e
Palau) e due astenuti (Isole Marshall e Micronesia).
In base al rapporto presentato da Cuba, i danni economici
causati dal blocco fino a dicembre del 2011 ammontano a
1.066 mila milioni di dollari, considerando la svalutazione
del dollaro rispetto all’oro sul mercato internazionale.
Il Gruppo dei 77 più la Cina fu creato nel giugno del 1996 e
coordina il programma di cooperazione in vari settori tra
cui il commercio, l’industria, l’alimentazione,
l’agricoltura, l’energia, le materie prime, la finanza e gli
affari monetari. |