Gli Stati Uniti di nuovo isolati

 

188 paesi contro il blocco a Cuba
L’impero accompagnato solo da Israele e Palau, con l’astensione di Isole
Marshall e Micronesia

 

 

14 novembre 2012 - www.granma.cu

 

 

ONU Ancora una volta la comunità internazionale ha abbracciato Cuba ed ha lasciato nel più assoluto isolamento politico la nazione più poderosa del mondo Per la 21ª occasione consecutiva l’ Assemblea Generale della ONU ha appoggiato la maggiore delle Antille con 188 voti a favore, tre contrari e due astensioni a favore della Risoluzione "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba".

 

Micronesia e Isole Marshall sono state le due nazioni astenute, mentre gli Stati Uniti, Israele e Palau hanno votato contro.

 

L’espressione del mondo di fronte a questa Risoluzione è in chiara sintonia con l’espressione nel plenario della ONU del Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, che ha detto che: “Non esiste nessun motivo legittimo o morale per mantenere questo blocco, ancorato dalla Guerra Fredda", e che lo ha definito "L’arma di una minoranza sempre più esigua, isolata, violenta e superba, che la usa per lucrare elettoralmente".

 

Nella sessione dell’organismo mondiale, una ventina di rappresentanti di paesi e organismi regionali, hanno parlato e tutti hanno sostenuto la condanna dell’ assedio statunitense ed hanno domandato l’eliminazione di questa politica ostile, catalogata internazionalmente come un crudele genocidio, definizione che il rappresentante degli Stati Uniti, lì presente, non ha potuto obiettare.

 

Nel suo discorso il Ministro cubano, dopo la denuncia dei crudeli effetti del blocco sulla popolazione cubana, includendo bambini e anziani, è tornato a presentare l’intenzione cubana espressa già più di una volta dal Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, il compagno Raúl Castro Ruz, di rendere normali le relazioni con gli USA attraverso un dialogo rispettoso, senza previe condizioni, su basi reciproche e con uguale sovranità. Bruno Rodríguez ha anche proposto un’agenda per queste conversazioni.

 

Cuba ha anche offerto agli Stati Uniti di negoziare gli accordi di cooperazione nelle aree come la lotta al narcotraffico, al terrorismo, al traffico di persone e alla prevenzione, alla mitigazione dei disastri naturali, e alla protezione dell’ambiente.

 

Dopo i risultati della votazione, gli argomenti esposti e la volontà del Governo di Cuba, nonostante la nuova condanna, il portavoce aggiunto del Dipartimento di Stato degli USA, Mark Tonera, ha detto che: “La nostra politica verso Cuba resterà intatta!”, ha segnalato Efe.

 

 

PARLATINO: è il momento opportuno

per Obama di sospendere il blocco

 

 

“Con la votazione di ieri nell’Assemblea Generale della ONU, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha l’opportunità per eliminare il blocco contro Cuba” ha detto il presidente del Parlamento Latinoamericano, il deputato Elías Castillo.

 

In una dichiarazione per Prensa Latina, il leader del PARLATINO ha segnalato che si sente molto soddisfatto perchè tutti i paesi membri del blocco hanno votato a favore del progetto di risoluzione, respinto solamente da Stati Uniti, Israele e Palau, e con l’astensione di due colonie.

 

Castillo ha sottolineato che Obama è stato rieletto per la seconda volta e che questo è il momento più opportuno per eliminare una volta per sempre questo conservatore criterio del blocco imposto a Cuba, che il Governo degli Stati Uniti mantengono vigente da cinquant’anni.

 

Il mondo è cosciente che il blocco è un’ingiustizia contro Cuba e che si devono rispettare la sovranità degli Stati e l’autodeterminazione dei popoli, e che si deve eliminare una misura che danneggia il popolo cubano, ma anche l’immagine di chi la applica.

 

 

G-77 più la Cina ribadiscono la loro condanna

al blocco degli USA contro Cuba
Yolaidy Martinez Ruiz

 

 

Il gruppo dei 77 più la Cina hanno ribadito il loro rifiuto al blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati Uniti impongono a Cuba da oltre mezzo secolo nonostante la richiesta mondiale per mettere fine a tale misura.

 

A nome di questa organizzazione, l’ambasciatore dell’Algeria alle Nazioni Unite, Mourad Benmehid, ha manifestato profonda preoccupazione perché la persistenza di suddetta politica coercitiva, imposta da Washington in maniera unilaterale, danneggia gli sforzi profusi da L’Avana per raggiungere gli Obiettivi del Millennio.

 

Il gruppo esige la fine immediata del blocco, insistendo sul fatto che la Casa Bianca viola i principi della sovranità degli Stati e continua con le sue ingerenze negli assunti interni dei paesi.

 

“Come nelle precedenti occasioni, il Gruppo dei 77 più la Cina considera che il blocco viola le norme fondamentali del diritto internazionale (...) la Carta della ONU e i principi delle relazioni pacifiche tra i paesi”, ha dichiarato Benmehid.

 

Nel suo intervento, il diplomatico algerino ha puntualizzato che il blocco è il principale ostacolo per lo sviluppo socioeconomico di Cuba ed per il suo recupero dalla crisi finanziaria globale.

 

Ha criticato il carattere extraterritoriale di questa politica con la conseguente imposizione di sanzioni a nazioni, imprese e soggetti privati che stabiliscono relazioni commerciali con l’Isola caraibica.

 

“Queste nazioni minacciano i principi del libero commercio e gli investimenti (...) e chiediamo alla comunità internazionale di non riconoscere tali misure e di non applicarle”, ha sottolineato.

 

Alla fine, Benmehid, ha ribadito l’appoggio del Gruppo al documento intitolato “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba” ed il suo impegno di lavorare per la coesistenza pacifica tra i paesi del mondo.

 

I rappresentanti de L’Avana hanno presentato, martedì 13 novembre, il testo dinnanzi al plenario dell’Assemblea Generale della ONU, che lo scorso anno ricevette l’appoggio di 186 dei 193 paesi membri dell’organismo mondiale.

 

Stati Uniti ed Israele furono gli unici a votare contro, mentre Isole Marshall, Micronesia e Palau si astennero.

 

L’Assemblea Generale della ONU ha ribadito, martedì 13 novembre, per il ventunesimo anno consecutivo, la sua richiesta di mettere fine al blocco con 188 voti a favore, tre contrari (Stati Uniti, Israele e Palau) e due astenuti (Isole Marshall e Micronesia).

 

In base al rapporto presentato da Cuba, i danni economici causati dal blocco fino a dicembre del 2011 ammontano a 1.066 mila milioni di dollari, considerando la svalutazione del dollaro rispetto all’oro sul mercato internazionale.

 

Il Gruppo dei 77 più la Cina fu creato nel giugno del 1996 e coordina il programma di cooperazione in vari settori tra cui il commercio, l’industria, l’alimentazione, l’agricoltura, l’energia, le materie prime, la finanza e gli affari monetari.

 

 

Il Ministro degli Esteri di Cuba è nella ONU per

la votazione contro il blocco imposto a Cuba

 

 

13 novembre 2012 - www.granma.cu

 

 

Il Ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla, è arrivato a New York lunedì 12, per partecipare oggi, martedì 13, a una sessione dell’Assemblea Generale in cui si vota un’altra risoluzione contro il blocco degli Stati Uniti imposto a Cuba.

 

Il ministro, che è stato ricevuto dal rappresentante permanente dell’Isola presso la ONU, Pedro Núñez Mosquera, interverrà oggi nell’Assemblea Generale dell’organismo mondiale e per il ventunesimo anno consecutivo l’Assemblea Generale approverà un documento intitolato "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba".

 

Nel 2111 il testo è stato approvato da 186 dei 193 paesi membri della ONU, con i soli voti contrari degli Stati Uniti e Israele, e l’astensione delle isole Marshall, Micronesia e Palau.

 

Un rapporto presentato da Cuba sul tema, indica che sino al dicembre scorso Cuba ha sofferto una perdita economica di più di un bilione 66.000 milioni di dollari, considerano la svalutazione del dollaro di fronte all’oro, nel mercato internazionale.

 

Per la discussione sul blocco, l’Assemblea Generale conta quest’anno su un rapporto del segretario generale della ONU, Ban Ki-moon, che include la documentazione presentata da 170 paesi per sostenere l’opposizione all’assedio statunitense imposto a Cuba.

 

Le votazioni contro questa misura sono cominciate il 24 novembre del 1992, quando la 47ª sessione ordinaria dell’assemblea approvò la prima risoluzione in questo senso.

 

Un mese fa una cinquantina di governanti di tutto il mondo hanno reclamato dal podio dell’Assemblea Generale della ONU, l’eliminazione dell’assedio statunitense contro Cuba.

 

L'ONU voterà domani mattina la

condanna al blocco contro Cuba

 

 

12 novembre 2012 - www.granma.cu

 

 

Il blocco degli Stati Uniti contro Cuba sarà l’oggetto si un’altra quasi unanime condanna internazionale, domani mattina, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dibatterà una nuova risoluzione di condanna sulla criminale politica di assedio.

 

Questo sarà il ventunesimo anno in cui il massimo organo della ONU condanna in votazione aperta questa misura fissata mezzo secolo fa da Washington contro l’Isola dei Carabi.

 

In ogni occasione l’Assemblea Generale riunita ha approvato un documento intitolato: "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba".

 

L’anno scorso il testo è stato approvato da 186 dei 193 paesi membri dell’organismo mondiale, con i soli voti contrari degli Stati Uniti e Israele, e le astensioni delle Isole Marshall, Micronesia e Palau.