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L’incontro a Cinco Palmas |
18.12.12 - www.granma.cu
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"Siete qui con le vostre uniformi, con le vostre munizioni e con i vostri fucili. Adesso sì che vinciamo la guerra!", disse commosso Fidel Castro quando, nella notte del 18 dicembre 1956, abbracciò suo fratello Raúl Castro, capitano della colonna di retroguardia, a Cinco Palmas, Purial de Vicana, sulla Sierra Maestra.
Era il ricongiungimento di otto uomini con sette fucili salvati dal disuguale scontro del 5 dicembre, la cosiddetta imboscata di Alegría de Pío, che disperse gli 82 partecipanti alla spedizione.
A questo fatto contribuì il loro stato di sfinimento, dopo sette giorni di traversata e lo sbarco del Granma, il 2 dicembre, in una zona paludosa prossima alla spiaggia di Las Coloradas, Belic, Niquero, lontani dai luoghi in cui i collaboratori del Movimento 26 di Luglio li attendevano.
Nel primo scontro armato vi furono 21 vittime (3 in combattimento e 18 assassinati), mentre 61 uomini si salvarono ma rimasero dispersi.
Di questi, soltanto 20 poterono ricongiungersi, durante il mese di dicembre, altri 20 invece riuscirono a scappare e 7 di questi tornarono in seguito nelle fila dell'Esercito Ribelle, altri 21 vennero catturati, ma salvarono la propria vita, giudicati dal Tribunale di Santiago de Cuba (Causa Nº 67 del 1957) e condannati alla prigione nell'Isola dei Pini.
Nella fattoria del contadino Ramón (Mongo) Pérez, nei giorni seguenti l’incontro tra Fidel e Raúl Castro, si ritrovarono gli altri combattenti, tra i quali Juan Almeida Bosque, Ernesto Guevara de la Serna e Camilo Cienfuegos Gorriarán, localizzati grazie all'aiuto di alcuni contadini simpatizzanti reclutati da Celia Sánchez Manduley.
Il capitano Faustino Pérez Hernández, uno dei sopravissuti, il giorno 23 partì per Manzanillo con la missione di stabilire contatti con il Movimento in questa città; più tardi si recò a Santiago de Cuba dove incontrò i dirigenti dell'organizzazione, Haydée Santamaría Cuadrado, Armando Hart Dávalos e Frank País García , tra gli altri.
Il 30 novembre del 1956, all'insaputa del ritardo sulla data stabilita per la traversata, a causa delle pessime condizioni climatiche che avevano rallentato l’imbarcazione, il Movimento 26 Luglio aveva realizzato una protesta armata a Santiago di Cuba e diverse azioni minori in altre località, in appoggio all’arrivo del Granma.
La stampa nazionale e le agenzie straniere davano per fallita la missione.
In quei giorni El Diario de la Marina, Tiempo, Alerta e altri giornali intitolarono: " Fidel Castro è morto nei pressi di Niquero", "Forze congiunte della Marina e dell'Aviazione stanno realizzando un'intensa ricerca", "In un elenco vi sono i nomi di Fidel Castro e di Raúl Castro", "L’agenzia UP ribadisce che Fidel Castro è morto assieme al suo Stato Maggiore poco dopo lo sbarco nei pressi di Niquero", "Sequestrata l’imbarcazione degli spedizionieri, si ignora se Fidel Castro sia venuto con quella"...
Il 25 dicembre Fidel partì per la Sierra Maestra. A lui si aggiunsero otto abitanti locali, tra i quali Guillermo García e Crescencio Pérez, poi diversi altri lungo il cammino.
Il 27 dicembre la guerriglia era costituita da 27 uomini, ma continuò a crescere già non poteva essere più distrutta.
Alcune settimane dopo, la mattina del 17 gennaio 1957, la piccola forza di 29 ribelli, ottiene la sua prima vittoria attaccando la Caserma di La Plata senza subire nessuna perdita.
Era la miglior prova del fatto che erano vivi. A loro favore: due soldati morti, cinque feriti, dei quali tre molto gravi che morirono in seguito, tre prigionieri e una spia, che fu fucilata.
La postazione militare venne data alle fiamme, vennero presi otto fucili Springfield e una mitragliatrice Thompson con circa mille munizioni, indumenti, zaini, cartucciere ed altri utensili da campo.
Alcuni militari fuggirono. I feriti e i prigionieri vennero rimessi in libertà, mentre i guerriglieri partirono in cerca di zone più impervie della Sierra Maestra...
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