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Morirono in combattimento |
10 ottobre 2012 - www.granma.cu
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Alberto Fernández Montes de Oca (Pacho o Pachungo)
Nacque il 28 dicembre del 1935 nel paese di San Luis, nell’antica provincia Oriente. La famiglia si trasferì a Santiago di Cuba quando lui era piccolo e nell’adolescenza lavorò con suo padre, mentre studiava per diventare maestro.
Nelle aule scolastiche conobbe due coraggiosi giovani rivoluzionari, Frank País e Pepito Tey. Si unì a loro nella lotta contro la dittatura di Batista, sino a che, nel 1956, dovette obbligatoriamente andarsene dal paese per non cadere nelle mani della polizia.
In Messico venne detenuto dopo il naufragio del tentativo di una spedizione per il rientro a Cuba, ma finalmente riuscì a farsi mandare dagli Stati Uniti come rappresentate del “Movimento 26 di Luglio” nella provincia centrale di Las Villas.
Dopo aver realizzato diverse attività rivoluzionarie nel novembre del 1958, Pachungo andò in montagna, sull’Escambray, per combattere insieme alle forze dell’esercito ribelle comandate da Che Guevara.
In pochi giorni egli ebbe l’opportunità di dimostrare le sue qualità di combattente, entrando in una caserma occupata dai soldati nemici e ottenendo la loro resa.
Il Che elogiò il suo coraggio e lo nominò responsabile di un plotone di reclute. Negli ultimi momenti della lotta contro la tirannia egli partecipò, agli ordini del Che Guevara, alla storica battaglia di Santa Clara. Dopo il trionfo della Rivoluzione, nel gennaio del 1959, fu nominato capitano.
In seguito partecipò alla ricostruzione economica del paese.
Pachungo fu nominato dirigente di una fabbrica di zucchero, poi di un impianto di zolfo e altri metalli e nel 1963 divenne il responsabile dell’Impresa delle Miniere. Nel 1966 egli partì per la Bolivia.
Pachungo accompagnò il Che nel lungo viaggio da Cuba al Congo e quindi a Ñacahuazú in Bolivia, dove fu destinato al distaccamento di avanguardia del nascente esercito guerrigliero.
Il suo ultimo combattimento fu quello di Quebrada del Yuro, dove fu ferito a morte l’8 ottobre del 1967. Egli morì poco dopo la mezzanotte, mentre i militari boliviani cercavano di portarlo a La Higuera.
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