Nelle prime ore del 10 marzo del 1952, si sapeva già nell’Università de L’Avana che Batista aveva sferrato un Colpo di Stato. Allarmati per la notizia e con crescente preoccupazione per quei fatti, gli studenti cominciarono a muoversi inquieti, cercando di stabilire come reagire in quel momento. Nei giorni di sciopero organizzato dai membri della Federazione Studentesca Universitaria (FEU), gli studenti decisero di realizzare la campagna di mobilitazione popolare in appoggio alla legge fondamentale violata dal colpo militare.
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Quell’attività si chiamò “Giuramento alla Costituzione” e consisteva in una raccolta di firme della popolazione come sostegno.
La mattina di mercoledì 2 aprile non fu quella di una giornata qualsiasi nell’Università e c’era un motivo per l’attesa della cittadinanza.
Cominciò allora la simbolica “Veglia della Costituzione” del 1940, decisa dalla FEU.
Al centro della scalinata c’era una bara, in cui giaceva un testo del Costituzione accompagnato da corone di fiori. testimoni del lutto pubblico. Una guardia di studenti scortava il feretro.
Dopo l’esibizione del “cadavere costituzionale” come elemento energico di protesta civica contro i governanti accusati d’aver scalato il potere passando al disopra del testo venerabile, i dirigenti studenteschi organizzarono il corteo funebre.
Domenica 6, nel pomeriggio e nel più assoluto silenzio, in un ambiente teso, ma sereno, gli studenti avanzarono per calle San Lázaro, dall’Università, sino al Rincón Martiano oggi Museo Fragua Martiana, per seppellire lì la Costituzione e farla rivivere davanti alla statua di José Martí.
Di fronte al busto dell’ Apostolo si sotterrò la Costituzione. A quell’azione presero parte molti studenti rivoluzionari: José Antonio Echeverría, Juan Pedro Carbó, Álvaro Barba, Raúl Castro, Armando Hart e Manolo Carbonell, con centinaia di cittadini.
Quando gli studenti tornarono alla collina terminò la cerimonia. Quello era un metodo efficace e possibile d’effettuare l’opposizione politica.