Prima della Generazione del Centenario


Gli avvenimenti del 26
e 27 novembre del 1952

 

 

26 novembre 2012 - dal libro “El grito del Moncada”, de Mario Mencía/Traduzione Gioia Minuti www.granma.cu

 

 

 

La marcia commemorativa degli studenti cubani

 

 

28.11 - Scalinata Universitaria. Migliaia di giovani riuniti. Sono passati 141 anni dalla fucilazione degli otto studenti di medicina. Ricordando i loro nomi e gridando “presente”, sono stati ricordati dai loro colleghi, Carlos de la Torre, Alfonso Álvarez, Pascual Rodríguez, Eladio González, Ángel Laborde, José de Marcos Medina, Anacleto Bermúdez e Carlos Verdugo.

Gli studenti hanno percorso lo storico tracciato di generazioni di cubani dalla Calle di San Lázaro sino alla spianata de La Punta, lo scenario in cui avvenne la fucilazione.

Lì si è reso omaggio alle vittime del 17 novembre del 1871, azione storica e rappresentativa di coloro che rispettano e onorano i loro martiri.

Guardie d’onore guidate dagli studenti della Facoltà di Medicina de l’Avana hanno custodito le offerte di corone di fiori di Fidel, di Raúl e della gioventù cubana, un tributo presente nel mausoleo, e Lizet Conde, membro della segreteria della facoltà ha sottolineato l’importanza che ha per i giovani cubani, e per gli studenti di medicina, partecipare a cerimonie tanto significative.

Ricordando i 90 anni della Federazione Studentesca Universitaria - FEU -, le ingiuste azioni commesse contro il governo cubano e il processo politico e manipolato contro i Cinque antiterroristi reclusi nelle prigioni degli Stati Uniti, Tomás Díaz, membro della segreteria della FEU, ha ratificato l’impegno dei giovani, con i loro ideali e li ha convocati a pensare in modo permanente al futuro.

Faure Chomón, combattente del Direttorio Rivoluzionario, ha ricordato gli anni in cui la sua generazione fu protagonista della marcia commemorativa ed ha convocato la gioventù ad essere sempre giovane, a sentire come i giovani, l’unica forma per amare la Patria e la Rivoluzione.

Hanno accompagnato gli studenti, Mercedes López Acea, prima segretaria del Partito nella capitale e membro del Burò Politico; Yuniasky Crespo, prima segretaria della Unione dei Giovanni comunisti; Mirthia Julia Brossard, presidentessa della FEEM e Lisara Corona, presidentessa della FEU, tra i tanti.

Il 26 novembre 1952, come parte della promozione per la partecipazione alla cerimonia di commemorazione dell’81º anniversario della fucilazione degli 8 studenti di medicina, uccisi dal governo coloniale spagnolo nel 1871, avvenne un fatto di speciale significato perchè reiterava la tattica d’irruzione studentesca in aree lontane dalle mura dell’università.

 


José Antonio Echeverría guida la protesta. Nella foto, l’esemplare comportamenti dell’arbitro Amado Maestri, in difesa degli studenti, di fronte alla repressione della polizia

Un numeroso gruppo si lanciò nel campo da gioco dello stadio del Cerro, la più importante installazione sportiva del paese, durante lo svolgimento di una partita di baseball.

 

Circa 20000 spettatori videro allora che gli studenti spiegavano un’enorme striscione con scritto “Abbasso la dittatura”.

 

Rapidamente decine di poliziotti irruppero nel campo per colpire i giovani, che si difesero con i pugni, prima d’essere detenuti con la forza.

 

Era una nuova presentazione delle credenziali di José Antonio Echeverría, arrestato con Juan Pedro Carbó e altri vari universitari.

 

Il giorno dopo l’Università de L’Avana riuniva la popolazione sulla sua gigantesca scalinata. Ogni ricorrenza patriottica era occasione per trasformare la tribuna evocatrice in barricata d’agitazione contro il regime.

 

Quel 27 novembre, decine di uomini vincolati a Fidel, andarono di notte all’Università.

 

Quando le autorità tolsero l’elettricità nella zona, non era ancora terminata la manifestazione di massa e in più un piccolo impianto clandestino, il secondo che il medico di Matanzas, Mario Muñoz, aveva consegnato a Fidel, ne trasmetteva la cronaca.

 

Fu l’ultima azione della propaganda illegale dell’incipiente movimento, in quella prima fase di scontro con la tirannia, ma non l’abbandono delle agitazioni e della propaganda rivoluzionaria.

 

Fidel approfittò di tutte le opportunità d’apertura nella stampa legale e delle grandi manifestazioni studentesche del gennaio e febbraio del 1953, per attaccare il regime e addestrare e depurare le fila dei suoi seguaci.

 

Quella notte del 27 novembre del 1952, lo studente di scienze commerciali, e lavoratore, Reinaldo Boris Luis Santa Coloma entrò nel movimento. Suo intermediario, amico e compagno di lavoro, Jesús Montané.

 

Montané occupava l’incarico d’amministratore nella ditta Frigidaire.

 

Lì lavorava Boris, in constante scontro con l’impresa, come segretario generale del sindacato organizzato da lui stesso.

 

Con un gesto di grande sensibilità e una mostra d una chiara coscienza di classe, in contraddizione con la sua posizione sociale, Montané, quando poco dopo ricevette dai padroni l’ordine di preparare i documenti per il licenziamento di Boris, si rifiutò di farlo e rinunciò al suo ben remunerato posto di lavoro in quella filiale della poderosa multinazionale nordamericana.