Il traduttore si scusa per gli errori |
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Il rivoluzionario con il pensiero più profondo di Nuestra America |
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28 gennaio 2012 - www.granma.cu
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Quando quel 28 gennaio del 1953 vide la luce, a L’Avana, José Martí y Pérez, i suoi genitori non immaginarono che quel bambino avrebbe esercitato influenze telluriche nel destino del suo popolo e di tutto il continente che lui magistralmente chiamò ‘Nuestra America’.
Perchè Martí fu uno di quegli uomini eccezionali, solari e vulcanici, che come lui stesso disse alcune volte, illuminano come l’astro, sentono come sentirebbero le viscere della Terra, i seni dei mari e l’immensità continentale.
L’Apostolo riassunse e rappresentò come nessuno, l’eredità patriottica dei suoi predecessori e fu nello stesso tempo generatore di nuovi e più alti scalini nel processo di consolidamento della nazione cubana.
Il suo pensiero e la sua azione superarono le frontiere della terra natale, per esprimere con passione e convinzione senza pari i più profondi e cari aneliti della Grande Patria Latinoamericana.
Senza un apice di sciovinismo, si può affermare che Martì è il rivoluzionario del pensiero più profondo di Nuestra America ed è un uomo infinitamente universale. Questo si apprezza in tutta la sua opera e per tutta la sua vita. Martí vide nella lotta degli umili una costante del suo tempo, dalla quale doveva sorgere, per forza, un mondo nuovo.
Seppe avvisare che ci sarebbe giunto addosso, forgiato dai lavoratori, un nuovo universo.
Nelle sue cronache e negli articoli inseriti nelle sue ‘scene nordamericane’, parla con evidente ammirazione delle associazioni di operai, della rivoluzione del lavoro, dei grandi scioperi. Di Karl Marx disse che ‘ dato che si pose a lato di deboli, merita onore’.
E Martì lo defini “un agitatore titanico delle collere dei lavoratori europei’ e ‘con uno sguardo profondo nella regione delle miserie umane e dei destini degli umini’, ‘un uomo mangiato dell’ansia di fare bene’.
Como in una visione, Martí assicurava che ‘il lavoratore si sta stancando di reggere il mondo e sembra deciso a scrollarselo dalle spalle e cercare un modo di andare, senza tanto sudore, per la vita.
Martí, che parlava con tenerezza degli operai umili, credeva fermamente che senza la partecipazione dei lavoratori, degli elementi popolari, non era possibile la Rivoluzione, nè a Cuba, nè in qualsiasi altra parte.
La guerra giusta e necessaria, come lui chiamò l’insurrezione armata che scatenò nel 1895, non fu solo per liberare Cuba e Puerto Rico.
Come disse al suo amico Manuel Mercato, quanto aveva fatto e farebbe, era per impedire a tempo, con l’indipendenza di Cuba che si estendessero per le Antille gli Stati Uniti e cadessero con più forza sulle nostre terre d’America.
E per questa convinzione preveggente, una e un’altra volta, nei suoi discorsi sottolinea che il cubano non può abbandonare l’unità del pensiero e questo, come chiarì, non vuol dire in nessuno modo la servitù dell’opinione, e per questo concepisce un programma politico unitario e organizza un solo Partito, come unica via che permetta di sviluppare questa forza indissolubile nella lotta per l’indipendenza e la sovranità della nazione.
Indipendenza, sovranità giustizia sociale ed unità del popolo. Per ottenerli, lo stesso dilemma e la stessa problematica che ha Cuba oggi di fronte agli Stati Uniti, la stessa necessità, la stessa sfida, e per questo abbiamo un solo Partito.
Quel patriota con la parola accattivante, quel combattente puro e sacrificato che in una notte piovosa sbarcò con cinque suoi compagni, con una barca a remi, tra gli impervi faraglioni della costa sud orientale, rappresenta la decisione, la ragione, la fede nel popolo, nella combattività dei cubani di fronte ai poderosi nemici in tutte le epoche.
Per questo Martí è presente in tutte le nostre lotte e negli sforzi di oggi, nelle allegrie di vittorie e nelle conquiste, nel lavoro quotidiano per far avanzare la Rivoluzione tra tante difficoltà, con la guida di Fide, di Raúl e del Partito.
Le sue idee hanno avuto una tale forza e proiezione che non solo hanno animato gli uomini della generazione storica, ma si trovano in ogni passo dell’opera immortale della Rivoluzione, di cui è l’Autore Intellettuale.
La vigenza di José Martì, insomma non terminerà mai, nè a Cuba nè in qualsiasi angolo dell’ America Latina. La sua opera colossale e il suo esempio dureranno eternamente.
Fiaccole che moltiplicano lo spirito dell’Apostolo Raquel Marrero Yanes / Yohan Rodríguez Blanco
Ancora una volta la fibra martiana ha ispirato il popolo cubano, che ha moltiplicato ieri ad ogni passo lo spirito dell’uomo al quale nulla dell’umano era sconosciuto, il più universale dei cubani, l’Eroe Nazionale, l’Apostolo, il Maestro.
Con il sentimento di un popolo che non dimentica i suoi Eroi, migliaia di giovani, guidati dalla Federazione Studentesca Universitaria – FEU- hanno illuminato con le loro fiaccole le strade de L’Avana con la parola d’ordine “Cinquant’anni d’avanguardia e andiamo avanti”, come omaggio a José Martí nel 159º anniversario della sua nascita.
Pochi minuti prima delle ventuno, davanti alla Collina Universitaria, è stato reso omaggio a Julio Antonio Mella, e Carlos Rangel Irola, presidente della FEU, ha segnalato che questo 28 gennaio sarà doppiamente storico per la nazione cubana, perchè la Conferenza Nazionale del Partito sarà uno spazio di dibattito da cui il socialismo uscirà più forte e dove gli aneliti di Martí troveranno incarnazioni virtuose per continuare ad illuminare il difficile cammino verso l’Uomo Nuovo.
L’incontro è stato presieduto dai membri del Burò Politico Mercedes López Acea, prima segretaria del Partito nella capitale, da Miguel Díaz-Canel, ministro d’Educazione Superiore; da Liudmila Álamo Dueñas, prima segretaria della UJC; dai membri della Segreteria del Comitato Centrale del Partito Olga Lidia Tapia e José Ramón Balaguer, da familiari dei Cinque, tra le tante personalità e dirigenti.
La marcia è iniziata quando la folla, con i colori della Patria, ha cominciato a scendere la scalinata, portando bandiere, ritratti e messaggi di ricordo dell’uomo de ‘La Edad de Oro’.
La manifestazione ha marciato per tutta via San Lázaro, per estendere l’omaggio alla Fragua Martiana, Museo che celebra il suo 60º anniversario oggi, 28 gennaio.
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Sfilate
e parate di pionieri
il
28 gennaio |
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26 gennaio 2012 - www.granma.cu
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Più di un milione di bambini e adolescenti parteciperanno alle sfilate e alle parate che sono parte delle manifestazioni previste per il 28 gennaio, in occasione del 159º anniversario della nascita di José Martí.
Le strade, le piazze e i parchi de 168 municipi dell’Isola saranno sedi dell’omaggio che avrà caratteristiche proprie dei luoghi e molto delle iniziative di ognuno degli ottomila gruppi delle scuole elementari, medie e d’insegnamento speciale.
In ogni marcia e azione commemorativa saranno presenti le idee di Martí sullo studio, le professioni e i mestieri, la scuola. la Patria e la Rivoluzione, il suo umanesimo e l’antimperialismo, e a questo appuntamento tutti andranno con un fiore, come offerta d’infinto amore per l’uomo de “La Edad de Oro”.
La sede principale dell’omaggio sarà come sempre Piazza della Rivoluzione José Martí, dove la mattina presto, una cerimonia politico-culturale riunirà ai piedi del monumento all’Eroe Nazionale di Cuba, 300 scolari dei municipi della capitale di Centro Habana, Cerro e Plaza de la Revolución.
Maestri, professori ed istruttori d’arte, accompagneranno i pionieri in una giornata indimenticabile, la chiusura felice di una festa martiana che per una settimana ha fatto volare l’immaginazione dei collettivi, per onorare in molti modi l’Apostolo, nel giorno della sua nascita.
Yamilé Ramos Cordero, presidentessa dell’Organizzazione dei Pionieri José Martí, ha ricordato i concorsi, i seminari letterari, i dibattiti e le esposizioni nei circoli d’interesse su Martì, non solo nelle scuole, ma nei quartieri, nei centri di lavoro ed in altri spazi della comunità. Inoltre le visite ai musei ed ai luoghi vincolati alla storia della Patria e alla vita e l’opera del Maestro, e alla casa in calle Paula, a l’Avana, oggi chiamata con il nome di sua madre, Leonor Pérez, dove José Martí nacque il 28 gennaio del 1853, e alla Fragua Martiana, che sabato 28 compirà 60 anni dalla fondazione.
Domani, venerdì 27, si svolgerà un mattutino speciale in tutti i collettivi e riceveranno la distinzione 28 gennaio i migliori nella prima delle tre tappe d’emulazione pionieristica corrispondente al corso scolastico 2011-2012.
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Quel 28 gennaio del 1953
Generazione del Centenario |
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25 gennaio 2012 - www.granma.cu
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La Marcia delle Fiaccole, in memoria dell’Apostolo José Martí, si realizzò per la prima volta alla mezzanotte del 27 gennaio del 1953, per commemorare, dalla vigilia, il centenario della sua nascita.
Quell’omaggio organizzato dalla Federazione Studentesca Universitaria, affrontò l’opposizione della tirannia di Batista che negò ai giovani il permesso di effettuare l’attività.
Ma indubbiamente la negazione non li intimorì: continuarono nel loro proposito e trasformarono le fiaccole in armi di difesa quando furono aggrediti dagli sbirri.
Quel martedì 27 alle 23.30 un’immensa massa di giovani e di popolo, che portava le fiaccole, cominciò a discendere per Calle San Lázaro verso calle Infanta.
L’impressionante torrente luminoso completò il tragitto, giungendo la mattina del 28 gennaio alla Fragua e al Rincón Martiano, in calle 25, tra calle Hospitales e calle Principe, in quel luogo dove c’erano le cave di San Lázaro, dove il giovane Martí, a 17 anni, sofferse il rigore del lavoro forzato, per la sua condanna.
Tra quella fola patriottica che formava la marcia, c’erano quasi tutti i giovani che si stavano addestrando, guidati da Fidel per l’assalto alla caserme Moncada, e Santiago di Cuba, e Carlos Manuel de Céspedes, a Bayamo, il 26 luglio del 1953.
Loro, per il fruttuoso sacrificio di lottare contro il despotismo e per la definitiva liberazione della Patria, in accordo con il pensiero martiano, guadagnarono la giusta identificazione di ‘Generazione del Centenario’.
Su quell’avvenimento Melba Hernández ha testimoniato: "Per commemorare il centenario dell’Apostolo, facemmo la storica peregrinazione con le fiaccole. Si mobilitarono i compagni de L’Avana e di Pinar del Río per partecipare. Fu un bello ed emozionante omaggio all’Apostolo quella sfilata in attesa del 28 gennaio del 1953!
Dall’Università scesero migliaia di giovani con le loro fiaccole. Tra loro c’eravamo noi, già come gruppo organizzato. Le nostre fiaccole avevano grandi chiodi per rispondere alla polizia se ci attaccava. Marciammo braccio a braccio, disciplinatamene, e la gente vedendoci passare s’impressionava”.
Raúl Castro ha detto a questo proposito: “Il 28 gennaio del 1953, centenario della nascita di José Martí, parte dalla scalinata dell’Università un’importate manifestazione alla quale parteciparono operai, studenti, impiegati e popolo in generale e tra quella folla si notava un gruppo di migliaia di giovani che, occupando sei isolati, marciavano in perfetta formazione, richiamando davvero l’attenzione. Davanti a loro camminava Fidel!”
Su quel tema Fidel diceva: “Si deve far andare un motore piccolo che aiuti a mettere in moto quello grande”. Il motore piccolo era l’azione iniziale con quei giovani che, marciando militarmente, lo seguivano in quel 28 gennaio del 1953. |
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Per Martí e per Cuba |
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24 gennaio 2012 - Raquel Marrero Yanes - Yohan Rodríguez Blanco www.granma.cu
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Un’altra volta con Martí come ragione, migliaia di fiaccole illumineranno le strade de L’Avana nella notte di venerdì 27, in attesa del 28, onorando l’Eroe Nazionale nel 159º anniversario della sua nascita.
Nella ‘Fragua Martiana’, dove sono stati analizzati i dettagli organizzativi, Carlos Rangel Irola, presidente nazionale della Federazione Studentesca Universitaria (FEU), ha spiegato che le fiaccole portate dagli studenti rappresentano l’impegno di questa generazione di mantenere le conquiste della Rivoluzione e che questo impegno sarà il supporto della gioventù cubana nella Conferenza Nazionale del Partito.
Osnay Miguel Colina, membro del Burò Nazionale dell’Unione dei Giovani Comunisti (UJC), ha convocato a partecipare alla Marcia tutti coloro che si sentono martiani e che potranno dimostrare la loro adesione portando una fiaccola confezionata con le proprie mani, in appoggio alla continuità del presente e del futuro della Patria.
“Sarà un omaggio a Martí, ai patrioti cubani, alla direzione storica della Rivoluzione e ai Cinque Eroi”, ha spiegato in una conferenza stampa il dirigente giovanile.
La tradizionale Marcia delle Fiaccole partirà dopo le ventuno dalla scalinata universitaria, per scendere poi lungo calle San Labaro, sino alla Fragua Martiana.
Il popolo, gli studenti della FEU e dell’insegnamento medio, i dirigenti della UJC e del PCC con in testa la Federazione studentesca integreranno la storica marcia, che in questa occasione avrà come unico scenario la capitale.
L’Organizzazione dei Pionieri José Martí, con il Ministero dell’Educazione stanno preparando un incontro politico culturale, che si svolgerà sabato 28, alla base del monumento a José Martí, in Piazza della Rivoluzione e nelle altre province si svolgeranno omaggi simili.
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