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La trascendenza del Manifesto di Montecristi |
27 marzo 2012 - Elsy Fors Garzon www.granma.cu
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La firma del Manifesto di Montecristi di Máximo Gómez e José Martí marcò la base ideologica della guerra per l’indipendenza di Cuba, ha affermato Francisco Roberto Payano, coordinatore nazionale della Campagna di Solidarietà con Cuba, a Santo Domingo.
In una dichiarazione letta nel luogo in cui fu firmato il Manifesto, Payano ha detto che Gómez fu un vero Generalissimo, nato a Baní, in Repubblica Dominicana.
“Giunse a Cuba come ufficiale di cavalleria dell’Esercito spagnolo, ma invece di adattarsi alla buona vita dei colonizzatori, appoggiò con le armi la Guerra dei 10 anni, perchè decise di non restare indifferente alla schiavitù e agli abusi spagnoli contro la cittadinanza”, ha ricordato Payano.
Alla fine della guerra non aveva più risorse, ma rifiutò incarichi e denaro offerti dal Capitano Generale Arsenio Martínez Campos e si ritirò con la sua famiglia in Giamaica.
“Credette però nuovamente nella lotta dei popoli, ha aggiunto Payano, e ritornò a Cuba con l’Apostolo José Martí, che sarà poi dichiarato autore intellettuale dell’assalto alla Caserma Moncada, all’inizio della guerra di liberazione”.
“Il grande legato del Manifesto di Montecristi, ha detto ancora il coordinatore nazionale della Campagna di Solidarietà, sta nel dimostrare che Cuba e la Repubblica Dominicana erano vicine nell’internazionalismo, nella disciplina e nella coscienza dei Mambí, per dare battaglia contro una forza sette volte superiore e con armi molto più moderne”.
“Gli amici di Cuba, gli internazionalisti e fratelli dei poveri di tutto il mondo, da qui salutiamo il popolo di José Martí, la sua lotta per conquistare la sua indipendenza, esempio con i suoi Eroi, vivi e morti, che le permetterà di andare avanti aquila tra tanti serpenti”, ha concluso Payano.
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