Le famiglie cubane sono proprietarie di quasi l’85% degli alloggi esistenti nel paese e solo il 6% di questi è vincolato con organismi dell’amministrazione centrale dello Stato.
Il resto si trova in regine di affitto di vario genere, secondo il recente rapporto che riflette la situazione fino al 2011, redatto da specialisti del settore nazionale ed al quale la AIN ha avuto accesso.
La fonte riporta che esistono quasi 4 milioni di immobili, il 60% dei quali fu costruito dopo il trionfo della Rivoluzione nel 1959.
La grande maggioranza sono case ed appartamenti, mentre la maggior quantità corrisponde alle tecnologie costruttive I e II, composte da pareti di pannelli, mattoni, laterizi e coperture pesanti o semi pesanti.
Un aspetto che rivela il miglioramento della qualità della vita della popolazione è rappresentato dal fatto che il 75% del totale è ubicato in zone urbanizzate, con un’occupazione media di 3,4 abitanti per alloggio.
Tuttavia il 63% degli immobili è stato classificato in buono stato mentre il 37% in sufficiente o cattivo, a causa della loro vetustà e per la mancanza di un’adeguata politica di manutenzione statale e da parte della popolazione.
Nonostante ciò, la situazione è cambiata negli ultimi 10 anni soprattutto nei Centri Storici delle Città, grazie al contributo degli studi di pericolo, vulnerabilità e rischio dell’Agenzia Ambientale.
Questi studi influiscono nella proiezione delle edificazioni se si considerano i danni avvenuti dal 2001 al 2008 per il passaggio di 10 uragani che hanno colpito milioni di case, il cui recupero è un obiettivo essenziale del settore.
Il Decreto Legge 288, del 28 ottobre 2011, ha introdotto maggiore flessibilità nelle procedure relative al trasferimento della proprietà, le donazioni e le compravendite degli immobili.