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Cultura - Casa de las Americas
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Premio
Casa per Zuleica Romay |
27 gennaio 2012 - Madeleine Sautié
Rodríguez
www.granma.cu
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La
cubana Zuleica Romay ha vinto il Premio Straordinario per gli studi sulla
presenza negra nell’ America e nei Caraibi contemporanei, assegnato dalla
Casa de las Américas nell’edizione 53ª del prestigioso premio letterario,
per il saggio “Elogio de la altea o las paradojas de la racialidad”.
"Questo
è il premio più importante che ho vinto nella mia breve carriera come
scrittrice; scrivere il libro mi ha reso migliore come essere umano” ha
detto Zuleica Romay alla stampa, dopo la consegna del meritato
riconoscimento di un’opera che, ha detto la giuria, presenta una coerenza
tematica e un’unità nel progetto ed offre una narrativa nella quale
l’autrice si colloca pienamente come soggetto di un’esperienza storica della
quale parla con conoscenza e fondamenta documentate.
Il premio al genere teatro è andato all’opera
“El tao del sexo”, degli argentini Ignacio Apolo e Laura Gutman; nella
letteratura per bambini e giovani, la premiata è stata l’argentina Josefina
Porcelli Piussi, con il romanzo “Mi hermano llegó de otro planeta un día de
mucho viento; nella letteratura caraibica in francese o creolo ha vinto
l’opera “Le sang et la mer”, del haitiano Gary Víctor, e in letteratura
brasiliana ha vinto “O alufá Rufino. Tráfico, escravidão e liberdade no
Atlântico negro (1822-1853)”, di João José Reis, Flávio dos Santos Gomes e
Marcos J. M. de Carvalho.
Il Premio di Studi sui latini negli Stati
Uniti è stato assegnato alla saggista Cristina Beltrán per “The Trouble With
Unity: Latino Politics and the Creation of Identity”.
Hanno ricevuto i premi onorifici di Saggio
Ezequiel Martínez Estrada; di narrativa, José María Arguedas, e di poesía
José Lezama Lima, le rispettive oper “Promesa y descontento de la modernidad.
Estudios literarios y culturales en América Latina”, del peruviano Raúl
Bueno; “Blanco nocturno”, dell’argentino Ricardo Piglia, e “Obra cierta.
Antología poética”, del ecuadoriano Humberto Vinueza.
Erano presenti Armando Hart Dávalos, direttore
dell’ Ufficio del Programma Martiano; Abel Prieto, ministro di Cultura, e
Roberto Fernández Retamar, presidente della Casa de las Américas. |
Il Premio Casa è il Nobel
Latinoamericano |
26 gennaio 2012 -
www.granma.cu
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Il
cineasta haitiano Arnold Antonin, ha definito il Premio Letterario Casa de
las Américas, il Nobel dell’America Latina, parlando con la AIN in questa
istituzione culturale, radicata nella capitale cubana.
Antonin,
che integra la Giuria della 53ª edizione del concorso, che giudica le opere
presentate nella categoria di letteratura dei Caraibi, in francese o in
creolo, ha sottolineato che nel mondo solo il premio Nobel di Letteratura e
quello della Casa, non esigono che le opere presentate siano prima tradotte
alla lingua patrocinatrice dei rispettivi concorsi.
“Dobbiamo
ringraziate la Casa de la las Américas perchè, con eccezione della lingua
olandese, a L’Avana di accettano in concorso tutte quelle parlate in America
Latina e nei Caraibi.
Inoltre ha detto
che la cultura cubana ha la virtù di aprirsi alle altre, senza soffrire di
narcisismi o guardare solo verso sè stessa.
A proposito
delle opere presentate in questa edizione, ha spiegato che sono
rappresentative della letteratura dei Caraibi nella sua ampia diversità e si
è mostrato molto soddisfatto, perchè i suoi compatrioti hanno una grande
partecipazione, con vari romanzi e racconti; inoltre ha apprezzato la
qualità generale dei testi in concorso con logici dislivelli.
Ha ringraziato
Cuba per la trasmissione alla televisione del suo documentario “Cronaca di
una tragedia”, sul terremoto che ha colpito la sua Patria nel gennaio del
2010.
“Ho cominciato a
filmare dal primo giorno in cui accadde, perchè volevo dare una visione dei
fatti dall’ottica dei miei concittadini. Il terremoto ha provocato tanti
morti - più di 300000- soprattutto per le precarie condizioni di vita degli
haitiani”.
Il centro del
dibattito nazionale è sulla ricostruzione e il dilemma di non ricostruire un
paese peggiore di quello precedente il terremoto e fondarlo su nuove basi
politiche, culturali e tecnologiche di convivenza e sostenibilità con
l’ambiente. |
Premi Casa: primizia
editoriale
per i lettori di Cienfuegos |
23 gennaio 2012 -
www.granma.cu
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La
Casa de las Américas ha presentato ai lettori di Cienfuegos la primizia
delle sue ultime novità editoriali, i premi che la Giuria scelse l’anno
scorso, per l’edizione 2011, in questa stessa città.
Al finale di una
settimana di letture, i giurati della presente convocazione, la numero 53
del concorso letterario, hanno partecipato con i dirigenti dell’istituzione,
guidati dal suo presidente, il poeta Roberto Fernández Retamar, alla
presentazione dei testi premiati nel gennaio del 2011.
Roberto Zurbano,
direttore dell’editrice della Casa, ha detto che il quaderno di racconti “La
bota sobre el toro muerto”, del cubano Emerio Medina, è una collezione di
storie del mondo intero, per i differenti scenari geografici, con la morte
come filo conduttore, ed è la conferma di una autore che non appartiene a
nessun circolo letterario.
Del romanzo “La
venganza de las chachas”, del messicano Gabriel Santander Botello, ha
segnalato la forma del metodo per creare uno spazio fisico fittizio, in
questo caso gli Stati Uniti del Bajío, ricorrendo all’erotismo come
ingrediente del discorso narrativo.
Di Nelson de
Oliveira ha sottolineato il fatto che già contava su un altro Premio Casa e
che l’anno scorso ha vinto nella sezione della cultura brasiliana, con il
suo testo “Polvo: demonios y maldiciones”, un romanzo maledetto, con un
linguaggio che fa impazzire il lettore, che termina divenendo lui stesso un
personaggio dell’opera.
L’argentino
Carlos E. Bishoff, ha detto Zurbano, ha ripreso il tema delle dittature
militari nel Cono Sud americano, per creare il libro che ha vinto nella
sezione del testimonio.
L’opera
intitolata “Su paso” racconta le vicissitudini attraverso i dialoghi nei bar
con i suoi amici, a Barcellona, ai quali narra la sua vita con senso
umoristico.
Fernández
Retamar ha ripassato alcune pagine del numero 265 della rivista Casa,
pubblicazione dell’istituzione che è ispirato ad un’edizione antologica del
1966 (Africa in America) e che torna sul tema in occasione del 2011,
dichiarato dalla ONU come Anno Internazionale degli Afrodiscendenti.
Vivian Martínez,
direttrice di teatro della Casa de las Américas, ha richiamato l’attenzione
sui materiali raggruppati nell’edizione doppia(160-161) della rivista che
lei stessa dirige. |
Il Premio Casa ha aperto le
porte alla
drammaturga salvadoregna
Jorgelina Cerritos |
20 gennaio 2012 -
F.G.Navarro www.granma.cu
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La
drammaturga salvadoregna Jorgelina Cerritos ha assicurato che il suo trionfo
nel Premio Casa '2010 le ha aperto le porte del riconoscimento in un paese
come il suo, con poca tradizione nel genere teatrale.
La Cerritos,
vincitrice del concorso letterario con il suo dramma "Al otro lado del mar",
da detto a Prensa Latina che la sua inclusione nella Giuria del Premio Casa
quest’anno, è la ragion per cui si trova a Cienfuegos ed è come la seconda
parte dello stesso sbalordimento.
Tra le
possibilità aperte dal premio conquistato tra 138 opere in concorso, la
scrittrice ha citato l’invito espresso dagli organizzatori del VI Festival
del Teatro e il Riconoscimento a Formosa, in Argentina, con la lettura della
sua opera.
La più recente
possibilità le è giunta da un suo compatriota, il cineasta André Guttfreund,
l’unico centroamericano vincitore di un Oscar (con il corto “La región del
hielo” nel 1977), che l’ha invitata a partecipare a un seminario di
sceneggiature.
Nel febbraio
prossimo, l’opera premiata a L’Avana sarà pubblicata in San Salvador e la
sua autrice non sarà così più inedita.
Jorgelina
Cerritos forma la Giuria di Teatro della 53ª edizione del Premio Casa de las
Américas, con il messicano Ángel Norzagaray, il brasiliano Orlando Senna,
l’argentino Víctor Winer e il cubano Osvaldo Doimeadiós. |
Eduardo
Galeano: questa Casa ci
ha aiutati a
scoprire l’America
Parole di Eduardo
Galeano nell’inaugurazione del Premio Casa de las Americas 2012 |
17 gennaio 2012 -
da www.cubadebate.cu traduzione di
Ida Garberi
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“Errata
corrige. Dove dice: 12 ottobre 1492, si deve dire:
28 aprile 1959.
In questo giorno di aprile è stata fondata, a Cuba,
la Casa che più ci ha aiutati a scoprire l’America e
le molte Americhe che l’America contiene.
L’altra data, quella
di ottobre, rende omaggio ai suoi presunti
scopritori, quelli che la storia ufficiale applaude,
ma loro furono più ricopritori che scopritori:
iniziarono il saccheggio coloniale mentendo sulla
realtà americana e negando la sua abbagliante
diversità e le sue più profonde radici.
Invece, la Casa de Las
Americas, nata dalla Rivoluzione Cubana, da mezzo
secolo ci aiuta a vederci coi nostri propri occhi,
dal basso e da dentro, e non con gli sguardi che da
sopra e da fuori ci hanno umiliati sempre.
Questa Casa è la mia
casa, la nostra casa. E perché così la sento, e così
la conosco, sono stato e continuerò ad essere il suo
amico di sempre, d’accordo con quella definizione
dell’amicizia che ci ha trasmesso Carlos Fonseca Amador, il fondatore del Fronte Sandinista: Il vero
amico è quello che critica di fronte ed elogia alle
spalle.
Ma a volte non è
sbagliato elogiare di fronte, quando non è per
dovere di cortesia, né per ipocrita adulazione, né
per paura della verità.
Ed allora uno può
dire, facciamo un esempio: grazie, grazie mille alla
Casa de Las Americas, per tutto quello che ha fatto
e fa per la rivelazione delle nostre energie
creative, mille volte assassinate e mille volte
resuscitate. E grazie, grazie mille, perché quelle
testarde voci rinate che ci parlano dal passato più
remoto e dal più vicino presente, hanno trovato
nella Casa uno spazio di incontro ed una scatola di
risonanza che fino ad allora non esistevano.
Grazie, dunque, mille
grazie, per questo alimento di vitamina D, D di
dignità che tanto c’aiuta a credere che il dovere di
obbedienza, imposto dai poderosi del mondo è, può
essere, la nostra penitenza ma non lo è, né deve
essere il nostro destino”.
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La Casa che più ci ha aiutato
a scoprire l’America
Installata da ieri la Giuria del Premio Letterario Casa de las Américas 2012 |
17 gennaio 2012 -
Madeleine Sautié Rodríguez www.granma.cu
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Un
sentito elogio alla Casa de las Américas per il suo degno ruolo nella
riscoperta del continente, è stato l’essenza del discorso con cui lo
scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ha inaugurato ufficialmente la 53ª
edizione del suo Premio Letterario.
“La
Casa che più ci ha aiutato a scoprire l’America e le molte Americhe che
l’America contiene”, è stato il primo degli argomenti con cui l’autore di
“El libro de los abrazos” ha segnalato la distinzione di questa istituzione
fondata 52 anni fa.
“Più di mezzo secolo, aiutandoci a vederci con
i nostri stessi occhi, da sotto e da dentro, e non con gli sguardi che da
sopra e da fuori ci hanno umiliato da sempre”, ha sottolineato l’oratore,
valutando l’impronta di un’istituzione figlia della Rivoluzione cubana.
“Mille grazie”, è stata l’espressione con cui
ha reiterato la sua lealtà a questo caldo luogo della cultura
latinoamericana che apre le sue porte anche e tutte le latitudini del mondo,
per tutto quello che ha fatto e che fa per la rivelazione delle nostre
energie creatrici, mille volte assassinate e mille volte resuscitate e lo
spazio d’incontro e la cassa di risonanza che significa la Casa per queste
sfidanti voci risorte, che ci parlano dal passato più remoto e dal più
vicino presente”
Erano presenti alla cerimonia d’apertura del
Premio Ricardo Alarcón de Quesada, membro del Burò Politico e presidente
dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolar; Abel Prieto, ministro di
Cultura; Armando Hart Dávalos, membro del Comitato Centrale e direttore
dell’Ufficio del Programa Martiano e Roberto Fernández Retamar, presidente
della Casa.
La Giuria, integrata da una ventina di
prestigiosi intellettuali latinoamericani, dei Caraibi ed europei, è stata
presentata da Jorge Fornet, direttore del Centro d’Investigazioni Letterarie
dell’istituzione. |
Eduardo
Galeano: nel mondo è
impossibile essere neutrali |
13 gennaio 2012 -
www.granma.cu
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Lo scrittore
dell’Uruguay, Eduardo Galeano, ha affermato che è
impossibile essere neutrali in un mondo che si
divide tra indegni ed indignati.
“O si è indegni o si è
indignati”, ha sottolineato in un breve dialogo con
la stampa, al suo arrivo a l’Avana, dopo 10 anni
d’assenza, invitato dalla Casa de Las Americas, dove
la prossima settimana inaugurerà il cui 53° Premio
Letterario.
“La crisi che sta
soffrendo il pianeta ha portato molti ad accettare
cose inaccettabili, portandoli all'indegnità. È per
questo motivo che sorgono i movimenti come quello
degli indignati, che, all'improvviso, diventano
pericolosamente contagiosi in molti paesi”, ha
detto. “Nessuno può contrastare la capacità di
contagio che ha l'indignazione”, ha aggiunto,
riferendosi ai movimenti sociali sorti in varie
nazioni, per protestare contro la disuguaglianza e
la disoccupazione.
In ogni parte si
respira un'energia di cambiamento, che cerca di
manifestarsi.
Le sinistre sono in
ogni luogo e i processi di cambiamento che si
realizzano veramente, crescono lentamente dal basso
verso l'alto, dall’interno verso l’esterno. A volte
sono silenziosi, quasi segreti, ma esistono in ogni
parte”.
“Torno a Cuba, senza
essermene mai andato, perché quest’Isola è sempre
viva dentro di me, nelle mie parole, nelle mie
azioni e nella mia memoria, una memoria viva di
tutto quello che ho ricevuto da lei”, ha affermato.
“Non ho mai nascosto
la mia ammirazione per questa Rivoluzione, esempio
di dignità nazionale e di solidarietà in un mondo
dove il patriottismo è un diritto negato ai paesi
piccoli e poveri”, ha aggiunto.
“Non ho mai conosciuto
nella mia vita un paese tanto solidale come questo,
nessuna Rivoluzione tanto disposta verso gli altri
come questa”, ha detto ancora, e riferendosi al suo
vincolo con Casa de Las Americas, ‘la mia Casa’, ha
ricordato che agli inizi fu un amore poco
corrisposto.
“Ricordo quando
scrissi ‘Le vene aperte’... per arrivare in tempo al
concorso letterario. Tanto sforzo, ma persi nella
competizione”, ha sorriso.
Premiato in tre
occasioni, ora è tornato a Cuba e alla Casa, anche
per presentare il suo libro
“Espejos. Una historia casi universal”,
Premio d’Onore di Narrativa Josè Maríi Arguedas
2011.
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