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Cultura |
Celebrato l’atto artistico culturale del Comitato Organizzatore dell’Associazione di Amicizia Cuba Italia “Miguel D’Estefano Pisani” |
10 aprile 2012 - M.Rizzo www.granma.cu
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Convocati dal Comitato Organizzatore dell’Associazione Cuba-Italia “Miguel D´Estefano Pisani”, membri ed invitati sono giunti nelle ore pomeridiane di sabato 24 marzo, nella Casa de Africa della Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana, per partecipare ad un’interessante conferenza tenuta dall’italo-cubano, Dr. Ovidio D’Angelo, ricercatore e professore titolare del Centro di Investigazione Psicologica e Sociologica di Cuba (CIPS) sulla Multiculturalità, Diversità e Dialogo Internazionale.
Alberto Granado, Direttore dell’istituzione ha dato il benvenuto ai presenti ed ha ricordato di trovarsi in un luogo simbolo dell’italianità a Cuba, la Sala Fabio di Celmo, giovane turista italiano vittima innocente delle azioni terroriste contro Cuba, morto nel 1997. Ha evidenziato inoltre le ampie e fruttifere relazioni che la Casa de Africa mantiene con il Comitato Habana della Società Culturale “Dante Alighieri” e con lo stesso Comitato Organizzatore dell’Associazione Cuba Italia.
Il professor D’Angelo si è riferito agli incontri tra civiltà, rimarcando come spesso questi acquisiscono il carattere di dominazione di un gruppo sull’altro, non trattandosi di questo, nel caso dell’inclusione dei valori della cultura italiana nella società cubana, la quale fu conseguenza di un’abbondante emigrazione fin da epoche remote che si riflette nell’architettura militare, la scultura, il teatro, il canto lirico, l’artigianato ed altri campi.
Ha dettagliato il modo attraverso il quale si sono trasmessi i valori, che in un modo o nell’altro si sono integrati a stili e credenze dei cubani, ai tempi in cui questi acquisirono determinate peculiarità in dipendenza delle origini degli immigrati e dello stato dell’integrazione.
Il Professore si è riferito all’importanza di conservare le buone tradizioni tra le diverse generazioni, l’appropriazione di usanze e costumi, così come la trasformazione ed il necessario dialogo che si dovrà sostenere tra bambini, giovani, adulti ed anziani per rendere tutto ciò fattibile.
Il titolare della conferenza ed il Presidente del Comitato Organizzatore, Dr. Ernesto Marziota, hanno incitato i partecipanti ad esporre le proprie esperienze familiari, fatto che ha generato numerosi ed articolati interventi dei partecipanti.
Si è precisato che attualmente esistono due gruppi di famiglie: quelle che hanno conosciuto e condiviso esperienze con i familiari italiani immigranti e quelle che non hanno avuto l’opportunità di farlo, anche se attraverso la tradizione orale hanno conservato i valori dell’italianità. È stato esposto che durante la prima decade del XX secolo si è verificata la maggiore immigrazione dall’Italia verso Cuba, soprattutto dal sud Italia, dalle regioni della Calabria, Basilicata e Campania, un esodo formato fondamentalmente da artigiani ed agricoltori, immaginando il lungo cammino da percorrere per raggiungere Cuba.
Alcuni dei partecipanti hanno esposto dei veri e propri studi che abbracciano molti anni riguardanti la storia della propria famiglia a Cuba, ed hanno rimarcato quanto sia necessario continuare ad approfondire tale studio per identificare valori, fatti rilevanti e giungere un giorno a poter raccogliere il tutto in una pubblicazione per evitare che tali fatti passino inavvertiti.
Hanno parlato discendenti delle famiglie Benigni, i Rizzo, gli Stabile e i Riccardi. Anche dei D’Angelo, Mazzino, Gentile e altri. Non sono mancate scene emotive di incontri familiari tra persone che da tempo avevano perso ogni contatto, cosa che ha aggiunto un alto valore umano all’attività, che dovrà ripetersi e giustifica di buon grado la creazione di questa associazione.
Dalle ricerche realizzate si è potuto concludere che le famiglie di origine italiana nella stragrande maggioranza dei casi di distinguevano per essere famiglie onorate, laboriose, rispettose delle leggi del paese, amiche di tutti e con uno spirito gregario e solidale. Il profondo amore e la gratitudine verso Cuba che gli offrì una vita decente ed anche l’amore per i familiari lontani, per i propri piccoli paesini d’origine e per la grande patria, la lontana Italia, che rappresentò una permanente nostalgia e che solo in pochi tornarono a vedere. Un’altra significativa constatazione è che la presenza italiana a Cuba attraverso i secoli ha reso senza dubbio più condito quell’ “Ajiaco” che Don Fernando Ortiz scoprì e descrisse molti anni fa, ovvero non sono solo spagnole, africane e cinesi le etnie che integrano la popolazione cubana, come a volte si usa dire, ma bisogna includere anche gli italiani per il loro impatto nello sviluppo della nazione cubana ed la numerosa discendenza.
La Dottoressa Giuseppina Moscatelli, Direttrice del Comitato Habana della Dante, ha valutato la riunione come magnifica per l’alto contenuto umano che l’ha aiutata a conoscere meglio l’incognita delle famiglie italo-cubane ed ha rimarcato nuovamente l’importanza dell’assegnare al Dr. Marziota, la Medaglia d’Oro della Società Dante Alighieri per i suoi quattro anni di intensi lavori nel Comitato Organizzatore. Conclusasi la conferenza c’è stato il momento dell’arte dove la musica italiana e cubana si sono viste unite dal comune denominatore della qualità degli autori e degli esponenti.
Eugenia Barrios, a capo della Cattedra di Canto Lirico, dell’Istituto Superiore d’Arte (ISA), riconosciuta soprano lirico cubana, si è fatta accompagnare al pianoforte dalla sua giovane nipote per interpretare un’aria della Tosca ed un brano del ricco repertorio cubano. Prima, un giovane tenore, alunno dell’illustre professoressa, ha impressionato il pubblico con la sua esibizione, qualificata come eccellente da alcuni dei conoscitori presenti nel pubblico.
È stato, riassumendo, un pomeriggio di rimembranze familiari, di convivenza e d’arte, di calore umano che si sprigiona sempre negli incontri di questo Comitato Organizzatore, il cui fine non è altro che la costante ricerca sull’apporto degli italiani ed i loro discendenti nella nazione cubana, conservare l’eredità delle buone tradizioni di famiglia, promuovere l’amicizia tra i membri e la conoscenza della lingua e della cultura italiana.
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