Duecento anni fa si portava La Tarasca durante la processione del Corpus Christi.
La Tarasca era una figura di dragone, mostruosa, che proveniva da alcuni villaggi dell’Isola. La creatura mitologica è riapparsa a L’Avana dopo una lunga assenza, nell’ultimo carnevale di strada, per riscattare le tradizioni ed aggiungere costumi e celebrazioni culturali più vicine ai nostri tempi.
Il pupazzo chiamato Tarasca si fa carico di tutti i mali che turbano la società prima d’essere bruciato, e le persone gli gettano addosso anche l’invidia, la gola, la solitudine, condannate al rogo con il dragone, bruciato nel Malecón de L’Avana.
Prima d’essere bruciato il pupazzo gigante ha percorso quartieri e strade per permettere alle persone d’avere l’opportunità di raccontargli e scrivergli sul corpo i cattivi pensieri, i ricordi e le esperienze negative.
Il suo lungo percorso è stato accompagnato dalla compagnia “Giganteria”, un gruppo di attori con i trampoli e di musicisti che narrano la storia della creatura e il suo lungo percorso, accompagnati dal ritmo contagioso di una conga cubana.
Nel tardo pomeriggio tutti sono andati al Castello della Punta, ubicato nel Malecón avanero, dov’è stato acceso il rogo della Marasca, mentre il pubblico ballava attorno al falò e improvvisava stornelli.
Il gruppo di teatro di strada "Giganteria", popolare per la sua presenza per le vie della capitale, è il responsabile del recupero della tradizione, dopo che nel 2010 aveva deciso di festeggiare il suo decimo anniversario con uno spettacolo dedicato alla Tarasca.
Il riscatto della tradizione della Tarasca non è un fatto teatrale isolato, ma forma parte della politica del centro culturale storico de L’Avana Vecchia per il riscatto delle tradizioni, costumi e leggende appartenenti al patrimonio intangibile di Cuba.
L’Avana anticamente era una delle città che bruciava la Tarasca nell’epoca della colonia spagnola.