Dall’inizio degli anni ’70 fino ad oggi, Cuba ha realizzato circa 5100 trapianti renali, con una speranza di vita in linea coi i paesi del primo mondo, ha annunciato un esperto della capitale cubana.
Il dottor Alexander Mármol, funzionario dell’Ufficio Nazionale di Trapianti del Ministero della Salute Pubblica (MINSAP), ha commentato che tra i trapianti effettuati quasi 400 sono stati possibili grazie a donatori in vita (familiari diretti come fratelli, padri o figli).
Lo specialista in nefrologia ha precisato che l’Isola possiede un elevato tasso di donatori, grazie ed un programma nazionale che colloca il paese tra quelli con il più basso indice di rigetti.
Il dottore, coordinatore inoltre del Programma di Trapianti Renali, ha illustrato che nel paese il 94% delle operazioni si realizza grazie a donatori deceduti, mettendo in risalto la grande sensibilità della popolazione, pronta ad offrire gli organi dei familiari scomparsi per allungare la vita ad altri malati.
La nazione ha 2700 pazienti in dialisi ed ogni anno tale cifra aumenta del 10%, perché le prime due cause dell’insufficienza renale sono l’ipertensione arteriosa ed il diabete mellitus, malattie in costate aumento a causa dello stile di vita, ha dichiarato.
Il funzionario ha spiegato che lo studio realizzato a Cuba ha determinato che ogni paziente costa allo Stato 20mila dollari l’anno per fornire il trattamento della dialisi, che si realizza a giorni alterni.
Ha aggiunto che nel paese esistono 47 ospedali in grado di prestare questo servizio, anche in località remote.
È stato dimostrato che il trapianto costa un terzo di quanto costa un trattamento di dialisi o, come viene definito, con rene artificiale, ha concluso lo specialista.