Con poche parole sobrie, l'ex Presidente degli
Stati Uniti Jimmy Carter, ha lanciato dalle pagine del New York Times una
denuncia e un allarme: la denuncia della scandalosa violazione dei diritti umani
praticata dal suo paese ormai da più di dieci anni in maniera sistematica e
l'allarme che questa pratica crudele e insensata sta generando reazioni
controproducenti e pericolose per l'equilibrio del mondo.
Jimmy Carter
Un record crudele e inusuale
(The New York Times, 26.6.2012)
Gli Stati Uniti stanno abbandonando il loro ruolo
di campioni mondiali dei diritti umani.
Le rivelazioni del fatto che alti funzionari sono
coinvolti nell’assassinio di persone all’estero, compresi cittadini
statunitensi, sono solo la prova più recente di fino a che punto sia inquietante
la violazione nella nostra nazione dei diritti umani e quanto si sia estesa
questa pratica.
Tutto è cominciato dopo gli attacchi terroristi
dell’11 settembre del 2001, ed è stato convalidato e intensificato dagli
esecutivi di entrambi i partiti e dalle azioni legislative, senza grande
opposizione del pubblico in generale. Come risultato, il nostro paese ormai non
ha autorità morale su questi temi critici.
Anche se il paese già nel passato aveva commesso
errori, l’abuso generalizzato dei diritti umani durante gli ultimi dieci anni ha
avuto un cambio drammatico. Con la leadership degli Stati Uniti, la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata adottata nel 1948 come “il
fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Si trattava
di un impegno coraggioso e chiaro per contenere i poteri che cercavano di
opprimere o di ledere le persone, e stabiliva l’uguaglianza di diritti di tutti
alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla protezione uguale di fronte alla
legge e limitava la tortura, la detenzione arbitraria o l’esodo forzato.
La Dichiarazione era stata invocata dagli
attivisti dei diritti umani e dalla comunità internazionale. E’ preoccupante
che, invece di rafforzare questi principi, le politiche del nostro governo
contro il terrorismo stanno violando chiaramente per lo meno 10 dei 30 articoli
della dichiarazione, compresa la proibizione dei “trattamenti crudeli, inumai o
degradanti”.
La legislazione recente ha dato il diritto legale
al Presidente di trattenere una persona indefinitamente per il sospetto di
affiliazione ad organizzazioni terroriste o “forze associate”, un potere troppo
ampio e vago che può essere oggetto di abuso, senza una supervisione
significativa dei tribunali o del Congresso (la legge in questo momento è
bloccata da un giudice federale). Questa legge viola il diritto alla libertà di
espressione e alla presunzione di innocenza finché non viene provata la sua
colpevolezza, altri due diritti consacrati dalla Dichiarazione.
Oltre ai cittadini nordamericani assassinati o
alla detenzione indefinita, le leggi recenti hanno cancellato le restrizioni
della Legge di Vigilanza di Intelligenza Straniera del 1978 e permettono
violazioni senza precedenti dei nostri diritti alla privacy attraverso
l’ottenimenti di dati e le intercettazione senza l’autorizzazione del giudice e
la violazione, da parte del governo, delle nostre comunicazioni elettroniche. Le
leggi statali permettono di arrestare persone per la loro apparenza, perché
praticano un culto o perché si sono associati con altri individui.
Insieme a questa regola arbitraria che permette
l’assassinio di un individuo da parte di aerei senza pilota, previamente
dichiarato come terrorista nemico, vengono uccise donne e bambini innocenti e
tutto questo viene accettato come inevitabile. Dopo più di 30 attacchi aerei
contro abitazioni civili quest’anno in Afganistan, il presidente Hamid Karzai ha
preteso la fine di questi attacchi, ma la pratica continua in altre zone del
Pakistan, della Somalia e dello Yemen, che non vengono dichiarate come territori
di guerra. Non sappiamo quante centinaia di civili innocenti sono morti in
questi attacchi, ciascuno dei quali approvato dalle più alte autorità di
Washington. Ciò sarebbe stato impensabile in anni precedenti.
Queste politiche danneggiano chiaramente la
politica estera statunitense. Alti funzionari di Intelligenza e militari, come
pure difensori dei diritti umani nelle zone attaccate, affermano che la scalata
con aerei senza pilota stimolano le famiglie colpite a identificarsi con le
organizzazioni terroriste, hanno risvegliato nella popolazione civile dei
sentimenti contrari a noi e permette che i governi repressivi citino questo tipo
di azione per giustificare il loro comportamento dispotico.
E intanto resta aperto il centro di detenzione di
Guantánamo a Cuba, che adesso ospita 169 reclusi. Circa la metà meriterebbe di
essere liberata, invece hanno poche possibilità di ottenere un giorno la
libertà. Le autorità statunitensi hanno rivelato che, al fine di ottenere
confessioni, alcuni sono stati torturati con tecniche come il sottomarino in più
di cento occasioni e intimoriti con armi semiautomatiche, trapani o minacce di
violazioni sessuali. Sorprendentemente questi fatti non possono essere
utilizzati a difesa dagli accusati, poiché il governo afferma che sono stati
prodotti sotto l’ombrello della “sicurezza nazionale”. La maggioranza degli
altri prigionieri non ha alcuna prospettiva di sapere di cosa sono accusati e
nemmeno di venire giudicati.
In un momento in cui le rivoluzioni popolari
stanno scuotendo il mondo, gli Stati Uniti devono rafforzare e non indebolire le
norme basilari dei diritti e dei principi della giustizia enumerati nella
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ma invece di fare un mondo più
sicuro, gli Stati Uniti violano i diritti umani più universali, cosa che esalta
i nostri nemici e ci allontana dai nostri amici.
Come cittadini preoccupati, dobbiamo persuadere
Washington a cambiare rotta e a recuperare la guida morale d’accordo con le
norme internazionali sui diritti umani che avevamo adottato ufficialmente come
nostre e che abbiamo apprezzato per anni.
Jimmy Carter è stato Presidente degli Stati Uniti,
Premio Nobel per la Pace 2002 e fondatore del Centro Carter
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