La Palestina dev’essere il 194º Stato della
ONU! |
17 settembre 12012 - www.granma.cu
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L’Istituto Cubano d’Amicizia con i Popoli (ICAP) ricorda che tra il 16 e il 18 settembre del 1982, avvenne la tragedia di Sabra e Chatila, passata alla storia come uno dei fatti più cruenti e condannati mai registrati nella convulsa regione del Medio Oriente.
Ora si commemorano 30 anni da quell’orribile massacro.
Sabra e Shatila erano due campi delle Nazioni Unite che ospitavano i rifugiati palestinesi, alla periferia di Beirut, capitale della Repubblica del Libano.
Per circa 40 ore, in questi campi circondati e invasi, i membri della Milizia Falangista del Libano, alleati d’Israele, violarono, assassinarono e ferirono un’enorme quantità di civili disarmati, in maggioranza bambini, donne e anziani.
Sino ad oggi s’ignora il vero numero del vittime, ma si ha la certezza che fu il fatto più esecrabile tra quelli condannati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 521 del 19 settembre del 1982, seguita da un’Assemblea Generale del dicembre del 1982, che definì quei fatti “un vero genocidio”.
La difusione attraverso i media della stampa di quell’ignobile massacro, produsse un sentimento d’orrore tra l’opinione pubblica del mondo e dai più diversi settori si alzarono voci irate e di protesta, reclamando il totale chiarimento dei fatti e il castigo dei responsabili e i loro agenti.
Nonostante le prove di quello che il Consiglio di Sicurezza della ONU descrisse come un massacro criminale e che per la memoria collettiva dell’umanità il massacro di Sabra e Chatila è uno dei crimini più spaventosi del XX secolo, l’uomo che è sempre stato considerato personalmente responsabile del crimine, Ariel Sharon, allora ministro della Difesa israeliana, come i suoi seguaci e le persone che eseguirono il delitto, non è mai stato perseguito o processato per l’orrore commesso.
E mentre il popolo palestinese ascolta ancora le grida dei massacrati e sa che gli autori di un così doloroso crimine godono una totale impunita, costoro continuano a reclamare il diritto che vilmente hanno strappato da anni ai palestinesi: la possibilità di vivere in pace, con il diritto all’auto determinazione, il ritorno dei rifugiati, e Gerusalemme capitale.
Divenire lo Stato 194 delle Nazioni Unite permetterà alla Palestina d’essere una nazione ufficialmente riconosciuta, anche se non potrà mai cancellare tutto il dolore che lo Stato sionista di Israele sta infliggendo alla sua popolazione da 60 anni.
Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli
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Conclude la sua visita una |
19 marzo 2012 - www.granma.cu
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Invitata dal Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, una delegazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, guidata dal compagno Abu Sami Marwan, membro del suo Burò Politico, ha vistato Cuba. Durante il soggiorno, la delegazione è stata ricevuta da dirigenti del Partito e di altre organizzazioni e istituzioni cubane.
La delegazione è stata ricevuta nella sede del Comitato Centrale dal compagno José Ramón Balaguer Cabrera, membro della Segreteria del Comitato Centrale e capo del suo Dipartimento delle Relazioni Internazionali, che ha reiterato l’assoluto appoggio e la solidarietà del partito del Governo e del popolo cubani alla giusta causa della Palestina ed ha condannato le costanti aggressioni militari ed i bombardamenti perpetrati da Israele contro il territorio palestinese, che provocano molte vittime, includendo bambini donne e anziani.
Durante il fraterno incontro, il dirigente del Fronte Popolare ha consegnato una lettera per il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz del Segretario Generale di questa organizzazione, che è recluso in una prigione d’Israele.
La delegazione del FPLP ha ringraziato per la permanente solidarietà della Rivoluzione cubana con la causa palestinese e ha reclamato la liberazione dei Cinque combattenti antiterroristi, prigionieri politici da quasi 14 anni degli Stati Uniti.
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