Il 25 maggio 2001, quando stava per concludersi il processo a Miami, la Procura presentò dinanzi alla Corte d'Appello di Atlanta una Petizione di Emergenza per un Ordine Inibitorio (Emergency Petition for Writ of Prohibition).
La prima
cosa che sorprende è
la velocità, poco più di un paio
d'ore, con cui il Governo preparò
questo documento di più di quaranta
pagine. Così descrissero quanto successo:
"Durante la mattinata del 25
maggio 2001, dopo sei giorni di
dibattito, la corte terminò le
istruzioni che sarebbero state date alla
giuria su questo tema. Dopo le 13:00
dello stesso giorno, gli Stati Uniti
ricevettero dal Tribunale del
Distretto una copia
di queste istruzioni. Gli Stati
Uniti contestarono alcune di
queste istruzioni." (Petizione di
Emergenza, pagina 3)
Quello stesso pomeriggio, la Procura
fece
"un passo senza precedenti di
richiedere a questa Corte un ordine
inibitorio" (Ivi, p.4 e
5).
Cosa stava cercando di vietare
l'accusa?
Leggiamo la Petizione di Emergenza:
"Che si ordini alla corte che
istruisca la giuria che non é
necessario trovare che l'imputato Hernandez, o
i suoi co-cospiratori nella
Imputazione Tre dell'accusa, abbiano convenuto che gli
omicidi si verificassero nella
giurisdizione speciale
marittima e territoriale degli Stati Uniti.
Che s'impedisca alla Corte dare
alla giuria
un modello di istruzione di omicidio
di primo grado e istruire la
giuria che deve trovare che
l'imputato Hernandez cospirò per commettere
un omicidio premeditato.
Che s'impedisca alla Corte di dare
alla giuria un'istruzione basata
sulla teoria della difesa in
relazione all'Imputazione
Tre che include le clausole delle convenzioni
e gli allegati dell'ICAO. "(Ivi, pp
39 e 40)
Ma succede che, nel redigere le sue
istruzioni alla giuria la giudice
non fece altro che accordarsi all'accusa che la
Procura aveva fatto
nel maggio 1999: "l'accusato Gerardo Hernandez consapevolmente,
intenzionalmente e illegalmente
si unì, cospirò, fu complice e
si accordò con persone conosciute e
sconosciute al Grand Jury, per
perpetrare un omicidio, che é la morte
senza giustificazione legale di
esseri umani con premeditazione,
nella
giurisdizione speciale marittima e
territoriale degli Stati Uniti, in
violazione del Titolo 18, Codice
degli Stati Uniti, Sezione 1111.
"(Seconda Accusa Sostitutiva,
pagina 14)
Basta confrontare questa accusa del
Governo con l'istruzione della Giudice
per capire che sono identiche:
"L'Imputazione 3 si riferisce
al fatto che l'accusato Gerardo Hernandez cospirò
con altre persone per perpetrare un
assassinio, cioè la morte senza
giustificazione legale di esseri
umani con intenzione criminale e premeditazione
nella giurisdizione
marittima e territoriale speciale degli Stati
Uniti." (Trascrizione del processo
di fronte all'Onorevole Joan A. Lenard, pagine 14587-14588)
La giudice Lenard
di conseguenza segnalò che Gerardo:
"Può essere dichiarato colpevole
del reato solo se tutti i seguenti fatti
siano provati al di là di ogni
ragionevole dubbio.
"Primo. Che le vittime nominate nell'atto di accusa sono morte.
"Secondo. Che l'accusato causò la
morte delle vittime con intento
criminale.
"Terzo. Che l'accusato lo fece con premeditazione.
"Quarto. Che l'assassinio si
verificò all'interno della
giurisdizione marittima e
territoriale speciale degli Stati Uniti.
"(Idem pagine 14598-14599)
Come poteva opporsi, il Governo, ad un'istruzione che
riportava esattamente la sua tesi?
Erano passati due anni da quando il
governo lanciò questa calunnia
senza fondamento contro Gerardo Hernandez
Nordelo e, in quel periodo,
organizzò e finanziò una feroce
campagna di propaganda e sottomise la giuria e
i testimoni a numerose
pressioni, nonostante le ripetute
lamentele della stessa giudice. Dal
maggio 1999 Gerardo fu dichiarato
colpevole non solo dalla stampa
locale, ma anche da tutte le
autorità e personaggi di Miami.
Dentro l'aula del tribunale, però, la
menzogna goffamente fabbricata si
disfece davanti agli argomenti della difesa e le
dichiarazioni di esperti di
entrambe le parti.
Consapevoli del
suo fiasco, la Procura si sentì in
dovere di opporsi alle istruzioni
della Giudice o, che è lo stesso, negare la
sua stessa accusa: "considerando le
prove presentate al processo, questo
costituisce un ostacolo
insormontabile per gli Stati Uniti, in questo caso, e
probabilmente comporterebbe, come
conseguenza, il
fallimento dell'accusa su questa
imputazione" (Petizione di Emergenza,
pagina 21).
La Procura, infine, riconosceva
il suo fallimento. Era un'azione "senza
precedenti" secondo le sue stesse parole.
La Corte d'Appello non accettò
la richiesta.
Neppure concesse la
sospensione temporanea del processo
che era stato anche chiesto dai pubblici
ministeri. La questione ritornò a
Miami. Toccava alla giuria decidere.
E lo fece anche con
inusitata rapidità. I giurati non fecero
nessuna
domanda o espressero il minimo
dubbio. Nessuno
neppure pensò di chiedere
chiarimenti sull'Emergency Petition for Writ of Prohibition.
Lo aveva già detto la Giudice Lenard. Avevano paura. Così,
di fronte a quelle facce minacciose,
affrontando per l'ultima volta le
telecamere e microfoni che li avevano
assediati per mesi, diedero il
verdetto di colpevolezza che gli era
richiesto.
Gerardo Hernandez Nordelo fu condannato
a morire in prigione per un crimine
che non esisteva; per un evento con
il quale non aveva alcuna
relazione; per un'accusa fabbricata
che gli
stessi pubblici ministeri ammisero
che non potevano provare ed avevano
cercato di ritirarla.
Nonostante la sua sconfitta, la
Procura vinse, ottenne ciò che
voleva, punire un innocente e
rubargli la vita. Dopo tutto, successe a
Miami.
Milagro en Miami
El 25 de mayo de 2001, cuando iba a concluir el juicio de Miami, la Fiscalía presentó ante la Corte de Apelaciones en Atlanta una Petición de Emergencia para una Orden Inhibitoria (Emergency Petition for Writ of Prohibition). Lo primero que sorprende es la velocidad –poco más de un par de horas- con que el Gobierno preparó este documento de más de cuarenta páginas.
Así describieron lo ocurrido: "En algún momento durante las horas de la mañana del 25 de mayo de 2001, después de seis días de debate, la corte ultimó las instrucciones que se darían al jurado en este tema. Después de la 1 pm del mismo día, Estados Unidos recibió de la Corte de Distrito una copia de esas instrucciones. Estados Unidos puso objeciones a varias de estas instrucciones.” (Petición de Emergencia, página 3)
Esa misma tarde, la Fiscalía dió “el paso sin precedentes de solicitarle a esta Corte una orden inhibitoria” (Idem, p.4 y 5).
¿Qué buscaba prohibir la Fiscalía?
Leamos la Petición de Emergencia: “Que se le ordene a la corte que instruya al jurado que no es necesario hallar que el acusado Hernández, o sus co-conspiradores en el Cargo Tres de la acusación, haya acordado que los asesinatos ocurrirían en la jurisdicción especial marítima y territorial de Estados Unidos.
Que se le prohíba a la corte darle al jurado una pauta de instrucción de asesinato en primer grado e instruir al jurado que debe hallar que el acusado Hernández conspiró para cometer asesinato premeditado.
Que se le prohíba a la corte darle al jurado una instrucción basada en la teoría de defensa en relación con el Cargo Tres que incluya las cláusulas de las convenciones y anexos de la OACI.” (Idem, Páginas 39 y 40)
Pero sucede que, al redactar sus instrucciones al jurado la Jueza no hizo más que ajustarse a la acusación que la Fiscalía había formulado en mayo de 1999: “el acusado Gerardo Hernández a sabiendas, intencionada e ilegalmente se unió, conspiró, fue cómplice y acordó con personas conocidas y desconocidas para este Gran Jurado, perpetrar asesinato, que es la muerte sin justificación legal de seres humanos con premeditación, en la jurisdicción especial marítima y territorial de Estados Unidos, en violación del Título 18, Código de los Estados Unidos, Sección 1111.” (Segunda Acusación Sustitutiva, página 14)
Basta comparar esta acusación del Gobierno con la instrucción de la Jueza para comprender que son idénticas: “El Cargo 3 refiere que el acusado Gerardo Hernández conspiró con otras personas para perpetrar un asesinato, es decir, la muerte sin justificación legal de seres humanos con intención criminal y premeditación en la jurisdicción marítima y territorial especial de los Estados Unidos.” (Transcripción del juicio ante la Honorable Joan A. Lenard, páginas 14587 a 14.588)
La jueza Lenard en consecuencia señaló que Gerardo:
“Puede ser encontrado culpable de ese delito sólo si todos los hechos siguientes son probados más allá de cualquier duda razonable.
“Primero. Que las víctimas nombradas en la acusación están muertas.
“Segundo. Que el acusado causó la muerte de las víctimas con intención criminal.
“Tercero. Que el acusado lo hizo con premeditación.
“Cuarto. Que el asesinato ocurrió dentro de la jurisdicción marítima y territorial especial de los Estados Unidos.” (Idem páginas 14598 a 14599)
¿Cómo podía objetar el Gobierno una instrucción que calcaba exactamente su propio alegato?
Habían transcurrido dos años desde que el gobierno lanzó esa calumnia sin fundamento contra Gerardo Hernández Nordelo y durante ese tiempo organizó y financió una feroz campaña de propaganda y sometió al jurado y a los testigos a numerosas presiones pese a las reiteradas quejas de la propia jueza. Desde mayo de 1999 Gerardo había sido declarado culpable no sólo por la prensa local sino también por todas las autoridades y personajes de Miami.
Dentro de la sala del tribunal, sin embargo, el infundio torpemente fabricado se deshizo ante los argumentos de la defensa y las declaraciones de especialistas de ambos bandos. Consciente de su fiasco, la Fiscalía se sintió obligada a objetar las instrucciones de la Jueza o, lo que es lo mismo, a negar su propia acusación: “teniendo en cuenta la evidencia presentada durante el juicio, esto constituye un obstáculo insuperable para los Estados Unidos en este caso, y probablemente tendría como consecuencia el fracaso de la acusación en este cargo.” (Emergency Petition, page 21).
La Fiscalía, en fin, reconocía su fracaso. Era una acción “sin precedentes”, según sus propias palabras.
La Corte de Apelaciones no accedió a la petición.
Tampoco concedió la suspensión temporal del juicio que igualmente le habían pedido los fiscales. El asunto regresó a Miami. Tocaba al Jurado pronunciarse.
Y lo hizo también con insólita velocidad. Los jurados no hicieron ninguna pregunta ni expresaron la menor duda. A nadie se le ocurrió siquiera solicitar aclaración sobre la Emergency Petition for Writ of Prohibition. Ya lo había dicho la Jueza Lenard. Tenían miedo. Por eso, frente a aquellos rostros amenazantes, encarando por última vez las cámaras y micrófonos que los habían asediado por largos meses, dieron el veredicto de culpabilidad que se les exigía.
Gerardo Hernández Nordelo fue condenado a morir en prisión por un crimen que no existió; por un suceso con el que él no tuvo relación alguna; por una acusación fabricada que los propios fiscales admitieron que no podían probar y habían tratado de retirarla.
Pese a su derrota, la Fiscalía ganó, logró lo que buscaba, castigar a un inocente y robarle la vida. A fin de cuentas, sucedió en Miami.