La vicepresidente della Federazione degli Studenti dell’Università del Cile (FECH), Camila Vallejo, ha difeso oggi a L’Avana le lotte nel suo paese per implementare un’educazione superiore inclusiva ed al servizio dello sviluppo sociale.
In visita a Cuba a proposito delle celebrazioni per il 50° anniversario dell’Unione dei Giovani Comunisti (UJC), la dirigente considerò necessario lasciare indietro il modello educativo neoliberale del Cile, che ha qualificato come subordinato ad interessi politici ed imprenditoriali.
In un incontro col segretariato della Federazione Studentesca Universitaria di Cuba –la sua prima attività sull’isola dopo essere approdata la vigilia – Vallejo ha spiegato che l’obiettivo delle mobilitazioni nella nazione sud-americana è cercare di costruire un’alternativa democratica nel settore.
L’educazione privata normalmente si caratterizza per la persecuzione politica, gli ostacoli affinché giovani ed accademici non possano organizzarsi, fatto che dimostra che sia un’educazione pensata per riprodurre il modello imperante, ha affermato.
Secondo la dirigente delle Gioventù Comuniste del Cile, durante il governo dell’Unità Popolare (1970-1973), diretto da Salvador Allende, si sono fatti alcuni passi, perduti poi con la dittatura di Augusto Pinochet che ha incominciato a governare dopo un sanguinante golpe di Stato nel settembre del 1973.
Vallejo insieme a migliaia di giovani cileni ha primeggiato negli ultimi mesi proteste avviate ad ottenere un’università pubblica, gratuita e con qualità nell’insegnamento.
Vallejo afferma anche che si tratta di concepire un’educazione senza che prevalga il principio del rendimento, e con maggiore enfasi in alcuni settori - come l’umanesimo e le scienze - relazionati con un progetto di paese.
Sull’isola, la delegazione degli studenti cileni, compierà fino al prossimo sabato un’intensa agenda relazionata con i 50 anni dell’UJC, programma che include incontri con universitari cubani, visite ad istituzioni docenti, attività culturali e la presentazione dei libri “Essere un giovane comunista”, di Karol Cariola; e “Possiamo Cambiare il mondo”, di Camila Vallejo.
Durante l’incontro d’oggi con universitari della nazione caraibica, il presidente della FEU, Carlos Rangel, spiegò il funzionamento dell’organizzazione che raggruppa oltre 140 mila educandi del livello superiore.