Nel
giro di pochi anni, la
dissidente cubana Yoani
Sánchez è diventata la
principale figura
dell'opposizione al governo
di L'Avana. Ninfa egregia
dei media occidentali,
tuttavia, la blogger non
sfugge alle sue proprie
contraddizioni.
Yoani
Sanchez ha una visione
abbastanza peculiare del suo
paese, che condivide nel suo
blog Generazione Y, creato
nel 2007. Il punto di vista
è nitido e senza sfumature.
La situazione cubana è
descritta in modo
apocalittico e racconta la
sua vita di tutti i giorni
composta di sofferenze e
privazioni. Critica
aspramente il governo de
L'Avana e lo rende
responsabile di tutti i
mali.
"Mio figlio mi chiede se
ci sarà il pranzo oggi"
"Mio figlio mi chiede se ci
sarà il pranzo oggi", scrive
in una cronaca del 29 giugno
2012, in "una società in cui
ogni gestione é circondata
da ostacoli e impedimenti,
molto di più se si produce
in modo indipendente". [1]
"Una di queste scene
ricorrenti è quella di
perseguire il cibo e altri
prodotti base tra le carenze
croniche dei nostri
mercati", si lamenta. [2]
Afferma che lotta
quotidianamente contro
"gli ostacoli della vita".
[3]
In effetti, sostiene anche
di avere difficoltà a
nutrire il proprio bambino
"per la verticalità di un
governo totalitario" [4],
che ha come pretesto una
"eterna minaccia straniera
per squalificare gli
scomodi". [5] Secondo lei,
"con pochi centavos che si
aggiungono ad un alimento,
il termometro dell'angustia
quotidiana si libra, i gradi
d'inquietudine aumento". [6]
Contraddizioni
A leggere queste righe
sembra che la giovane
dissidente cubana soffra la
fame ed si trovi in totale
indigenza. Ma le sue
affermazioni
difficilmente resistono alle
analisi. Lungi dall'essere
nella precarietà, Yoani
Sanchez gode di privilegiate
condizioni materiali di vita
rispetto alla immensa
maggioranza dei suoi
connazionali. Infatti,
nell'edizione del 23 luglio
2012 del quotidiano spagnolo
El Pais scopriamo che
la blogger ha fatto un
reportage su "i 10 migliori
ristoranti della rinnovata
cucina cubana". [7]
Convertita in gastronoma e
critica culinaria, Sanchez
fornisce una classificazione
dei dieci migliori
ristoranti de L'Avana e
descrive, con molti dettagli
i succulenti menù proposti
da un prezzo medio di "20
euro", vale a dire
l'equivalente di un mese di
salario a Cuba. Così, il
Café Laurent, il Decameron,
lo Chef L'Avana, La Casa, La
Mimosa, La Moneda Cubana, Le
Chansonnier, Mamma Mia,
Rancho Blanco e Rio Mar
ottengono i suoi voti.
Inevitabilmente, alcune
domande sorgono. Per poter
stabilire una
classificazione minimamente
seria, la giovane
oppositrice ha dovuto
visitare almeno una
cinquantina di ristoranti di
L'Avana i cui menù costano
in media circa 20 euro. Come
può Yoani Sánchez - che
sostiene di avere difficoltà
a nutrire il proprio bambino
- spendere un budget di 1000
euro - che è equivalente a
quattro anni di stipendio
medio a Cuba - per visitare
i migliori ristoranti a
L'Avana?
Perché una persona che
afferma di interessarsi per
la sorte dei suoi
connazionali realizza un
reportage sui ristoranti di
lusso a Cuba, che pochi
cubani possono frequentare?
Il vero e proprio
standard di vita di Yoani
Sánchez
In realtà, Yoani Sánchez non
soffre alcun problema di
ordine materiale. In
effetti, da quando é entrata
nel mondo della dissidenza,
la sua vita è cambiata
notevolmente. Nel giro di
pochi anni, la giovane
oppositrice ha ricevuto
molti
riconoscimenti,
tutti finanziariamente
remunerati.
Così,
dalla creazione del suo blog
nel 2007, la blogger è stata
retribuita per un totale di
250000 euro, un
importo equivalente a più di
20 anni di salario minimo in
un paese come la Francia,
quinta potenza mondiale. Il
salario minimo mensile a
Cuba è di 420 pesos cioè 18
dollari o 14 euro, in modo
che Yoani Sanchez ha
conseguito l'equivalente di
1488 anni di salario minimo
cubano per la sua attività
di oppositrice. Mai nessun
dissidente a Cuba, forse nel
mondo, ha ottenuto tanti
riconoscimenti
internazionali in così poco
tempo. Inoltre, il
quotidiano El Pais ha aperto
le sue pagine alle cronache
della Sanchez in cambio di
una retribuzione che oscilla
intorno ai 150 $ per
articolo, vale a dire una
somma equivalente a otto
mesi di salario minimo a
Cuba. [8]
Yoani Sánchez, nuova figura
dell'opposizione cubana, è
ben lungi dal vivere in
totale indigenza. Al
contrario, ha uno stile di
vita che nessun altro cubano
può permettersi e,
contrariamente a quanto
afferma, il bambino non
soffre alcuna carenza
alimentare.
La dissidente, che dapprima
emigrò in Svizzera prima di
scegliere di tornare a Cuba,
è scaltra abbastanza per
capire che con l'adottare un
certo tipo di discorso,
piace ai potenti interessi
che si oppongono al governo
e al sistema cubano. Questi,
a loro volta, avrebbero
saputo essere generosi con
lei.
*
Dottore in Studi Iberici e
Latino-Americani
presso l'Università di
Parigi Sorbona-Parigi IV, é
professore incaricato di
corsi presso l'Università
Paris-Sorbonne-Paris IV e
l'Università Paris-Est
Marne-la-Vallée e
giornalista, specialista
delle relazioni tra Cuba e
gli Stati Uniti. Il suo
ultimo libro si intitola
Etat de Siege. Il suo ultimo
libro dal titolo "Stato
d'assedio. Le sanzioni
économiche degli USA contro
Cuba", Parigi, Edizioni
Estrella, 2011, con un
prologo di Wayne S. Smith e
una prefazione di Paul
Estrade.
Las nuevas contradicciones
de la disidente cubana Yoani
Sánchez
Por Salim Lamrani
En el espacio de unos años,
la disidente cubana Yoani
Sánchez se ha convertido en
la principal figura de la
oposición al gobierno de La
Habana. Ninfa egregia de los
medios informativos
occidentales, no obstante,
la bloguera no escapa de sus
propias contradicciones.
Yoani Sánchez tiene una
visión bastante peculiar de
su país, que comparte en su
blog Generación Y, creado en
2007. El punto de vista es
acerbo y sin matiz. La
realidad cubana aparece
descrita de modo
apocalíptico y cuenta su
vida cotidiana compuesta de
sufrimientos y privaciones.
Critica duramente al
gobierno de La Habana y le
hace responsable de todos
los males.
“Mi hijo me pregunta si
habrá almuerzo hoy”
“Mi hijo me pregunta si
habrá almuerzo hoy”, escribe
en una crónica del 29 de
junio de 2012, en “una
sociedad donde cada gestión
está rodeada de obstáculos e
impedimentos, mucho más si
se produce de forma
independiente”.[1]“Una de
esas escenas recurrentes es
la de perseguir los
alimentos y otros productos
básicos en medio del
desabastecimiento crónico de
nuestros mercados”, se queja.[2]Afirma
que lucha diariamente contra
“los obstáculos de la vida”.[3]
En efecto, incluso afirma
tener dificultades para
alimentar a su propio hijo
“ante la verticalidad de un
gobierno totalitario”[4],
que pretexta una “eterna
amenaza extranjera para
descalificar a los incómodos”.[5]Según
ella, “con unos centavos que
se le sumen a un alimento,
el termómetro de la angustia
cotidiana se dispara, los
grados de la inquietud se
incrementan”.[6]
Contradicciones
Al leer esas líneas parece
que la joven disidente
cubana sufre hambre y se
encuentra en total desamparo.
Pero sus afirmaciones
resisten difícilmente el
análisis. Lejos de hallarse
en la precariedad, Yoani
Sánchez goza de condiciones
de vida materiales
privilegiadas con respecto a
la inmensa mayoría de sus
compatriotas. En efecto, en
la edición del 23 de julio
de 2012 del diario español
El País descubrimos que la
bloguera realizó un
reportaje sobre “los 10
mejores restaurantes de la
renovada cocina cubana”.[7]
Convertida en gastrónoma y
crítica culinaria, Sánchez
establece una clasificación
de los diez mejores
restaurantes de la capital
cubana y describe con muchos
detalles los suculentos
menús propuestos por un
precio medio de “20 euros”,
es decir el equivalente a un
mes de salario en Cuba. Así,
el Café Laurent, el
Decamerón, el Habana Chef,
La Casa, La Mimosa, La
Moneda Cubana, Le
Chansonnier, Mamma Mía,
Rancho Blanco y Río Mar
consiguen sus votos.
Inevitablemente surgen
varias preguntas. Para poder
establecer una clasificación
mínimamente seria, la joven
opositora tuvo que visitar
por lo menos unos cincuenta
restaurantes de La Habana
cuyos menús cuestan en torno
a 20 euros como promedio.
¿Cómo puede Yoani Sánchez –
que afirma tener
dificultades para alimentar
a su propio hijo– gastar un
presupuesto de 1.000 euros –
¡suma que equivale a cuatro
años de salario medio en
Cuba!– en visitar los
restaurantes más selectos de
la capital cubana?
¿Por qué una persona que
afirma interesarse por la
suerte de sus conciudadanos
realiza un reportaje sobre
los restaurantes de lujo en
Cuba, que pocos cubanos
pueden frecuentar?
El verdadero nivel de vida
de Yoani Sánchez
En realidad, Yoani Sánchez
no sufre ningún problema de
orden material. En efecto,
desde que integró el
universo de la disidencia,
su vida cambió de modo
considerable. En el espacio
de unos años,la joven
opositora recibió múltiples
distinciones, todas
financieramente remuneradas.
Así, desde la creación de su
blog en 2007, la bloguera ha
sido retribuida a la altura
de 250.000 euros en total,
es decir un importe
equivalente a más de 20 años
de salario mínimo en un país
como Francia, quinta
potencia mundial. El salario
mínimo mensual en Cuba es de
420 pesos, es decir 18
dólares o 14 euros, por lo
que Yoani Sánchez ha
conseguido el equivalente a
1.488 años del salario
mínimo cubano por su
actividad de opositora.
Jamás ningún disidente en
Cuba –quizás en el mundo– ha
conseguido tantas
distinciones internacionales
en tan poco tiempo. Por otra
parte, el diario El País
abrió sus páginas a las
crónicas de Sánchez a cambio
de una
remuneración que oscila
alrededor de 150 dólares por
artículo, es decir una suma
equivalente a 8 meses de
salario mínimo en Cuba.[8]
Yoani Sánchez, nueva figura
de la oposición cubana, se
encuentra lejos de vivir en
total desamparo. Al
contrario, dispone de un
tren de vida que ningún otro
cubano puede permitirse y,
contrariamente a lo que
afirma, su hijo no sufre
ninguna carencia
alimentaria.
La disidente, que primero
emigró a Suiza antes de
elegir regresar a Cuba, es
lo bastante sagaz como para
comprender que al adoptar
cierto tipo de discurso,
agradaría a poderosos
intereses contrarios al
gobierno y al sistema
cubanos. Éstos, a su vez,
sabrían mostrarse generosos
con ella.
*Doctor en Estudios Ibéricos
y Latinoamericanos de la
Universidad Paris
Sorbonne-Paris IV, Salim
Lamrani es profesor
encargado de cursos en la
Universidad
Paris-Sorbonne-Paris IV y en
la Universidad Paris-Est
Marne-la-Vallée y periodista,
especialista de las
relaciones entre Cuba y
Estados Unidos. Su último
libro se titula Etat de
siège. Le sanctions
économiques des Etats-Unis
contre Cuba, París,
Ediciones Estrella, 2011,
con un prólogo de Wayne
S. Smith y un prefacio de
Paul Estrade.
http://www.adital.com.br/site/noticia.asp?lang=ES&cod=70050
[1]Yoani Sánchez, «A la
distancia de un CLIC»,
Generación Y, 28 de junio de
2012.
http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[2]Yoani Sánchez, «Mayorista
vs minorista», Generación Y,
5 de junio de 2012.
http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[3]Yoani Sánchez, «El futuro
con Mariela Castro»,
Generación Y, 28 de mayo de
2012.
http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[4]Yoani Sánchez, «Fuenteovejuna»,
Generación Y, 13 de junio de
2012.
http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[5]Yoani Sánchez, «¿Buen
talante?», Generación Y, 12
de junio de 2012.
http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[6]Yoani Sánchez, «Cerdo en
‘cajita’», Generación Y, 16
de mayo de 2012.
http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[7]Yoani Sánchez, «Los
nuevos chefs de La Habana.
Los 10 mejores restaurantes
de la renovada cocina
cubana», El País,
23 de julio de 2012. http://elviajero.elpais.com/elviajero/2012/07/23/actualidad/1343057020_608376.html(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
[8]Yoani Sánchez, «Premios».
http://www.desdecuba.com/generaciony/?page_id=1333(sitio
consultado el 26 de julio de
2012).
|