Nonostante
l'interesse di
alcuni media per
infangare
l'immagine di
Cuba in Brasile,
a proposito
della visita che
la presidente
brasiliana
realizzerà
nell'isola,
figure di spicco
di quel paese
hanno smentito
questa campagna
e hanno
riaffermato il
loro rispetto
per la
Rivoluzione
cubana.
Il quotidiano O
Globo ha
pubblicato
dichiarazioni
rilasciate, a
Davos, dal
Ministro degli
Esteri
brasiliano
Antonio
Patriota:
"...
A Davos, il
ministro degli
Esteri, Antonio
Patriota, ha
chiarito che non
ci saranno
manifestazioni
pubbliche di
critica ai
cubani in questo
campo [diritti
umani], e ha
punzecchiato gli
Stati Uniti
quando ha detto:
"- Non c'è
situazione che
ci paia di
emergenza a
Cuba. Ci sono
altre situazioni
molto
preoccupanti,
compresa la
situazione a
Guantanamo
- ha detto
riferendosi al
carcere in cui
gli Stati Uniti
tengono
prigionieri i
sospettati di
terrorismo.
(...) "Ci sono
aree molto
interessanti su
cui lavorare con
Cuba per
migliorare la
situazione dei
diritti umani e
la situazione
delle
popolazioni
vulnerabili,
come gli
haitiani. Grazie
al lavoro dei
medici cubani in
Haiti,
l'epidemia di
colera è stata
controllata."
Da
parte sua,
l'importante
scrittore
Fernando Morais,
durante il Forum
Sociale Mondiale
di Porto Alegre
ha dichiarato
circa la
promozione che i
mass media hanno
fatto circa la
blogger Yoani
Sanchez: "In
nome delle mie
convinzioni, non
posso sostenere
una donna che ha
dedicato la sua
vita a
combattere la
Rivoluzione".
"Sono un
difensore della
libertà di
espressione. Ma
prima, io
difendo il
diritto di 11
milioni di
cubani che
vengono
calpestati dagli
statunitensi",
ha detto Morais,
venerdì 27,
durante il
dibattito su
'Gli ultimi
soldati della
guerra fredda'
- il libro che
ha scritto circa
l'arresto e la
condanna dei
Cinque
cubani
prigionieri
politici negli
Stati Uniti. "Io
non ho
intenzione di
spostare un
palito perché
quella ragazza
arrivi in
Brasile" ha
detto,
aggiungendo:
"Già ho perso
l'innocenza con
gli Stati Uniti.
In politica
estera, non c'è
la minima
differenza tra
un democratico o
un
repubblicano".
Nell'interscambio
lo scrittore ha
detto che a Cuba
non ci sono
bambini che
chiedono
l'elemosina per
le strade,
neppure
l'analfabetismo,
né (caso unico
nel l'emisfero
sud) la
malnutrizione
infantile e il
suo tasso di
mortalità
infantile è la
metà degli Stati
Uniti.
"Tutto ciò è
stato
conquistato a
dispetto del
blocco che
ostacola lo
sviluppo di
Cuba. Il
boicottaggio
ebbe inizio
negli anni '60
ed è stato
rafforzato negli
anni 90 da parte
del governo
dell'ex
presidente Bill
Clinton, che
apparteneva al
Partito
Democratico, in
teoria, più a
sinistra, in
quella che può
essere
considerata
sinistra negli
Stati Uniti" ha
detto l'autore
di libri molto
popolari in
Brasile, come
Olga,
aggiungendo che
il
blocco
economico che
gli Stati Uniti
hanno imposto a
Cuba è molto più
dannoso di
quanto le
persone spesso
pensano: "E' un
mitra puntato
alla testa
dell'economia
cubana".
Secondo Morais
l'amministrazione
Obama "non ha
cambiato
assolutamente
nulla" nella
politica estera
degli Stati
Uniti,
nonostante le
aspettative
create. "Io non
credo che abbia
alcuna
distensione nei
rapporti tra
Cuba e gli Stati
Uniti sotto il
comando
dell'attuale
titolare..." ha
detto. "Mi
ricordo un
poster che è
stato collocato
all'ingresso di
L'Avana, quando
Papa Giovanni
Paolo II vi si
recò nel 1998:
Stanotte 200
milioni di
bambini andranno
a dormire per
strada in tutto
il mondo.
Nessuno di loro
è cubano", ha
ricordato
l'intellettuale
brasiliano.
Anche un gruppo
di persone ha
lanciato su
Internet una
petizione
pubblica, a cui
hanno aderito 87
firme, chiedendo
di rifiutare a
Yoani Sánchez il
permesso di
entrare in
Brasile, per
"essere
dichiaratamente
una mercenaria",
l'appello ha un
link alla
pubblicazione,
nel sito Jornal
de Brasil,
dell'intervista
che le ha fatto
lo storico
francese Salim
Lamrani.
|