Un bloggher cubano

 

censurato...dal Nuevo Herald!

 

 

 

1.07.2012 -  www.granma.cu

 

 

 

 

Tutti i giorni le multinazionali dell'informazione si fanno eco di presunti limiti alla libertà d'espressione che soffriremmo noi cubani.

 

Oggi, per la prima volta, do loro ragione, è vero, sono un giovane dell'Isola che s'è visto vietato l’esprimere il proprio pensiero.

 

Spero che questa denuncia sia ripresa da tutti coloro che si dicono difensori del diritto di noi tutti esseri umani di esprimere liberamente quel che pensiamo e che si faccia una condanna energica dei responsabili.

 

Non è un segreto per nessuno che noi cubani abbiamo problemi di connessione tali da renderci difficile l'accesso a internet, però questo pomeriggio, con molta pazienza, sono riuscito a connettermi con il Nuevo Herald di Miami: il mio obbiettivo era dare la mia opinione sul tema che era stato messo in discussione, quello dei cinque cubani che negli USA sono stati arrestati, processati e condannati a pene ingiuste e sproporzionate per l'unico reato di proteggere dalla morte il proprio popolo.

 

Allora, già connesso e nella pagina del periodico, con molta pazienza riesco a mandare il mio commento, ma risulta non accettato dai moderatori... molti altri tentativi e molte ore e riesco a superare la barriera e però, essendo la mia un'opinione diversa da quelle reazionarie che normalmente si pubblicano, è stata quasi immediatamente cancellata.

 

Non è la prima volta che mi succede.

 

Non pretendevo attaccare il Governo statunitense, né organizzare un'opposizione interna negli USA, né distribuire fondi a gruppi politici in quel territorio, cercavo solo di spiegare quanto dev'esser stato doloroso per René González rinunciare alla cittadinanza statunitense (1), cosa che non fece durante lunghi anni di incarceramento e che ha fatto, secondo me, solo perchè è una condizione che gli viene imposta per poter tornare a Cuba, alla sua famiglia, vicino a sua madre che ha recentemente patito la tremenda perdita dell'altro figlio, Roberto González, e poi anche per il pericolo reale in cui si trova, e se qualcuno dubita della probabilità che René possa subire un attentato, vi invito a leggere la denuncia pubblica fatta dal giornalista Edmundo García, quando ha chiamato al suo programma radiofonico una persona che ha minacciato chiaramente René. È tutto registrato. (...)

 

La mia esperienza con il Nuevo Herald conferma che la tanto sventolata libertà d'espressione a Miami non esiste, visto che lì, come in qualsiasi società capitalista, chi decide cosa si pubblica è il padrone... e allora domani, dopodomani e tutti i giorni ripeterò il tentativo di rendere concreto il diritto che ho di esprimermi liberamente, lì dove la mia voce può aiutare ad aprire le sbarre di quattro prigioni ed anche ad avvicinare un uomo molto speciale alla sua famiglia.

 

Nel frattempo il mio monitor è aperto ai dispacci di EFE, ANSA.

 

In attesa che amplifichino questa denuncia. (...)

 

(1) NdT:

 

René González, uno dei CINQUE cubani arrestati e ridicolmente processati negli USA con l'accusa di attentare alla sicurezza degli USA mentre erano infiltrati nelle organizzazioni terroristiche che da Miami operano contro Cuba, è in libertà condizionata, sempre a Miami, dopo aver compiuto la sua condanna a 15 anni. È cittadino statunitense essendo nato in quello Stato da una famiglia cubana lì emigrata e poi rientrata a Cuba dopo la Rivoluzione. La Giudice di Miami lo obbliga a restare a Miami ancora per tre anni per "valutare la sua buona condotta"... mentre deve auto segregarsi in una situazione abitativa segreta essendo minacciato di morte da parte degli stessi terroristi fra i quali era infiltrato.

 

Jorgito - 1 luglio 2012.