Verso la libertà: storia di due emigranti "politici" |
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12.05.2012 - da Vincenzo Basile http://capitulocubano-it.blogspot.it/
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Lo scorso 18 aprile,
molti giornali
annunciavano la
“diserzione” di due
attori cubani, Anailín
de la Rúa de la Torre y
Javier Núñez Florián,
che dopo essersi recati
negli Stati Uniti per
promuovere il film “Una
noche” - che racconta il
dramma dei ‘balseros’ -
hanno deciso di restare
a Miami chiedendo asilo
politico. (Martinoticias,
ABC,
BBC mundo,
La Nación)
Immediatamente partiva
la campagna speculativa
dei cubani che fuggono
dal cosiddetto “regime
castrista” verso la
libertà.
Nelle pagine facebook
dei due attori, ad
esempio, si potevano
leggere frasi
sensazionaliste come
“Benvenuti alla libertà”
e “Siete arrivati nella
terra della Libertà…[…]
che a Cuba capiscono
quanto è grande questa
Nazione, che tutto ciò
che dicono è una
menzogna…”.
Il 29 aprile, nel
programma
A mano limpia,
condotto da Óscar Haza,
si parlava di “due
cubani che giungono
nella terra della
libertà e delle
opportunità”.
L’intero programma è
stato un grande
tentativo –da parte del
conduttore- di creare un
clima di tensione e di
paura nei confronti del
governo di Cuba. Ad
esempio, quando i due
attori dichiaravano che
non erano ancora usciti
per le strade di Miami e
che si sentivano
spaventati per novità
che li circondavano e
perché si trovavano soli
in una terra straniera,
il conduttore usava il
termine “spaventati” per
reiterare la sua
campagna anticubana,
chiedendogli
retoricamente se
avessero paura che gli
agenti del governo
cubano li avessero
trovati e parlava di una
presunta “paura indotta”
che accompagna i cubani
anche quando hanno
lasciato l’Isola
Inoltre, il tentativo
del conduttore è andato
oltre la reificazione
del luogo comune del
cubano che scappa ed è
arrivato a voler
rappresentare una Cuba
disastrata e senza
futuro. Alla domanda "La
situazione è difficile,
per i giovani?", Gli
attori rispondevano che
"a Cuba non c’è futuro"
e il sedicente avvocato
esperto di immigrazione,
Willy Allen, enfatizzava
il fallimento del
governo cubano che non
riesce assicurare un
futuro per i suoi
giovani che sono
costretti a fuggire in
America in cerca di
libertà.
Il 30 aprile,
Televisión Martí
trasmetteva un servizio
nel quale -parlando dei
due attori- definiva la
loro situazione come una
lotta "per un futuro
impossibile da
raggiungere a Cuba."
Anailín la Rua de la
Torre dichiarava: "Qui
possiamo costruire un
futuro migliore e
possiamo aiutare
economicamente le nostre
famiglie [...] Credo che
i giovani vogliono
venire qui crearsi un
futuro migliore perché
questo è un paese
libero, puoi fare quello
che vuoi: se vuoi
studiare, studia; se
vuoi lavorare, fai il
lavoro che vuoi; ci sono
più opportunità di
vivere meglio"
Da queste dichiarazioni
si possono facilmente
capire le esagerazioni
degli attori. Stiamo
parlando di due ragazzi
di vent’anni che non
hanno mai studiato
recitazione, dato che
Anailín de la Rua de la
Torre ha lavorato in
alcune di fiere e Javier
Nunez ha studiato
gastronomia ed ha
lavorato in vari
ristoranti della
capitale cubana. Ciò
nonostante, sono stati
"scoperti" dalla
produttrice Lucy Mulloy
ed interpretato il film.
Cioè, a Cuba se vuoi
studiare, studi, se si
desideri lavorare,
lavori, e, forse, hai
anche la possibilità di
recitare in un film
senza avere alcuna
esperienza o studio
particolare.
Inoltre - anche ignorando
le dichiarazioni
sensazionaliste - è
evidente il motivo
principale che ha
portato i giovani a
rimanere negli Stati
Uniti. Un motivo
esclusivamente
economico.
Nonostante queste
dichiarazioni che
fissano fin troppo bene
la natura economica
della loro decisione, i
due attori hanno
dichiarato la loro
intenzione di chiedere
asilo politico al
governo degli Stati
Uniti, con
rappresentazione
dell’avvocato Willy
Allen il quale, in
alcune interviste, ha
cercato di giustificare
il presunto diritto dei
due attori a richiedere
l’asilo politico con
assurde argomentazioni.
Se
consideriamo tutte le
dichiarazioni degli
attori e le "ragioni"
dell’avvocato, la
manipolazione dei media
è molto chiara: ancora
una volta si è creata
un'immagine
completamente
falsificata della
migrazione cubana alla
quale viene attribuito
sempre un carattere
politico che
evidentemente non ha,
dato che le
giustificazioni sono
-quasi sempre-
economiche, come in
tutti i paesi della
regione e del Terzo
Mondo. O forse meno,
dato che la ricerca di
miglioramenti da parte
di questi emigranti non
si limita ai beni
necessari ma a beni
voluttuari (come ad
esempio l'acquisto di
bei vestiti, macchine
fotografiche, biglietti
per andare in discoteca
o il viaggio a Las
Vegas).
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