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La storia del lupo e l’agnello La rivoluzione cubana merita gran rispetto. |
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1.08.2012 - Redazione di NUESTRA AMERICA.
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Chi da bambino non ha
ascoltato questa favola di
Fedro? Ma siccome è
brevissima, e molto chiara,
specie nella morale finale,
la riportiamo qui sotto
integralmente:
“Un lupo e un agnello,
spinti dalla sete, si
ritrovarono a bere nello
stesso ruscello. Il lupo era
più a monte, mentre
l'agnello beveva a una certa
distanza, verso valle. La
fame però spinse il lupo ad
attaccar briga e allora
disse: "Perché osi
intorbidarmi
l'acqua?"L'agnello tremando
rispose: "Come posso fare
questo se l'acqua scorre da
te a me?" "E' vero, ma tu
sei mesi fa mi hai insultato
con brutte parole".
"Impossibile, sei mesi fa
non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu
certamente tuo padre a
rivolgermi tutte quelle
villanie".
Quindi saltò addosso
all'agnello e se lo mangiò.
Questo racconto è rivolto a
tutti coloro che opprimono i
giusti nascondendosi dietro
falsi pretesti.
Questa storia si può calare
quasi integralmente nella
realtà che Cuba si trova ad
affrontare quotidianamente,
con l’esclusione
dell’epilogo finale che, per
fortuna di Cuba e di tutti
noi che ne conosciamo e ne
apprezziamo le qualità
rivoluzionarie, è ben
diverso.
Quasi ogni giorno c’è un
attacco diverso contro il
governo socialista cubano,
quasi ogni giorno o si
inventano pretesti ex novo,
o si usano eventi reali
mistificandoli e falsandoli
in modo tale che possano
sembrare verità. Si potrebbe
parlare quasi di monotonia
in questi atteggiamenti, se
non avessero poi
ripercussioni pesanti tese a
minare la credibilità del
processo di transizione
socialista messo in atto da
Cuba nel 1959. Che è poi lo
scopo finale di tutti questi
imbrogli.
Cominciamo con qualche
esempio.
È in atto da qualche giorno
un’altra inaccettabile
manovra anti cubana. Questa
volta è travestita da
“aiuto” della USAID, Agenzia
degli Stati Uniti per lo
Sviluppo Internazionale,
longa manus emanazione del
Dipartimento di Stato in
tutto il mondo.
Dove gli USA non hanno la
possibilità di intervenire
sfacciatamente con i
marines, dove non riescono a
inventarsi “eserciti liberi”
alla siriana, là provano ad
insinuarsi dolcemente,
amichevolmente, con il dio
denaro e coperture di ONG
(Organizzazioni Non
Governative) per camuffare
con falsa generosità le loro
intenzioni destabilizzatrici.
Come in Bolivia, per
capirci, dove gli emissari
di Washington, dopo aver
ridotto tutto il resto del
mondo a una pattumiera a
cielo aperto e massacrato
decine di popoli nativi in
giro per il pianeta,
scoprono improvvisamente che
c’è il verde da salvare e
che esistono gli indigeni
con una loro vita e
cultura….. Bene ha fatto,
qualche mese fa, il
Consiglio Politico dell’ALBA
ad invitare ad espellere la
USAID dai territori dei loro
paesi!!
Questa volta il nuovo
ritrovatosi è l’esportazione
di “democrazia digitale”.
A parte il fatto che di
esportazioni di democrazia
ce ne sono state fin troppe
negli ultimi anni (ne sanno
qualcosa l’Afghanistan, l’Irak,
la Libia, ora la Siria,
ecc.), è davvero incredibile
la spudoratezza dei
governanti statunitensi. È
quasi pari alla loro
fantasia perversa. Infatti
sono stati capaci (sempre a
scopo di “sviluppo”
ovviamente…) di offrire fino
a 3 milioni di dollari a
progetto per un periodo
massimo di 3 anni ai
cittadini cubani per
“facilitare il fluire
dell’informazione non
censurata da, per e
nell’isola e supportare la
comunicazione tra la
popolazione cubana, specie
nei gruppi indipendenti
della società civile e nei
network” e “incoraggiare il
libero scambio d’idee e la
distribuzione delle
informazioni”.
Sorgono spontanee alcune di
domande:
2. E dove vogliamo collocare
l’ineffabile Yoani Sanchez
che sproloquia e straparla
in internet come le pare
senza aver subìto un solo
secondo di stop (forse
neanche se manca la
corrente!) per censura?
3. E non hanno a che fare
con i comportamenti
democratici le migliaia di
riunioni che il Partito
Comunista Cubano fa
continuamente con milioni di
cittadini dei quartieri
quando propone delle scelte
importanti, come ad esempio
le nuove linee economiche
uscite dal VI Congresso o le
politiche uscite dalla
Conferenza nazionale? In
quelle consultazioni
organiche con la base sono
discusse perfino le virgole
da parte di tutti quelli che
ritengono di avere qualcosa
da dire in proposito. Che
democrazia vogliono
insegnare a questa gente?
Quale sarebbe il libero
scambio di idee che non ha
attualmente spazio? Ma forse
che qualcuno ha chiesto,
nella democratica Europa,
chi voleva il governo Monti?
O se dagli USA alla Spagna,
dal Canada alla Sardegna
ecc. volevamo finanziare le
banche e lasciare i minatori
a casa?
4. E a proposito della
“società civile” viene da
chiedersi: qual è “l’altra”?
Visto che a Cuba non risulta
che ci sia l’esercito e la
polizia per le strade a
militarizzare i territori,
ammazzare e massacrare
ragazzi per strada come
avviene in Italia, in Cile,
in Canada o negli USA, tutti
paesi “esportatori di
democrazia” che si sono
distinti per presenziare in
tutte le “missioni di pace”
degli ultimi decenni. Ma, si
sa, quelli dell’occidente
sono “costi sociali”
imprescindibili mentre, se
si carcera qualcuno a Cuba
(magari un semplice
stupratore o assassino), la
notizia fa il giro del mondo
e, cosa ancora peggiore,
questo desta scandalo
dappertutto! Sarebbe troppo
lungo aprire qua un capitolo
sulla gestione delle carceri
a Cuba e quella nel nostro
paese, che dal confronto ne
uscirebbe davvero con le
ossa rotte (un po’ come
molti degli ospiti delle
nostre patrie galere….).
Tra le cose più sconcertanti
(ma non sorprendenti) c’è
proprio il fatto che nessuno
Stato occidentale trovi
scandaloso questo
comportamento persecutorio
nei confronti di Cuba ed
insorga finalmente a dire:
basta, siete un offesa
all’intelligenza! Ma
sappiamo, la storia ce lo ha
insegnato, che ci sono Stati
che hanno un’impunità
“genetica”, nascono dalla
sopraffazione degli abitanti
di un territorio e
proseguono su quella strada.
È questo il caso degli USA
ed è anche quello di
Israele, che, nato dal
sopruso, dalla prepotenza
operata dalle potenze
occidentali sul popolo
palestinese, ha proseguito
sulla strada della
sopraffazione e, con la
scusa dell’autodifesa, in
questi mesi tenta di
ampliare la sua cuccia di
cane da guardia anche verso
l’Iran. Il tutto senza che
ci sia alcuna reazione
negativa da parte di
consessi internazionali con
voce in capitolo, tipo
l’ONU, ad esempio. Tutto si
giustifica, anzi si motiva,
con l’emergenza sicurezza!
Torniamo però a una delle
ultime invenzioni contro
Cuba e rovesciamola.
Cosa potrebbe succedere se
un’offerta di 3 milioni di
dollari per sviluppare
“democrazia digitale” fosse
stata fatta dal governo
cubano o venezuelano ai
cittadini canadesi, italiani
o tedeschi o statunitensi
col chiaro invito a disfarsi
di una democrazia censurata
come quelle che in realtà li
ospitano?
Superando il fatto che, una
parte della popolazione, per
diventare dissidente contro
i governi Monti, Rajoy ecc
non ha affatto bisogno
d’incentivi (lo fa
“aggratis” per motivi di
sopravvivenza), è facile
immaginare che i mass media
sicuramente comincerebbero a
urlare all’invasione
comunista chiedendo
barricate di tutti i generi:
dalle riduzioni di accesso a
internet, al potenziamento
delle presenze
militari/poliziesche sul
territorio, altro che allo
scandalo! Mentre non sono
sfiorati neppure
lontanamente dall’idea che
di già i nostri paesi sono
commissariati e sotto tutela
da tempo e di democrazia ce
n’è rimasta davvero pochina
da esibire e difendere. E la
cosa più triste è che, oltre
ai mass media, sono proprio
i difensori delle categorie
più schiacciate dai
governi/commissari delle
nostre latitudini, quelli
che difendono questo stato
di cose, cioè i sindacati
concertativi (ormai bisogna
dire “”ex concertativi”
perché neanche quello gli
lasciano più fare. E ancora
non lo capiscono….).
Potremmo proporre alla USAID
di intervenire da queste
parti con qualche aiutino
per democratizzare un po’ di
cose. Magari con mezzi
digitali provare a spiegare
un po’ d’etica e di
giustizia a magistrati ed
istituzioni che condannano a
decenni di galera chi rompe
delle cose (reti o sportelli
bancari che siano) e tiene
liberi e addirittura sotto
scorta chi pesta a sangue
esseri umani, inermi ragazzi
o cittadini “indignati”
perché gli si stanno
scaraventando addosso scelte
che distruggono qualsiasi
possibilità di sopravvivenza
degna e responsabile.
E invece la USAID pensa bene
di invogliare a diventare
dissidenti i cittadini
cubani…. Evidentemente
questo governo non deve
essere così malvisto dalla
sua popolazione, se
l’emanazione dello zio Sam
si prende la briga di
sborsare quattrini per
cercare affannosamente di
creare delle falle proprio
nel settore della
comunicazione. Infatti in
quasi tutti i paesi del
mondo l’informazione di
massa (dai giornali alle TV)
è di proprietà di poteri
forti (anche nei paesi che
hanno iniziato processi di
cammino verso il socialismo
come il Venezuela o la
Bolivia e l’Ecuador) che
creano e diffondono
informazione a seconda delle
loro convenienze ed
interessi. Molti golpe
(militari e non) sono stati
accuratamente preparati
dalla stampa prima che dagli
eserciti. Ma a Cuba questa
strategia ancora non è
riuscita a prendere piede e
perciò stanno tentando di
aggirarla con la scusa
dell’aiuto
all’informatizzazione del
paese.
E infatti offrono soldi
senza entrare nel dettaglio
del “come” sarebbe resa più
fluida l’informazione e,
tanto meno, di quale
informazione si tratta. Da
quello che si capisce,
sembra proprio che vogliano
iscrivere a libro paga
piccoli eserciti di “Yoani
Sanchez”, che, non avendo
necessità di lavorare in
quanto profumatamente
pagati, possono dedicare
tutto il loro tempo ed
energie (strettamente
controllati attraverso i
programmi prestabiliti) a
potenziare il lavoro che già
con sufficienti mezzi
svolgono la maggior parte
dei mass media terrestri:
creare false e negative
informazioni su Cuba che
facciano il giro del mondo
nel più breve tempo
possibile. Chissà se ci sarà
un collegamento tra questi
consorzi e l’Assemblea della
Resistenza Cubana (ARC
notoriamente antigovernativa
e prezzolati
controrivoluzionari) che
tempo fa ha sottoscritto un
“accordo di collaborazione”
con il Consiglio Nazionale
Siriano (CNS)? Non
sorprenderebbe gran che se
si venisse a fare questa
scoperta tra qualche giorno
visto che, tra l’altro, sono
previste “alleanze
strategiche e partnership
con aziende IT specializzate
che consentano ai
richiedenti asilo potenziali
di sfruttare le tecnologie
digitali in modi nuovi e
creativi”. In realtà qui di
nuovo ci sarà ben poco.
Tutto già visto più volte.
Cubadebate ha denunciato
ieri questa sporca manovra
e, con dovizia di
documentazione e
particolari, ricollega i
programmi del Dipartimento
di Stato a quelli della
USAID. Se qualcuno nutrisse
dei dubbi basta andare sui
siti della USAID e del
Dipartimento per
toglierseli. La verità e
l’informazione vera non sono
certo un problema per chi,
come Cuba e gli altri paesi
dell’ALBA non hanno nulla da
nascondere, anzi, sono
assolutamente interessati a
che le loro realtà vengano
conosciute il più
diffusamente possibile. E
certamente né Cuba né altri
paesi dell’ALBA possono
apprezzare le falsificazioni
e i montaggi ammanniti come
realtà che circolano
attualmente a fiumi contro i
loro governi democratici e
autodeterminati dai loro
popoli.
Un’altra “creazione” degli
ultimi giorni è quella che
vede un incidente
automobilistico trasformarsi
in un caso mondiale. Si
tratta dell’incidente che ha
visto coinvolte una Hyundai
Accent con targa turistica
T31402, sulla quale
viaggiavano 4 persone:
Oswaldo José Payá Sardiñas e
Harold Cepero Escalante,
cubani, che sono deceduti
nell’impatto, Ángel
Francisco Carromero Barrios,
spagnolo conducente
dell’auto e Jens Aron Modig,
svedese. Probabilmente se il
signor Oswaldo José Payá non
fosse stato un personaggio
alquanto noto e ben
sostenuto dagli occidentali
controrivoluzionari, la
vicenda si sarebbe conclusa
con la polizia stradale. Ma
stiamo parlando del
fondatore del Movimento
Cristiano di Liberazione e
premio Sajarof nel 2002.
Malgrado la sua opposizione
al governo, non era però
favorevole all’embargo USA
contro Cuba, non godeva del
favore dei gruppi anti
cubani di Miami e non
condivideva le scelte della
chiesa cattolica cubana.
Sicuramente si trattava di
un personaggio che di
chiacchiere doveva
sollevarne parecchie e da
molte parti.
La dinamica dell’incidente è
stata ricostruita con
certezza inequivocabile,
oltre che dalle perizie
tecniche, anche grazie alle
varie testimonianze di
persone che si trovavano sul
posto al momento
dell’impatto tremendo del
veicolo contro un albero,
causato dall’uscita di
strada dell’auto, che ha
perso il controllo per la
forte velocità con cui
procedeva su una strada su
cui c’erano dei lavori in
corso. Il conducente, per
sua stessa ammissione
(avallata da quella del
passeggero superstite), non
ha visto il segnale che
imponeva di ridurre la
velocità ed ha poi
bruscamente frenato quando
si è reso conto dello stato
precario del terreno su cui
viaggiava. Ben tre persone
che si trovavano sul posto
hanno potuto testimoniare
che le cose sono andate
proprio così: nel modo più
banale del mondo.
Ma, malgrado tutto ciò si
strilla all’assassinio del
solito povero “dissidente”
che sarebbe stato
nientedimeno che inseguito
da un camion che lo voleva
buttare fuori strada. Forse
per creare questa versione
si sono ispirati a “Duel” il
celebre, ma datato
(l’abbiamo visto tutti!),
film di Steven Spielberg.
Qualcosa di più originale
potevano pure sceglierla!
Non sono stati all’altezza
della loro fama creativa
questa volta. È così
evidente dalle foto la
sagoma dell’albero che hanno
preso in pieno!
Eppure ecco che persino
Casini vuole una commissione
d’inchiesta. I soliti
massmedia “sospettano”….
Qualcuno, un po’ più maligno
di noi, ha invece
addirittura ipotizzato che
lo scopo di questo immenso
polverone sollevato su un
semplice incidente
automobilistico (perché di
questo si è trattato, anche
se il personaggio che ci ha
lasciato la vita era di
spicco) sia quello di
allontanare eventuali e
scontate domande sul
conducente. In tutti gli
incidenti “normali” la prima
cosa che ci si chiede è:Chi
era il conducente? Quanti
anni aveva? Era sobrio? ecc.
Qui sembra quasi che, per
bypssare questa fase, si sia
voluto creare un grosso caso
che permettesse di prendere
due piccioni con una fava:
accusare, come al solito, il
governo cubano dell’ennesimo
misfatto e,
contemporaneamente, mettere
a tacere qualsiasi altra
legittima curiosità circa i
protagonisti.
Infatti, se andiamo a
guardare chi erano gli
occupanti di quella
macchina, oltre a Payà e
all’altro cubano deceduto,
Harold Cepero Escalante,
rimaniamo un pochino
perplessi:
- Ángel Carromero Barrios,
l’autista. Spagnolo,
presentato dalla stampa come
un semplice attivista, è,
invece, nientedimeno che
vicesegretario generale
dell’organizzazione Nuevas
Generaciones del PP
(ispirata al falangismo), ed
è in contatto permanente con
due acerrimi nemici di Cuba
in Spagna, José Maria Aznar,
ex primo ministro, e
Esperanza Aguirre,
Presidente della Comunità
anticastrista di Madrid. Che
faceva a Cuba un personaggio
di questo calibro a Cuba?
Prendeva il sole a Varadero…?
Ricordiamo anche che
recentemente Aznar ha
affermato che “alla Cuba di
Fidel si dovrebbe applicare
la stessa ricetta che alla
Libia di Gheddafi”.
- Jens Aron Modig,
passeggero sopravvissuto.
Svedese. Capo della Lega
della Gioventù Democratico
Cristiana di Svezia (KDU),
destra anticomunista. Anche
lui entrato con visto
turistico. Voleva prenotare
un ombrellone?
Pur senza voler sembrare
complottisti, è difficile
credere che personaggi del
genere stessero veramente a
Cuba per turismo e perciò,
se di tutto questo si fosse
parlato normalmente e ci si
fossero chiesti i motivi di
queste inquietanti presenze
sull’isola, non ci sarebbero
stati dubbi sulle reali
intenzioni anti
rivoluzionarie di quei
soggetti. Perciò, meglio
mettere le mani avanti per
non cadere indietro, come
dicevano antichi saggi… e
cominciare a strillare
all’assassinio, al delitto
politico, ecc. per gettare
fumo negli occhi e
…incolpare il solito agnello
che sta bevendo a valle.
Questo è solo uno tra gli
ultimi delle centinaia di
tentativi di destabilizzare
Cuba attraverso il
terrorismo di Stato (USA e
paesi europei), questa volta
a carattere massmediatico ,
quindi “pacifico”. Ci hanno
provato persino cercando di
inventare un’epidemia di
colera (a fronte di alcuni
casi assolutamente sotto
controllo) per stroncare le
entrate che quest’estate
sarebbero venute all’isola
dal turismo (quello vero!).
Sui tentativi fatti per
destabilizzare Cuba si
possono scrivere interi
volumi e ci sono migliaia di
documenti (che vengono alla
luce man mano che sono
declassificati) a
dimostrazione di queste
politiche che sono iniziate
già dal 1959 con l’avvento
del governo Rivoluzionario.
Lo stesso genere di carte
tra 50 anni sarà sicuramente
desecretata anche per altri
paesi come il Venezuela,la
Bolivia, l’Ecuador e
l’Honduras.
Ma già oggi gli accadimenti
sono talmente chiari che non
c’è bisogno di aspettare le
carte per capire con
certezza che gli USA stanno
proprio dando fondo a tutte
le loro risorse cerebrali
per scongiurare il pericolo
del “contagio” che
potrebbero subire i paesi
attualmente di fede
neoliberista a causa
dell’esempio che viene fuori
da quelli dell’ALBA che
crescono pensando al
miglioramento dalla vita
degli esseri umani e non del
profitto o dello “spread”.
Insomma sono candidati a
essere classificati come il
pericolo numero uno da
isolare, in particolare
Chavez e il suo Venezuela
che ha maggiori possibilità
di raggiungere risultati
grazie alla più favorevole
situazione economica.
Isolamento che può avvenire
solo con la calunnia, dal
momento che i fatti e le
popolazioni (da quella
cubana a quella boliviana,
alla venezuelana ed
ecuadoriana) hanno
dimostrato, nei fatti, di
essere dalla parte dei loro
governi, che contrariamente
ai nostri, stanno avviando
processi di costruzione di
benessere, di compatibilità
sociale e ambientale in una
transizione socialista e con
un futuro di rafforzamento
socialista rivoluzionario,
pur con mezzi oggettivamente
limitati e malgrado le
tempeste “disinformatiche”
scatenate dalle varie
“democrazie digitali” e dai
lupi ignoranti che non
conoscono le leggi della
fisica: l’acqua scende e non
può salire se non pompata a
arte!
Grazie alle rivoluzioni
socialiste di Cuba, Bolivia,
Venezuela e di tutti i paesi
dell’ALBA, che continuano a
remare energicamente contro
la corrente imperialista e
capitalista!
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