Il Venezuela regala il petrolio a Cuba?

 

 

 

26.10.2012 - Joseph Manzaneda Coordinatore di www.cubainformacion.tv

http://www.youtube.com/watch?v=gcb6hXRJu8o

 

 

 

Una delle tante linee di attacco mediatico contro il presidente Hugo Chavez - trasformata in messaggio della campagna dell'opposizione venezuelana nelle recenti elezioni - è il presunto "regalo" a Cuba e ad altri paesi alleati del petrolio venezuelano.

In piena campagna elettorale, per esempio, il quotidiano spagnolo ABC titolava "Cuba, Nicaragua e Bolivia possono perdere i regali di Caracas" (1). Il suo corrispondente in Messico dichiarava che "Gli alleati 'bolivariani' di Chavez rischiano di perdere il petrolio venezuelano che ricevono gratis".

Questo messaggio è stato ripetuto per tutta la campagna in molti mezzi di comunicazione, con titoli tanto suggestivi come "Cuba ed El Salvador 'rivendono' il petrolio che il Venezuela regala" (2) o (il candidato dell'opposizione) "Capriles non regalerà più petrolio a Cuba" (3).


La cosiddetta "dissidenza" cubana supporta anch'essa, da anni, questa tesi. Oscar Espinosa Chepe, un presunto economista "indipendente" dell'isola, ha dichiarato ai media che Cuba ha "un'economia moribonda e trasformata in uno stadio parassitario (dal Venezuela)" (4).

Negli ultimi giorni della campagna, la stampa di Miami dava per scontata la vittoria dell'oppositore
Henrique Capriles e raccontava il presunto allarme sociale esistente in tutta Cuba a causa della prevedibile fine degli accordi con il Venezuela, con titoli più che eloquenti: "Cubani aspettano inquieti le elezioni in Venezuela pregando che vinca Chavez"(5), o "L'elezione presidenziale venezuelana tiene in sospeso i cubani"(6).

Alla luce dei risultati - come sappiamo - è arrivata la delusione. Il quotidiano di Miami El Nuevo Herald definiva
la vittoria di Chavez come una "cattiva notizia per la democrazia" e "un grande sollievo per il regime dei fratelli Castro" (7). Il portale anticastrista con sede a Madrid Diario de Cuba pubblicava un editoriale dal titolo "Ossigeno per L'Avana. Il trionfo di Hugo Chavez è una pessima notizia per i cubani"(8). Secondo questo portale, che è sostenuto dal denaro dell'Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale, il trionfo elettorale di Chavez "libera Raul Castro dalle pressione che potrebbero obbligarlo ad attuare i cambiamenti necessari". Cioè, la stessa tesi che giustifica il blocco economico USA contro Cuba: quanto peggiori sono le condizioni di vita della popolazione, tanto meglio, dato che il malcontento sociale, a un certo punto, sfocerà nella caduta del Governo e della Rivoluzione cubana. Purtroppo per i sostenitori di questa politica - e per il popolo cubano che la soffre - sono già 53 anni che tale predizione non si avvera.

Ma realmente il Venezuela regala petrolio a Cuba e ad altri paesi, come ci raccontano? Niente affatto: gli accordi tra Cuba e Venezuela rispondono a uno schema di interscambio bilaterale che prevedono una fornitura stabile di petrolio dal Venezuela a Cuba, è vero, ma, a sua volta, Cuba realizza un enorme sforzo per fornire più di 40000 professionisti nei programmi d'istruzione, sanità, sport, agricoltura e cultura che il Governo venezuelano non avrebbe potuto realizzare senza la cooperazione cubana (9). Questo schema rompe, naturalmente, con le regole classiche del mercato - le uniche accettate dalla linea editoriale dei media mainstream - per i quali non é logico che un paese finalizzi una risorsa preziosa e strategica come il petrolio alla - per nulla economicamente redditizi - investimenti sociali, vale a dire, i programmi sostenuti dai professionisti di Cuba che beneficiano milioni di famiglie povere del Venezuela.

Come anche manca della "logica di mercato", legittimata dai media, che il Venezuela offra facilità di pagamento e di prezzi stabili ad un insieme di piccole nazioni integrate nell'Alleanza Bolivariana per le Americhe (ALBA) (10). Questa nuova concezione di interscambio regionale, che elimina la concorrenza e favorisce la solidarietà e la riduzione delle asimmetrie, é ridotta al cliché mediatico "regalo del petrolio venezuelano".

Questa tesi è sostenuta, nei media mainstream, da presunti esperti in economia che, curiosamente, quasi senza eccezione, sono sostenitori del libero mercato e del non intervento dello stato nell'economia. L'agenzia Associated Press (AP), per esempio, ha raccolto le parole di Eduardo Gamarra, professore alla Florida International University, che ha offerto la sua particolare spiegazione circa l'interesse di Hugo Chavez per mantenere il detto sistema commerciale: ottenere il voto alle Nazioni Unite e all'OSA dei piccoli paesi dei Caraibi beneficiari dell'accordo solidario di petrolio Petrocaribe, che  il Venezuela sostiene (11). Questo è il caso della Repubblica Dominicana, dove - secondo questo presunto esperto - "l'economia (...) probabilmente sarebbe crollata senza le generose condizioni di Petrocaribe".

Nella campagna elettorale venezuelana, media di questo paese e di Miami, hanno lanciato il messaggio che molti medici cubani stavano disertando dalla missione di salute comunitaria Barrio Adentro (12). La causa: la sconfitta certa di Chavez, per la quale avrebbero dovuto tornare a Cuba e perdere pertanto la paga in moneta forte che ricevono in Venezuela. El Nuevo Herald e El Universal raccontavano la storia di una presunta infermiera cubana cooperante: "vedere per la strada che la gente ripudia, in modo più forte, il Governo mi ha convinto di ciò che può accadere", affermava per giustificare il suo abbandono del programma di solidarietà.

Questi stessi giornali ricordavano l'esistenza di un
programma del Dipartimento di Stato USA per accogliere come rifugiati, nelle loro ambasciate, tutti i cooperanti medici cubani (13), senza alcuna valutazione critica di ciò che costituisce una evidente aberrazione etica: l'esistenza di un programma del governo più potente del mondo che, mentre continua tagliando i suoi fondi di aiuto allo sviluppo, investe ingenti somme di denaro nel tentativo di distruggere ciò che Cuba offre a milioni di persone povere in Venezuela ed in altri paesi.

In ogni caso, il governo degli Stati Uniti e i consorzi mediatici sono rimasti, lo scorso 7 ottobre, con il miele sulle labbra. I programmi di cooperazione Sud-Sud tra Cuba, Venezuela e altri paesi dell'ALBA guadagnano un nuovo impulso, e l'ipotetica grave crisi economica e sociale a Cuba a causa della loro scomparsa continuerà ad essere - per i grandi poteri mondiali - un sogno differito.

 

 

¿Venezuela regala el petróleo a Cuba?

Una de las muchas líneas de ataque mediático contra el presidente Hugo Chávez –convertida en mensaje de campaña de la oposición venezolana en las recientes elecciones- es el supuesto “regalo” a Cuba y a otros países aliados del petróleo venezolano.

En plena campaña electoral, por ejemplo, el diario español ABC titulaba “Cuba, Nicaragua y Bolivia pueden perder las dádivas de Caracas” (1). Su corresponsal en México afirmaba que “Los aliados `bolivarianos´ de Chávez se arriesgan a perder el petróleo venezolano que reciben gratis”.

Este mensaje fue repetido a lo largo de la campaña en numerosos medios, con titulares tan sugestivos como “Cuba y El Salvador `revenden´ petróleo que Venezuela regala” (2) o (El candidato opositor) “Capriles no regalará más petróleo a Cuba” (3).
La llamada “disidencia” cubana también respalda desde hace años estas tesis. Oscar Espinosa Chepe, un supuesto economista “independiente” de la Isla, afirmaba a los medios que Cuba tiene "una economía moribunda y convertida en un estado parásito (de Venezuela)" (4).

En los últimos días de campaña, la prensa de Miami daba por hecha la victoria del opositor Henrique Capriles y relataba la supuesta alarma social existente en toda Cuba debido al previsible fin de los acuerdos con Venezuela, con titulares más que elocuentes: “Cubanos esperan inquietos comicios en Venezuela rogando que gane Chávez” (5), o “La elección presidencial venezolana mantiene en vilo a los cubanos” (6).

Tras los resultados –como sabemos- vino la decepción. El diario de Miami El Nuevo Herald definía la victoria de Chávez como una “mala noticia para la democracia” y “un gran alivio para el régimen de los hermanos Castro” (7). El portal anticastrista ubicado en Madrid Diario de Cuba publicaba un editorial titulado “Oxígeno para La Habana. El triunfo de Hugo Chávez es una pésima noticia para los cubanos de a pie” (8). Según este portal, que es sostenido con dinero de la Agencia Española de Cooperación Internacional, el triunfo electoral de Chávez “libra a Raúl Castro de las presiones que podrían obligarlo a implementar los cambios necesarios”. Es decir, la misma tesis que justifica el bloqueo económico de EEUU a Cuba: cuanto peores sean las condiciones de vida de la población, mucho mejor, dado que el descontento social, en algún momento, desembocará en la caída del Gobierno y la Revolución cubana. Desgraciadamente para los defensores de esta política –y para el pueblo cubano que la sufre- son ya 53 años sin que esta predicción se cumpla.

Pero, ¿realmente Venezuela regala el petróleo a Cuba y a otros países, tal como nos cuentan? En absoluto: los acuerdos entre Cuba y Venezuela responden a un esquema de intercambio bilateral que incluye el suministro estable de petróleo de Venezuela a Cuba, cierto; pero, a su vez, Cuba realiza el enorme esfuerzo de integrar a más de 40.000 profesionales en los programas de educación, salud, deporte, agricultura o cultura que el Gobierno venezolano no habría podido llevar adelante sin la cooperación cubana (9). Este esquema rompe por supuesto con las reglas clásicas del mercado -las únicas aceptadas por la línea editorial de los grandes medios-, por las cuales carece de lógica que un país destine un recurso valioso y estratégico como el petróleo a la –nada rentable económicamente- inversión social, es decir, a los programas apoyados por profesionales de Cuba que benefician a millones de familias pobres de Venezuela.

Como también carece de la “lógica de mercado” legitimada por los medios que Venezuela ofrezca facilidades de pago y precios estables a un conjunto de pequeñas naciones integradas en la Alianza Bolivariana para las Américas (ALBA) (10). Esta nueva concepción del intercambio regional, que aparta la competencia e incentiva la solidaridad y la reducción de asimetrías, es reducida al cliché mediático del supuesto “regalo de petróleo venezolano”.


Este argumento es apoyado en la gran prensa por supuestos expertos en economía que, curiosamente, casi sin excepción, son defensores del mercado libre y la no intervención del estado en la economía. La agencia Asociated Press (AP), por ejemplo, recogía las palabras de Eduardo Gamarra, profesor de la Universidad Internacional de Florida, que ofrecía su particular explicación acerca del interés de Hugo Chávez por mantener dicho esquema comercial: ganar el voto en la ONU y la OEA de pequeños países del Caribe beneficiados por el acuerdo solidario de petróleo Petrocaribe, que impulsa Venezuela (11). Es el caso de la República Dominicana, donde –según este supuesto experto - “la economía (...) probablemente se habría derrumbado sin las generosas condiciones de Petrocaribe".

En la campaña electoral venezolana, medios de este país y de Miami lanzaron el mensaje de que muchos médicos cubanos estaban desertando de la misión de salud comunitaria Barrio Adentro (12). La causa: la derrota segura de Chávez, por la que deberían regresar a Cuba y perder por tanto la dieta en moneda fuerte que reciben en Venezuela. El Nuevo Herald y El Universal daban cuenta de la historia de una supuesta enfermera cubana cooperante: “ver que en la calle la gente repudiaba más fuerte al Gobierno me convenció de lo que puede venir”, afirmaba para justificar su abandono del programa solidario.

Estos mismos diarios recordaban la existencia de un programa del Departamento de Estado de EEUU para acoger como refugiados en sus embajadas a todos los cooperantes médicos cubanos (13), sin la menor valoración crítica de lo que constituye una evidente aberración ética: la existencia de un programa del gobierno más poderoso del mundo que, mientras sigue recortando sus fondos de ayuda al desarrollo, invierte fuertes cantidades de dinero en tratar de destruir la que ofrece Cuba a millones de personas pobres en Venezuela y otros países.

En cualquier caso, el Gobierno de EEUU y los consorcios mediáticos se quedaron, el pasado 7 de octubre, con la miel en los labios. Los programas de cooperación Sur-Sur entre Cuba, Venezuela y otros países del ALBA cobrarán ahora nuevo impulso, y la hipotética gran crisis económica y social en Cuba debido a su desaparición seguirá siendo –para los grandes poderes mundiales- un sueño postergado.

 

 

 

 

(1) http://www.abc.es/20121008/internacional/abci-bolivarianos-venezuela-201210072040.html

(2) http://www.notitarde.com/Pa%C3%ADs/Cuba-y-El-Salvador-revenden-petr%C3%B3leo-que-Venezuela-regala/2012/08/22/127393

(3) http://www.teleamazonas.com/index.php/mundo/america-latina/15152-capriles-no-regalara-mas-petroleo-a-cuba

(4) http://www.elnuevoherald.com/2012/10/03/1314596/cuba-pendiente-ante-el-proceso.html

(5) http://www.elmundo.com.ve/noticias/tuvoto/cubanos-esperan-inquietos-comicios-en-venezuela-ro.aspx

(6) http://www.martinoticias.com/media/video/15416.html

(7) http://www.elnuevoherald.com/2012/10/09/1318248/triunfo-de-chavez-una-mala-noticia.html

(8) http://www.diariodecuba.com/opinion/13394-editorial-oxigeno-para-la-habana

(9) http://www.telesurtv.net/articulos/2012/07/27/cooperacion-cuba-venezuela-promueve-desarrollo-humano-en-ambos-paises-4918.html

(10) http://www.alba-tcp.org/content/alba-tcp

(11) http://america.infobae.com/notas/59399-Cuba-celebra-con-alivio-la-victoria-de-Chavez.html

(12) http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/121001/medicos-cubanos-aceleran-sus-deserciones-por-temor-a-derrota

(13) http://www.cubainformacion.tv/index.php?option=com_content&task=view&id=20517&Itemid=86