Una delle tante linee di
attacco mediatico contro
il presidente Hugo
Chavez - trasformata in
messaggio della campagna
dell'opposizione
venezuelana nelle
recenti elezioni - è il
presunto "regalo" a Cuba
e ad altri paesi alleati
del petrolio
venezuelano.
In piena campagna
elettorale, per esempio,
il quotidiano spagnolo
ABC titolava "Cuba,
Nicaragua e Bolivia
possono perdere i regali
di Caracas" (1). Il suo
corrispondente in
Messico dichiarava che
"Gli alleati 'bolivariani'
di Chavez rischiano di
perdere il petrolio
venezuelano che ricevono
gratis".
Questo messaggio è stato
ripetuto per tutta la
campagna in molti mezzi
di comunicazione, con
titoli tanto suggestivi
come "Cuba ed El
Salvador 'rivendono'
il petrolio che il
Venezuela regala" (2) o
(il candidato
dell'opposizione) "Capriles
non regalerà più
petrolio a Cuba" (3).
La cosiddetta
"dissidenza" cubana
supporta anch'essa, da
anni, questa tesi. Oscar
Espinosa Chepe, un
presunto economista
"indipendente"
dell'isola, ha
dichiarato ai media che
Cuba ha "un'economia
moribonda e trasformata
in uno stadio
parassitario (dal
Venezuela)" (4).
Negli ultimi giorni
della campagna, la
stampa di Miami dava per
scontata la vittoria
dell'oppositore
Henrique Capriles
e raccontava il
presunto allarme sociale
esistente in tutta Cuba
a causa della
prevedibile fine degli
accordi con il
Venezuela, con titoli
più che eloquenti:
"Cubani aspettano
inquieti le elezioni in
Venezuela pregando che
vinca Chavez"(5), o
"L'elezione
presidenziale
venezuelana tiene in
sospeso i cubani"(6).
Alla luce dei risultati
- come sappiamo - è
arrivata la delusione.
Il quotidiano di Miami
El Nuevo Herald definiva
la vittoria
di Chavez
come una "cattiva
notizia per la
democrazia" e "un grande
sollievo per il regime
dei fratelli Castro"
(7). Il portale
anticastrista con sede a
Madrid Diario de Cuba
pubblicava un editoriale
dal titolo "Ossigeno per
L'Avana. Il trionfo di
Hugo Chavez è una
pessima notizia per i
cubani"(8). Secondo
questo portale, che è
sostenuto dal denaro
dell'Agenzia Spagnola di
Cooperazione
Internazionale, il
trionfo elettorale di
Chavez "libera Raul
Castro dalle pressione
che potrebbero
obbligarlo ad attuare i
cambiamenti necessari".
Cioè, la stessa tesi che
giustifica il
blocco
economico
USA contro Cuba:
quanto peggiori sono le
condizioni di vita della
popolazione, tanto
meglio, dato che il
malcontento sociale, a
un certo punto,
sfocerà nella caduta
del Governo e della
Rivoluzione cubana.
Purtroppo per i
sostenitori di questa
politica - e per il
popolo cubano che la
soffre - sono già 53
anni che tale predizione
non si avvera.
Ma realmente il
Venezuela regala
petrolio a Cuba e ad
altri paesi, come ci
raccontano? Niente
affatto: gli accordi tra
Cuba e Venezuela
rispondono a uno schema
di interscambio
bilaterale che prevedono
una fornitura stabile di
petrolio dal Venezuela a
Cuba, è vero, ma, a sua
volta, Cuba realizza un
enorme sforzo per
fornire più di 40000
professionisti nei
programmi d'istruzione,
sanità, sport,
agricoltura e cultura
che il Governo
venezuelano non avrebbe
potuto realizzare senza
la cooperazione cubana
(9). Questo schema
rompe, naturalmente, con
le regole classiche del
mercato - le uniche
accettate dalla linea
editoriale dei media mainstream - per i quali
non é logico che un
paese finalizzi una
risorsa preziosa e
strategica come il
petrolio alla - per
nulla economicamente
redditizi - investimenti
sociali, vale a dire, i
programmi sostenuti dai
professionisti di Cuba
che beneficiano milioni
di famiglie povere del
Venezuela.
Come anche manca della
"logica di mercato",
legittimata dai media,
che il Venezuela offra
facilità di pagamento e
di prezzi stabili ad un
insieme di piccole
nazioni integrate
nell'Alleanza Bolivariana per le
Americhe (ALBA) (10).
Questa nuova concezione
di interscambio
regionale, che elimina
la concorrenza e
favorisce la solidarietà
e la riduzione delle
asimmetrie, é ridotta al
cliché mediatico "regalo
del petrolio
venezuelano".
Questa tesi è sostenuta,
nei media mainstream, da
presunti esperti in
economia che,
curiosamente, quasi
senza eccezione, sono
sostenitori del libero
mercato e del non
intervento dello stato
nell'economia. L'agenzia
Associated Press (AP),
per esempio, ha raccolto
le parole di Eduardo
Gamarra, professore alla
Florida International
University, che ha
offerto la sua
particolare spiegazione
circa l'interesse di
Hugo Chavez per
mantenere il detto
sistema commerciale:
ottenere il voto alle
Nazioni Unite e all'OSA
dei piccoli paesi dei
Caraibi beneficiari
dell'accordo solidario
di petrolio Petrocaribe,
che il
Venezuela sostiene (11). Questo è
il caso della Repubblica
Dominicana, dove -
secondo questo presunto
esperto - "l'economia
(...) probabilmente
sarebbe crollata senza
le generose condizioni
di Petrocaribe".
Nella campagna
elettorale venezuelana,
media di questo paese e
di Miami, hanno lanciato
il messaggio che molti
medici cubani stavano
disertando dalla
missione di salute
comunitaria Barrio
Adentro (12). La causa:
la sconfitta certa di
Chavez, per la quale
avrebbero dovuto tornare
a Cuba e perdere
pertanto la paga in
moneta forte che
ricevono in Venezuela.
El Nuevo Herald e El
Universal raccontavano
la storia di una
presunta infermiera
cubana cooperante:
"vedere per la strada
che la gente ripudia, in
modo più forte, il
Governo mi ha convinto
di ciò che può
accadere", affermava per
giustificare il suo
abbandono del programma
di solidarietà.
Questi stessi giornali
ricordavano l'esistenza
di un
programma
del
Dipartimento di Stato
USA per accogliere come
rifugiati, nelle loro
ambasciate, tutti i
cooperanti medici cubani
(13), senza alcuna
valutazione critica di
ciò che costituisce una
evidente aberrazione
etica: l'esistenza di un
programma del governo
più potente del mondo
che, mentre continua
tagliando i suoi fondi
di aiuto allo sviluppo,
investe ingenti somme di
denaro nel tentativo di
distruggere ciò che
Cuba
offre
a milioni di
persone povere in
Venezuela ed in altri
paesi.
In ogni caso, il governo
degli Stati Uniti e i
consorzi mediatici sono
rimasti, lo scorso 7
ottobre, con il miele
sulle labbra. I
programmi di
cooperazione Sud-Sud tra
Cuba, Venezuela e altri
paesi dell'ALBA
guadagnano un nuovo
impulso, e l'ipotetica
grave crisi economica e
sociale a Cuba a causa
della loro scomparsa
continuerà ad essere -
per i grandi poteri
mondiali - un sogno
differito.
¿Venezuela
regala el petróleo a
Cuba?
Una de las muchas líneas
de ataque mediático
contra el presidente
Hugo Chávez –convertida
en mensaje de campaña de
la oposición venezolana
en las recientes
elecciones- es el
supuesto “regalo” a Cuba
y a otros países aliados
del petróleo venezolano.
En plena campaña
electoral, por ejemplo,
el diario español ABC
titulaba “Cuba,
Nicaragua y Bolivia
pueden perder las
dádivas de Caracas” (1).
Su corresponsal en
México afirmaba que “Los
aliados `bolivarianos´
de Chávez se arriesgan a
perder el petróleo
venezolano que reciben
gratis”.
Este mensaje fue
repetido a lo largo de
la campaña en numerosos
medios, con titulares
tan sugestivos como
“Cuba y El Salvador `revenden´
petróleo que Venezuela
regala” (2) o (El
candidato opositor)
“Capriles no regalará
más petróleo a Cuba”
(3).
La llamada “disidencia”
cubana también respalda
desde hace años estas
tesis. Oscar Espinosa
Chepe, un supuesto
economista
“independiente” de la
Isla, afirmaba a los
medios que Cuba tiene
"una economía moribunda
y convertida en un
estado parásito (de
Venezuela)" (4).
En los últimos días de
campaña, la prensa de
Miami daba por hecha la
victoria del opositor
Henrique Capriles y
relataba la supuesta
alarma social existente
en toda Cuba debido al
previsible fin de los
acuerdos con Venezuela,
con titulares más que
elocuentes: “Cubanos
esperan inquietos
comicios en Venezuela
rogando que gane Chávez”
(5), o “La elección
presidencial venezolana
mantiene en vilo a los
cubanos” (6).
Tras los resultados –como
sabemos- vino la
decepción. El diario de
Miami El Nuevo Herald
definía la victoria de
Chávez como una “mala
noticia para la
democracia” y “un gran
alivio para el régimen
de los hermanos Castro”
(7). El portal
anticastrista ubicado en
Madrid Diario de Cuba
publicaba un editorial
titulado “Oxígeno para
La Habana. El triunfo de
Hugo Chávez es una
pésima noticia para los
cubanos de a pie” (8).
Según este portal, que
es sostenido con dinero
de la Agencia Española
de Cooperación
Internacional, el
triunfo electoral de
Chávez “libra a Raúl
Castro de las presiones
que podrían obligarlo a
implementar los cambios
necesarios”. Es decir,
la misma tesis que
justifica el bloqueo
económico de EEUU a
Cuba: cuanto peores sean
las condiciones de vida
de la población, mucho
mejor, dado que el
descontento social, en
algún momento,
desembocará en la caída
del Gobierno y la
Revolución cubana.
Desgraciadamente para
los defensores de esta
política –y para el
pueblo cubano que la
sufre- son ya 53 años
sin que esta predicción
se cumpla.
Pero, ¿realmente
Venezuela regala el
petróleo a Cuba y a
otros países, tal como
nos cuentan? En absoluto:
los acuerdos entre Cuba
y Venezuela responden a
un esquema de
intercambio bilateral
que incluye el
suministro estable de
petróleo de Venezuela a
Cuba, cierto; pero, a su
vez, Cuba realiza el
enorme esfuerzo de
integrar a más de 40.000
profesionales en los
programas de educación,
salud, deporte,
agricultura o cultura
que el Gobierno
venezolano no habría
podido llevar adelante
sin la cooperación
cubana (9). Este esquema
rompe por supuesto con
las reglas clásicas del
mercado -las únicas
aceptadas por la línea
editorial de los grandes
medios-, por las cuales
carece de lógica que un
país destine un recurso
valioso y estratégico
como el petróleo a la –nada
rentable económicamente-
inversión social, es
decir, a los programas
apoyados por
profesionales de Cuba
que benefician a
millones de familias
pobres de Venezuela.
Como también carece de
la “lógica de mercado”
legitimada por los
medios que Venezuela
ofrezca facilidades de
pago y precios estables
a un conjunto de
pequeñas naciones
integradas en la Alianza
Bolivariana para las
Américas (ALBA) (10).
Esta nueva concepción
del intercambio regional,
que aparta la
competencia e incentiva
la solidaridad y la
reducción de asimetrías,
es reducida al cliché
mediático del supuesto
“regalo de petróleo
venezolano”.
Este argumento es
apoyado en la gran
prensa por supuestos
expertos en economía que,
curiosamente, casi sin
excepción, son
defensores del mercado
libre y la no
intervención del estado
en la economía. La
agencia Asociated Press
(AP), por ejemplo,
recogía las palabras de
Eduardo Gamarra,
profesor de la
Universidad
Internacional de
Florida, que ofrecía su
particular explicación
acerca del interés de
Hugo Chávez por mantener
dicho esquema comercial:
ganar el voto en la ONU
y la OEA de pequeños
países del Caribe
beneficiados por el
acuerdo solidario de
petróleo Petrocaribe,
que impulsa Venezuela
(11). Es el caso de la
República Dominicana,
donde –según este
supuesto experto - “la
economía (...)
probablemente se habría
derrumbado sin las
generosas condiciones de
Petrocaribe".
En la campaña electoral
venezolana, medios de
este país y de Miami
lanzaron el mensaje de
que muchos médicos
cubanos estaban
desertando de la misión
de salud comunitaria
Barrio Adentro (12). La
causa: la derrota segura
de Chávez, por la que
deberían regresar a Cuba
y perder por tanto la
dieta en moneda fuerte
que reciben en
Venezuela. El Nuevo
Herald y El Universal
daban cuenta de la
historia de una supuesta
enfermera cubana
cooperante: “ver que en
la calle la gente
repudiaba más fuerte al
Gobierno me convenció de
lo que puede venir”,
afirmaba para justificar
su abandono del programa
solidario.
Estos mismos diarios
recordaban la existencia
de un programa del
Departamento de Estado
de EEUU para acoger como
refugiados en sus
embajadas a todos los
cooperantes médicos
cubanos (13), sin la
menor valoración crítica
de lo que constituye una
evidente aberración
ética: la existencia de
un programa del gobierno
más poderoso del mundo
que, mientras sigue
recortando sus fondos de
ayuda al desarrollo,
invierte fuertes
cantidades de dinero en
tratar de destruir la
que ofrece Cuba a
millones de personas
pobres en Venezuela y
otros países.
En cualquier caso, el
Gobierno de EEUU y los
consorcios mediáticos se
quedaron, el pasado 7 de
octubre, con la miel en
los labios. Los
programas de cooperación
Sur-Sur entre Cuba,
Venezuela y otros países
del ALBA cobrarán ahora
nuevo impulso, y la
hipotética gran crisis
económica y social en
Cuba debido a su
desaparición seguirá
siendo –para los grandes
poderes mundiales- un
sueño postergado.
(1)
http://www.abc.es/20121008/internacional/abci-bolivarianos-venezuela-201210072040.html
(2)
http://www.notitarde.com/Pa%C3%ADs/Cuba-y-El-Salvador-revenden-petr%C3%B3leo-que-Venezuela-regala/2012/08/22/127393
(3)
http://www.teleamazonas.com/index.php/mundo/america-latina/15152-capriles-no-regalara-mas-petroleo-a-cuba
(4)
http://www.elnuevoherald.com/2012/10/03/1314596/cuba-pendiente-ante-el-proceso.html
(5)
http://www.elmundo.com.ve/noticias/tuvoto/cubanos-esperan-inquietos-comicios-en-venezuela-ro.aspx
(6)
http://www.martinoticias.com/media/video/15416.html
(7)
http://www.elnuevoherald.com/2012/10/09/1318248/triunfo-de-chavez-una-mala-noticia.html
(8)
http://www.diariodecuba.com/opinion/13394-editorial-oxigeno-para-la-habana
(9)
http://www.telesurtv.net/articulos/2012/07/27/cooperacion-cuba-venezuela-promueve-desarrollo-humano-en-ambos-paises-4918.html
(10)
http://www.alba-tcp.org/content/alba-tcp
(11)
http://america.infobae.com/notas/59399-Cuba-celebra-con-alivio-la-victoria-de-Chavez.html
(12)
http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/121001/medicos-cubanos-aceleran-sus-deserciones-por-temor-a-derrota
(13)
http://www.cubainformacion.tv/index.php?option=com_content&task=view&id=20517&Itemid=86
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