Abbiamo ricevuto dai nostri lettori, in queste ore, diverse lettere che chiedevano di sciogliere dubbi su Yoani Sanchez. L’ultima campagna di discredito contro Cuba che viene dopo la falsa notizia dell’epidemia di colera a Cuba e dopo la farsa dei reporter italiani fermati senza visto giornalistico, confermano l’esigenza degli Stati Uniti e di chi gli regge il gioco, di screditare la Rivoluzione sapendo che, fra pochi giorni, arriverà la 21° condanna dell’ONU agli Stati Uniti per l’embargo contro Cuba. Per quanto riguarda il lavoro che svolge la Sanchez a Cuba, abbiamo già scritto in molti numeri di Latinoamerica. Questa volta vi segnaliamo l’articolo uscito a maggio nel n. 118/119 della nostra rivista da Salim Lamrani, docente universitario alla Sorbona di Parigi e nostro collaboratore.
Spulciando i cablo d’ambasciata resi pubblici da Wikileaks si è scoperto che la famosa intervista a Obama non era stata mai fatta. Che Raul Casto non aveva risposto perché non gli erano mai state mandate le domande. E poi altri gustosi dettagli sul lavoro della blogger de l’Avana, conosciuta in tutto il mondo tranne che a Cuba.
PRODIGIOSA YOANI, RIEMPIE TWITTER DI SE’…
E NON HA INTERNET
Di Salim Lamrani
Yoani Sánchez, famosa blogger cubana, è un personaggio molto particolare nell’ambiente della dissidenza cubana. Mai nessun oppositore ha ottenuto tanta esposizione mediatica né un riconoscimento internazionale così grande nel giro di poco tempo. Emigrata in Svizzera nel 2002, dopo due anni, nel 2004, ha deciso di rientrare a Cuba. Nel 2007 entra a far parte dell’opposizione cubana creando il suo blog Generación Y, e diventa un’irriducibile detrattrice del governo dell’Avana. Mai nessun dissidente a Cuba, e forse al mondo, ha ottenuto tanti riconoscimenti internazionali in così poco tempo, per di più con un particolare di non poco conto: a Yoani Sánchez è stato elargito così tanto denaro da consentirle di vivere tranquillamente a Cuba per il resto della sua vita. La blogger, infatti, è stata retribuita per un totale di 250.000 euro, un importo cioè pari a più di 20 anni di salario minimo in un paese come la Francia, quinta potenza mondiale. A Cuba il salario minimo mensile è di 420 pesos, pari a 18 dollari e a 14 euro, il che significa che Yoani Sánchez ha ottenuto, per la sua attività di oppositrice, l’equivalente di 1.488 anni di salario minimo cubano.
Yoani Sánchez intrattiene stretti rapporti con la diplomazia nordamericana a Cuba, come segnala un documento, classificato “segreto” per i dati sensibili in esso contenuti, proveniente dalla Sezione di interessi nordamericani (Sina). Michael Parmly, ex capo della Sina a L’Avana, che si riuniva regolarmente con Yoani Sánchez nella sua residenza diplomatica personale, come dimostrano i documenti riservati della Sina, ha esternato la sua preoccupazione in merito alla pubblicazione dei documenti diplomatici americani da parte di Wikileaks: “Mi darebbe molto fastidio se venissero divulgate le numerose conversazioni che ho avuto con Yoani Sánchez. Lei potrebbe pagarne le conseguenze per tutta la vita”. La domanda che sorge spontanea è la seguente: per quale motivo Yoani Sánchez sarebbe in pericolo se, come sostiene, le sue azioni rientrano nell’ambito della legalità?
Nel 2009 la stampa occidentale ha fortemente enfatizzato l’intervista che il presidente Barack Obama aveva concesso a Yoani Sánchez, fatto ritenuto assolutamente eccezionale. La Sánchez aveva anche riferito di avere mandato un elenco di domande simile al presidente cubano Raúl Castro, il quale non si era neanche degnato di risponderle. Eppure i documenti segreti della Sina, pubblicati da Wikileaks, smentiscono queste dichiarazioni.
Si è scoperto che, in realtà, è stato un funzionario della stessa rappresentanza diplomatica a L’Avana a farsi carico di elaborare le risposte per la dissidente, e non il presidente Obama. Fatto ancor più grave, Wikileaks ha rivelato che la Sánchez, contrariamente alle sue affermazioni, non ha mandato nessun elenco di domande a Raúl Castro. Il responsabile della Sina, Jonathan D. Farrar, ha confermato questi fatti in un dispaccio inviato al Dipartimento di Stato: “Lei non aspettava nessuna risposta, perché ha confessato di non averle mai [le domande] trasmesse al presidente cubano”.
L’account Twitter di Yoani Sánchez
Oltre al sito Generación Y, Yoani Sánchez ha anche un
account Twitter dove vanta di avere più di 214mila
seguaci (al 12 febbraio 2012). Solo 32 di loro risiedono
a Cuba. Dal canto suo, la dissidente cubana segue più di
80 mila persone. Nel suo profilo la Sánchez si presenta
così: “Sono una blogger, vivo a L’Avana e racconto la
mia realtà in pezzi da 140 caratteri. Twitto via sms e
non ho accesso al web”.
La versione di Yoani Sánchez è tuttavia poco credibile. È infatti assolutamente impossibile seguire più di 80 mila persone solo via sms o utilizzando una connessione settimanale da un albergo. Per ottenere un risultato del genere, è indispensabile avere l’accesso quotidiano alla rete.
La popolarità nel social network Twitter dipende dal numero di seguaci. Più numerosi sono, maggiore è la visibilità dell’account. Esiste anche una forte correlazione tra il numero di persone seguite e la visibilità del proprio account. La tecnica, che consiste nel seguire numerosi account, è di norma utilizzata per fini commerciali, oppure viene usata dai politici durante le campagne elettorali.
Il sito www.followerwonk.com permette di analizzare il profilo dei contatti di qualsiasi membro della comunità di Twitter. Lo studio del caso Yoani Sánchez è emblematico per diversi aspetti. Un’analisi dei dati dell’account Twitter della blogger cubana, che è stata realizzata attraverso il sito, rivela un’attività eccezionale dell’account di Yoani Sánchez a partire dal 2010. Così, da giugno 2010, la Sánchez si è registrata in oltre 200 diversi account Twitter ogni giorno, con picchi che sono arrivati addirittura a 700 account nelle 24 ore. A meno di passare ore e ore del giorno e della notte a fare solo quello, il che è piuttosto improbabile, è impossibile iscriversi a tutti quegli account in così poco tempo. Sembra quindi che tutto questo sia stato generato mediante un robot informatico.
Si scopre anche che quasi 50 mila contatti della Sánchez sono in realtà account fantasma o inattivi, che creano l’illusione che la blogger cubana goda di grande popolarità nei social network. Dei 214.063 contatti dell’account @ yoanisanchez, infatti, 27.012 sono privi di immagine e 20.000 hanno tutte le caratteristiche di account fantasma con attività inesistente nella rete (da zero a tre messaggi inviati dalla creazione dell’account).
Tra gli account fantasma che seguono Yoani Sánchez su Twitter, 3.363 non hanno nessun contatto e solo 2.897 seguono la blogger e altri due o tre account. Alcuni account inoltre hanno caratteristiche piuttosto strane: non hanno nessun seguace, seguono solo Yoani Sánchez e hanno inviato più di 2.000 messaggi.
Questa operazione, volta a creare una popolarità fittizia attraverso Twitter, è impossibile da realizzarsi senza un accesso a Internet. È necessario anche un supporto tecnologico e di conseguenza un budget adeguato. Secondo una ricerca effettuata dal quotidiano La Jornada, intitolata “Il cyber- trasporto, la nuova strategia adottata dai politici su Twitter”, su operazioni in cui erano coinvolti candidati alle presidenziali messicane, parecchie imprese statunitensi, asiatiche e latinoamericane offrono questo servizio di popolarità fittizia (“cyber-trasporto”) a prezzi elevati. “Per un esercito di 25.000 seguaci inventati su Twitter – sostiene la testata – si spendono fino a 2.000 dollari e per 500 profili fasulli per 50 persone si possono spendere tra i 12.000 e i 15.000 dollari.”
Yoani Sánchez manda in media 9,3 messaggi al giorno. Nel 2011 la blogger ha pubblicato circa 400 messaggi al mese. Il prezzo di un messaggio a Cuba è di 1 peso convertibile (Cuc), cioè un totale di 400 Cuc al mese. Il salario minimo a Cuba è di 420 pesos, circa 16 Cuc. Ogni mese quindi Yoani Sánchez spende l’equivalente di due anni di salario minimo cubano. In questo modo, da Cuba la blogger spende su Twitter una somma che corrisponde a 25.000 euro mensili, vale a dire 300.000 euro all’anno. Da dove provengono le risorse necessarie per queste attività?
È inevitabile che sorgano altre domande. Come può Yoani Sánchez seguire più di 80.000 account senza avere un accesso permanente a Internet? Come ha potuto iscriversi a circa 200 diversi account al giorno in media da giugno 2010, con picchi superiori ai 700? Quante persone seguono davvero le attività dell’oppositrice cubana in rete? Chi finanzia la creazione degli account fasulli? A quale scopo? Quali interessi si nascondono dietro alla figura di Yoani Sánchez?
Cuba. Fermata Yoani Sanchez. E allora?
Sergio
Cararo - www.marx21.it
Secondo quanto riferiscono fonti legate al suo circuito,
Yoani Sanchez, la nota “blogger” anticastrista, sarebbe
stata arrestata a Cuba. Ma a chi serve Yoani Sanchez? Un
giornalista francese molto curioso lo ha spiegato fin
nei dettagli.
La Sanchez. secondo queste fonti, sarebbe detenuta a
Bayamo, dove con altri attivisti intendeva seguire il
processo ad Angel Carromero, esponente politico della
destra spagnolo accusato della morte, in un incidente
d'auto, dell'oppositore cubano Osvaldo Payà. Il giovane
attivista del Partido Popular spagnolo Angel Carromero è
stato accusato dalle autorità cubane di omicidio colposo
per l'incidente stradale nel quale, lo scorso 22 luglio,
sono morti Oswaldo Payà e Harold Cepero. Carromero
rischia 7 anni di carcere. Uno dei passeggeri
sopravvissuto all’incidente, lo svedese Modig, ha fatto
rientro al suo paese ma ha dichiarato di non ricordare
niente sull’incidente mortale perchè stava dormendo.
di
Francesco Maringiò,
Responsabile Relazioni Internazio
La notizia della detenzione della Sanchez è stata resa
nota via twitter, secondo cui insieme a lei è stato
fermato anche il marito, Reinaldo Escobar, e un gruppo
di altri attivisti anticastristi. Yoani Sanchez e il
marito "sono al momento irraggiungibile in quanto
i loro cellulari sono in mano alla polizia segreta
cubana" ha detto il noto anticastrista Elizardo Sanchez,
il quale riferisce di aver avuto conferma degli arresti
a Bayamo attraverso "familiari della Sanchez". Gli
ultimi tweet diffusi da Yoani Sanchez sulla sua pagina
nel suo blog sito riferiscono del suo viaggio dall'Avana
verso Bayamo, circa 700 kilometri all'est della capitale
cubana, includendo la notizia dell'arresto di Guillermo
Farinas, un altro dei più noti anticastristi dell'isola.
"Mi informano che Farinas è stato arrestato. Non ho
altri dettagli” avrebbe scritto la Sanchez in un tweet.
Diversi siti cubani come Cubadebate da tempo contestano
frontalmente Yoani Sanchez descrivendola come
"mercenaria", "bugiarda" e "ignorante", "un'impiegata"
dell'organismo statunitense Sina. Un dossier pubblicato
dal sito si cita un'indagine condotta dagli Usa, e
svelata da Wikileaks, in cui Sanchez viene indicata come
una "falsa leader", "conosciuta solo dal 2% degli
intervistati". “Chi c’è dietro Yoani Sanchez?”, un
articolo scritto da Salim Lamrani su Cubadebate tempo
fa, segnale come i circa 50 mila seguaci della Sanchez
siano in realtà account fantasma, che creano l’illusione
che la blogger goda di una grande notorietà nelle reti
sociali. Dei 214 mila 63 profili del suo account, 27
mila 12 sono vuoti (senza foto) e 20 mila rivestono le
caratteristiche di account fantasmi con un’attività
inesistente nella rete (da zero a tre messaggi mandati
dalla creazione dell’account), afferma Lamrani. Tra gli
account fantasma, tre mila 363 non hanno nessun seguace
e due mila 897 seguono solo l’account della blogger,
mentre alcuni presentano caratteristiche abbastanza
strane, non avendo seguaci, e seguendo solo la Sanchez
hanno emesso più di due mila messaggi. Lamrani ricorda
che la popolarità in questa rete sociale dipende dal
numero di seguaci, perché quanto più numerosi sono,
maggiore è l’esposizione dell’account, insieme ad
esistere una forte correlazione tra il numero di persone
seguite e la visibilità. L’operazione è destinata a
creare una popolarità fittizia via Twitter ed è
impossibile da realizzare senza accesso ad Internet,
oltre richiedere un appoggio tecnologico ed un
finanziamento conseguente. Per un esercito di 25 mila
seguaci inventati in Twitter si pagano fino a due mila
dollari, e per 500 profili utilizzati da 50 persone
possono spendersi tra 12 mila e 15 mila dollari, cita
Lamrani in uno studio realizzato dal quotidiano.
L’articolo qualifica inoltre come difficilmente
credibile la versione della blogger che twitta via sms
senza accesso al web. E’ un fatto assolutamente
impossibile seguire a oltre 80 mila persone, solo per
sms od a partire da una connessione settimanale da un
hotel.
Secondo Lamrani, la blogger emette una media di 9,3
messaggi al giorno, mentre nel 2011 pubblicò circa 400
messaggi al mese, per quello che, considerando che il
prezzo di un messaggio in Cuba è di un peso convertibile
(CUC), rappresenterebbe un totale di 400 CUC mensili per
quell’attività.Sanchez spende in Cuba una somma che
corrisponde, se fosse francese, a 25 mila euro mensili
in Twitter, cioè 300 mila euro annuali. Da dove vengono
le risorse necessarie a queste attività? Quante persone
seguono realmente le attività dell’oppositrice cubana
nella rete sociale? Chi finanzia la creazione di account
fittizi? Con quale obiettivo? Quali sono gli interessi
che si nascondono dietro la figura da Yoani Sanchez?
Sono questi alcuni dei punti interrogativi avanzati da
Lamrani.
Su Yoany Sanchez e l'ipocrisia dei
nostri media
Il fermo da parte delle autorità
cubane di Yoany Sanchez ha scatenato
nel nostro Paese una ridda di
dichiarazioni e prese di posizione
da parte della quasi totalità dei
mezzi di comunicazione ed anche di
alcune forze politiche, che non
hanno perso l'occasione, ancora una
volta, di attaccare Cuba ed il suo
Governo. Tutto questo avveniva
mentre nel nostro paese gli
studenti, privati del proprio futuro
e del diritto all'istruzione,
venivano caricati con violenza dalle
forze dell'ordine. Eppure, tanta
efferatezza e repressione del
dissenso e del disagio dei nostri
giovani non trovava ascolto, né
solidarietà, da parte di questi
giornalisti.
Tutto questo rende evidente il velo di ipocrisia dei
nostri mezzi di informazione e di coloro che
continuano ad attaccare Cuba, un paese sicuramente
non perfetto, ma che continua a rappresentare un
modello ed un punto di riferimento per tutti i
popoli latonoamericani che aspirano agli stessi
standard di vita cubani. Così come ai tanti popoli
in tutto il mondo che hanno trovato la dirigenza
cubana al loro fianco nella lotta contro il
colonialismo e l'imperialismo e per la libertà. Per
capire cosa Cuba rappresenti davvero nel mondo,
sarebbe opportuno dare la voce a questi popoli
piuttosto che a tanta spocchia eurocentrica ed
occidentale, che ha ammalato anche tanta parte della
sinistra in Europa.
E' in atto un piano che mira a colpire la grande
stagione della "primavera latinoamericana", iniziata
con la vittoria di Chavez e Lula e resa possibile
dalla storica resistenza decennale della Rivoluzione
Cubana. Questa aggressività nei confronti di Cuba è
un preciso segnale anche in vista delle imminenti
elezioni in Venezuela, dove le forze della reazione
sono pronte a rovesciare la volontà popolare, come
già successo in passato, o a condizionare fortemente
il voto.
Il Partito dei Comunisti Italiani esprime tutta la
sua vicinanza e solidarietà al popolo cubano ed la
suo Governo, convinto che questa ennesima campagna
di fango non fermerà il vento del cambiamento a Cuba
ed in tutta l'America Latina.