Istigatori

 

Jose Daniel Ferrer, l'artefice del

 "martirologio" di Wilman Villar

 

 

25 gennaio 2012 - Percy Francisco Alvarado Godoy http://islamiacu.blogspot.com/

 

 

La recente morte del prigioniero comune Wilman Villar Mendoza, nato a Contramaestre, Santiago de Cuba, il 30 marzo 1980, e che professava la fede battista, a causa di gravi complicazioni che hanno portato un'insufficienza multi organica nel suo organismo, è stato oggetto di notevoli controversie, in cui i nemici di Cuba cercano di trarre fallace vantaggio nella loro guerra ideologica contro il nostro popolo.

Secondo la nota informativa rilasciata il
19 gennaio, sul quotidiano Granma, Wilmar è morto a Santiago de Cuba, nella sala di terapia intensiva  dell'Ospedale Clinico Chirurgico 'Dr. Juan Bruno Zayas' a causa "di un problema multi-organico associato a un processo respiratorio settico severo, pur avendo ricevuto tutta l’assistenza medica necessaria includendo medicinali e il trattamento specialistico nella sala di terapia intensiva del principale ospedale di Santiago di Cuba." La sua morte è arrivata dopo una lunga battaglia per salvare la sua vita dal momento in cui è entrato in ospedale, il 13 gennaio, presentando un quadro acuto di  sintomi di una polmonite severa del polmone sinistro, ed ha ricevuto tutta l’assistenza per questo tipo di malattia, con ventilazione e nutrimento artificiale, fluido terapia, emoderivati, appoggio con droghe vaso attive ed antibiotici ad ampio spettro dell’ultima generazione.

Wilman Villar era un
individuo violento, che stava scontando una pena dallo scorso 25 novembre, a seguito della commissione di vari reati: una forte aggressione fisica alla moglie, Maritza Pelegrino Cabrales, il 12 luglio 2011, sulla pubblica via, oltraggio, resistenza alle forza di polizia al momento del suo arresto e condotta disordinata. La moglie di Wilmar, più che una sindrome di Stoccolma, una sindrome dello struzzo o quella della donna maltrattata, ha subito seguito le indicazioni di Jose Daniel Ferrer, attualmente capo del gruppuscolo Unione Patriottica di Cuba. Al sfondo della sua cooperazione con lo show mediatico c'era una remunerazione mensile di 80 CUC, promessi dal mercenario Ferrer. L'ambizione poté più della fedeltà e onestà.

Il nascente "dissidente" in Contramaestre, sapendo che la giustizia sarebbe caduta su di lui, sia per il suo comportamento antisociale come per la sua imminente condanna, non ha esitato a mescolarsi con diversi gruppi controrivoluzionari della zona, in particolare con Jose Daniel Ferrer, che gli crearono la falsa illusione che, se si presentava come un oppositore di coscienza, avrebbe potuto evitare la condanna o almeno che l'opinione pubblica reclamasse il suo rilascio. Da allora in poi, Wilmar è diventato un burattino delle pretese di Jose Daniel Ferrer di creare un falso ambiente di deterioramento dei diritti umani a Cuba, per ottenere maggiori benefici dai suoi finanziatori dell'
USAID e dei mafiosi di Miami.

Illuso dai suoi nuovi partner di avventure provocatorie, si unì, per la prima volta, ad un'attività mediatica: una marcia svoltasi il 14 novembre dello scorso anno, sotto la guida dell'Unione Patriottica di Cuba. Queste e il corso pendente del processo in svolgimento contro di lui per gli eventi del 12 luglio 2011, lo hanno portato alla detenzione. Da allora, José Daniel Ferrer entrò in azione per venderlo come un "prigioniero di coscienza", dopo che fu condannato a 4 anni di carcere ed internato nel carcere di Aguadores. Molte furono le chiamate effettuate da Ferrer attraverso la detrattrice Radio Martí e con il suo account di Twitter @ jdanielferrer. Come era ovvio, Ferrer ha ricevuto una grande quantità di denaro e risorse che s'intascò per suo beneficio personale, dando una piccola fetta al detenuto e a sua moglie.

Il lavoro di Ferrer fu falso e peccaminoso. Con vari mezzi influì sull'incauto Wilman perché mantenesse un comportamento provocatorio in carcere, con il pretesto che sarebbe stato presto liberato dalla pressione mediatica dei "simpatizzanti" con la sua causa. Questa malsana manipolazione  ha portato ai risultati già conosciuti da tutti: la fabbricazione deliberata di un nuovo "martire" della controrivoluzione.
 


BREVE STORIA DI UN MANIPOLATORE
 


José Daniel Ferrer ha una lungo foglio di servizi a favore dei nemici di Cuba, dal 1997, che lo ha portato al suo arresto, il 18 marzo 2003, dopo essersi dimostrato il suo stretto legame con i funzionari della SINA e di essersi prestato al ruolo destabilizzatore della stessa dentro Cuba, in cambio di denaro sporco. Di pessimo comportamento sociale e senza lavoro da più di 24 anni, si é caratterizzato per essere estremamente aggressivo, maltrattatore di donne, modello simile a quello del defunto Wilmar, anche se in questo caso le sue aggressioni siano ricadute su sua madre. Presenta, secondo studi della sua personalità, un basso quoziente intellettuale, ambizioso ed egoista. Ha ripetutamente detto che "sarà un ministro quando cade questo".

E' stato uno dei firmatari del Progetto Varela, il 10 maggio 2002,  che viola norme costituzionali imperanti nel paese.

Il 7 aprile 2003, Ferrer è stato condannato dalla Sala per i Crimini contro la Sicurezza dello Stato, del Tribunale  Provinciale Popolare di Santiago de Cuba, mediante sentenza n. 7, insieme ad altri controrivoluzionari durante al causa 4/2003, con l'accusa di Atti contro l'Indipendenza o l'Integrità Territoriale dello Stato, contenuti nella Legge 88 del 1999. Gli altri imputati erano: Jesús Mustafá Felipe, Alexis Rodríguez Fernández, Leonel Grave de Peralta e Ricardo Enrique Silva Gual, che, come lui, erano disoccupati e non integrati nella vita sociale del paese.

Secondo i documenti del Tribunale, tutti gli accusati "ricoprivano il ruolo di mercenari al servizio del governo degli Stati Uniti d'America (...) "ricevevano consistenti risorse materiali e finanziarie fornite dall'amministrazione nordamericana, attraverso funzionari e agenti all'estero, come Daniel Gonzalez Casas, un membro della
Fondazione Nazionale Cubano Americana, Frank Hernández Trujillo, responsabile del Gruppo di Appoggio alla Dissidenza, entrambi noti terroristi e nemici aperti della Rivoluzione Cubana".

Nello stesso processo  si comprovò la fornitura in risorse e denaro ricevute da Ferrer e gli altri imputati da parte della SINA e gruppuscoli della mafia di Miami come la FNCA. E' stato dimostrato anche che Ferrer ha ricevuto diverse migliaia di dollari, con Western Union, da Daniel González Casas e Frank Hernandez Trujillo, residenti a Miami e connessi alle attività terroristiche e destabilizzanti contro Cuba. Parte di questo denaro Ferrer lo ha utilizzato per coinvolgere altri cittadini in attività antigovernative.

E' stato dimostrato che Ferrer si é dedicato alla diffusione di propaganda nemica di Radio Martí nella sua zona di residenza a Loma Blanca, Palmarito, Santiago de Cuba. Allo stesso modo divulgarono un centinaio di false denunce su presunti abusi avvenuti sull'isola, utilizzando la stessa voce nemica. Ferrer è stato anche l'artefice di una provocazione controrivoluzionaria nel Santuario del Cobre, avvenuta l'8 settembre 1999. Un'altra provocazione è stata fatta da 21 gennaio 2001 a La Salada, en Contramaestre, Santiago de Cuba, insieme a Leonel Grave de Peralta e Jesus Felipe Mustafà.

Si é inoltre dimostrato che il 21 gennaio 2003 ha tenuto una riunione con l'allora capo della SINA,
James Cason, dove ha ricevuto istruzioni, propaganda sovversiva, denaro e altri mezzi per svolgere le sue attività provocatorie.

Dopo aver ricevuto una condanna a 25 anni di carcere, Jose Daniel Ferrer Garcia, ha mantenuto un comportamento aggressivo all'interno delle istituzioni penitenziarie dove è stato recluso, e cioè Kilo 8, in Camagüey; in una prigione di Guantanamo; il Tipico, a Las Tunas, Aguadores a Santiago de Cuba. Ha sempre tenuto un comportamento irrispettoso verso le regole penitenziarie, provocando incidenti con altri detenuti. Questo maltrattatore di donne, criminale, disoccupato e mercenario, è stato nominato, nel 2011, per il Premio "Il Tulipano dei diritti umani", conferito dal governo olandese, copatrocinatore della  attività anticubana nell'arena internazionale.

Il 20 dicembre 2010, già rilasciato con la condizionale, dopo aver scontato circa otto anni della sua condanna, Ferrer partecipò ad una provocazione  mediatica a Palma Soriano, e fu detenuto per diversi giorni.

Se davvero si deve cercare un colpevole per la morte di Wilmar Villar, l'opinione internazionale deve puntare verso il suo sponsor Jose Daniel Ferrer, che lo ha incoraggiato e ingannato con la falsa promessa di ottenere la libertà mediante ili tradimento. A entrambi non solo li unì il tradimento della Patria, ma la condizioni antisociali ed essere maltrattatori violenti di donne.

Non c'è altro colpevole.