Agenti antiterrorismo

 

Gli USA e la Biennale de l'Avana

"Ora sì che affondiamo Castro"

 

 

20 maggio 2012 - Raul Antonio Capote tratto da El Adversario Cubano estratto dal libro Enemigo.

 

 

Un pomeriggio dl luglio 2004 [la diplomatica statunitense distaccata a Cuba] Kelly Keiderling conversava con me nel cortile della sua residenza nella 7ma e 42 in Miramar, l'Avana. Il discorso ruotava intorno all'atteggiamento degli artisti plastici che occasionalmente  visitavano casa sua e a cui comprava opere d'arte. Si lamentava dell'incoerenza di questi creatori, che bevevano il suo vino, mangiavano, godevano buon tempo e poi più niente. Grazie al lavoro, secondo lei, di funzionari statunitensi, esponevano le loro opere all'estero e le commercializzavano senza problemi di alcun tipo negli Stati Uniti. Ma un giorno li incontrava partecipando alla Tribuna Antimperialista, convocata dal "governo castrista".

Abbiamo parlato della storia di fallimenti che raccoglievano i funzionari statunitensi nel tentativo di attirare i giovani creatori cubani nella sfera di influenza della SINA, era la prima volta che ho sentito parlare sui piani che nel 2000 i nord americani progettarono per convertire la Settima
Biennale de L'Avana, il più importante evento di arti visive del paese, in un punto di svolta, nel momento giusto in cui si avrebbe creato al governo cubano un serio problema.


Come raccontato da Kelly,  Corbin Lawrence, ex funzionario di Stampa e Cultura della SINA, le riferì a Washington, che un alto dirigente imperiale, dopo aver ascoltato i piani, pronunciò euforico uno stentoreo "Ora sì affondiamo Castro!" seguito dagli applausi dei presenti, che assistevano a una riunione a cui erano convocati funzionari della SINA, noti controrivoluzionari, funzionari CIA, direttori dell' USAID, della National Endowment for Democracy (NED) e altri.

Ma gli anni erano passati e tutto era ancora a un punto morto, Kelly non era per nulla ottimista al riguardo, donna intelligente e molto capace, capiva perfettamente le condizioni di Cuba e riteneva che ci sarebbero voluti più di 10 anni e una nuova generazione di cubani per porre termine alla Rivoluzione. Analizzammo, per un certo periodo, la storia dei precedenti tentativi con i plastici, usando sempre come riferimento la famosa Settima Biennale.

Ma quale era la storia reale? Che cosa era successo? Chi o cosa causò il fallimento di tanto ben elaborato piano sovversivo?

Alla fine degli anni '90 un gruppo di giovani artisti plastici creò un progetto culturale per promuovere la loro opera e quella degli altri creatori. Le circostanze del momento non consentivano alle istituzioni culturali sostenere il lavoro di progetti indipendenti, ma gli artisti incominciarono a sviluppare i loro progetti senza questo sostegno. Immediatamente i funzionari della SINA cominciarono a mostrarsi interessati all'idea e diedero inizio ad un processo di sondaggio ed approccio. Cominciarono le visite al progetto, il contatto diretto con i suoi membri, gli aiuti "disinteressati".

Il progetto alternativo creò la Web Arte Cubana e il Centro Culturale Indipendente con il supporto e il finanziamento degli Stati Uniti, tramite l'USAID. Il Centro Culturale offriva l'utilizzo da parte dei giovani artisti di una ben fornita biblioteca arricchita da libri e riviste donate dalla Sezione di Interessi. Douglas Barnes, funzionario SINA, che lavorò in paesi dell'antico campo socialista, propose di convertire la sede del progetto in un centro di accesso a Internet. Le cose sembravano andare con il vento in poppa per i funzionari della SINA.

Uno dei giovani, era un promotore culturale di nome
Frank Carlos Vazquez,
nativo di Pinar del Rio, laurea in inglese e intenditore dell'arte cubana. A lui si avvicinarono, con interesse, gli yankee. Lawrence Corbin, funzionario SINA legato alla CIA, contattò Frank Carlos e gli propose il compito di riunire giovani artisti che avevano bisogno di promozione, per poter influenzare il loro lavoro e le loro idee.

Nel 2000, Dagoberto Valdes, controrivoluzionario di lunga carriera, organizzò una mostra di manifesti politici, sponsorizzato da funzionari cechi e polacchi, ispirato da eventi simili verificatisi nei paesi dell'Europa orientale durante il culmine della controrivoluzione.

Frank Carlos fu invitato a recarsi negli Stati Uniti, dove visitò il Chicago Cultural Center. Aveva una grande agenda di lavori che gli permetteva il contatto con importanti artisti, intellettuali, politici, uomini d'affari. Ebbe la possibilità di visitare importanti centri d'affari, aziende, gallerie d'arte. L'obiettivo era che conoscesse, che apprendesse il modo di vita nord americano e poi si convertisse in uno strumento per il cambiamento a Cuba.

Tornato a Cuba, ricevette la visita di Mr. Corbin, che gli affidò una missione importante, fungere da collegamento tra i dirigenti della Settima Biennale de L'Avana e loro, giacché non avevano alcun contatto con gli organizzatori della manifestazione.

La Prima  Segretaria della SINA,
Vicky Huddleston, organizzò e orchestrò un ambizioso piano: convocare un gran numero dei migliori mercanti d'arte nord americani. Oltre 3000 di essi si recarono a Cuba per partecipare alla Biennale. Visto solamente così sembra eccellente: centinaia dei migliori galleristi USA dandosi appuntamento a L'Avana, artisti plastici, critici d'arte, ecc. Ma non è così, l'obiettivo era quello di promuovere il lavoro degli artisti plastici cubani, o sì ma non gratis, non per amor dell'arte, non per solidarietà, neanche solo per affari, questo aiuto per organizzare mostre e vendita di arte cubana negli Stati Uniti era condizionata: noi esponiamo la tua opera in cambio tu presenti, in essa, una realtà distorta di Cuba. Paghiamo bene qualunque cosa faccia vedere il lato peggiore del paese in Rivoluzione. Tutto ciò che mente, tutto ciò che infanga, tutto ciò che inganna e sporca.

Non erano alla ricerca di artisti, non volevano promuovere  artisti, volevano promuovere traditori. L'obiettivo fondamentale era creare un clima negativo nei confronti della Rivoluzione cubana, fabbricare un fenomeno culturale fittizio che facesse credere al mondo che gli artisti cubani si opponevano alla Rivoluzione. Generare un movimento interno, che legasse i più importanti giovani artisti alla tradizionale controrivoluzione, costruire un clima di opinione favorevole ai loro piani di guerra contro Cuba.

Vicky pensava di aver trovato il piano perfetto, molte grandi menti della sovversione lavorarono nella sua elaborazione, erano pronti per manipolare a loro favore la Settima Biennale. Ma qualcosa è andato storto, ancora una volta un brillante progetto sarebbe rimasto solo questo, un progetto che non fu mai eseguito, che non avrebbe avuto successo.

Kelly non poteva spiegarsi quel pomeriggio nel cortile della sua residenza, come tale piano poté fallire e come anche i suoi tentativi terminavano in un fallimento, come Sisifo, arrivò a dire: Quando pensavo di aver finito, devo ricominciare da capo. E' una fatica pesante e costosa, i cubani andranno tutti in paradiso. Non capiva molto bene le cose, come la maggior parte dei nord americani che ho conosciuto in questi anni, legati alle trame contro Cuba,  che facevano molta difficoltà a decifrare l'anima della nazione, questa forza che ci fa essere, nelle loro parole, lucidi folli.

Neppure potevo spiegarmi, quel giorno, la causa del fallimento del piano, sospettavo il motivo, ma non avevo la certezza, questa è giunta nella primavera del 2011.

Il giovane promotore culturale, l'uomo di fiducia della SINA Frank Carlos Vázquez era in realtà un combattente degli organi della Sicurezza dello Stato cubano, era l'agente Robin. Ancora una volta il governo degli Stati Uniti e i suoi servizi speciali avevano sottovalutato la lealtà e lo spirito rivoluzionario della nostra gioventù.

 

 

EE.UU. y la Bienal de La Habana: “Ahora sí hundimos a Castro”*

Raúl Antonio Capote

Una tarde de julio de 2004 [la diplomática norteamericana destacada en Cuba] Kelly Keiderling conversaba conmigo en el patio de su residencia en 7ma y 42 en Miramar,La Habana. La plática giraba en torno a la actitud de los artistas plásticos que visitaban su casa en ocasiones y a los que compraba obras de arte. Ella se quejaba de la inconsecuencia de esos creadores, que se tomaban su vino, comían y disfrutaban de buenas jornadas y luego nada. Gracias a la gestión, según ella, de funcionarios norteamericanos, exponían sus obras en el extranjero y las comercializaban sin problemas de ningún tipo en los Estados Unidos. Sin embargo un buen día se los encontraba participando en una Tribuna Antiimperialista, convocada por el “gobierno castrista”.

Hablamos de la historia de fracasos que cosechaban los funcionarios estadounidenses en el intento de atraer a los creadores jóvenes cubanos a la esfera de influencia de la SINA, fue la primera vez que escuché sobre los planes que en el año 2000 diseñaron los norteamericanos para convertir a la Séptima Bienal de La Habana, el más importantes evento de la plástica en el país, en un punto de giro, en el momento justo en que se le crearía al gobierno cubano un serio problema.

Según narró Kelly, Lawrence Corbin ex funcionario de Prensa y Cultura de la SINA, le refirió en Washington, que un alto dirigente imperial, una vez escuchados los planes, pronunció eufórico un estentóreo ¡Ahora sí hundimos a Castro!, seguido por el aplauso de la concurrencia, que asistía a una reunión a la que estaban convocados funcionarios de la SINA, connotados contrarrevolucionarios, oficiales CIA, directivos de la USAID, de la National Endowment for Democracy (NED) y otros.

Pero ya habían pasado varios años y todo continuaba en un punto muerto, Kelly no era nada optimista al respecto, mujer inteligente y muy capaz, entendía perfectamente las condiciones de Cuba y consideraba que se necesitarían más de 10 años y una nueva generación de cubanos para acabar con la Revolución. Analizamos durante un buen rato la historia de los intentos anteriores con los plásticos, usando siempre como referencia la famosa Séptima Bienal.

¿Pero cuál era la historia real? ¿Qué había sucedido? ¿Quién o qué provocó el fracaso de tan bien elaborado plan subversivo?

A finales de los 90 un grupo de jóvenes artistas plásticos creó un proyecto cultural para promocionar su obra y la de otros creadores. Las circunstancias del momento no permitían a las instituciones culturales apoyar el trabajo de proyectos independientes, por lo que los artistas comenzaron a desarrollar sus planes sin ese soporte. Inmediatamente funcionarios de la SINA comenzaron a mostrarse interesados en la idea y dieron inicio a un proceso de tanteo y aproximación. Comenzaron las visitas al proyecto, el contacto directo con sus integrantes, las ayudas “desinteresadas”.

El proyecto alternativo creó la Web Arte Cubano y el Centro Cultural Independiente con apoyo y financiamiento de los norteamericanos, a través de la USAID. El Centro Cultural propiciaba el uso por parte de los jóvenes creadores de una bien surtida biblioteca enriquecida con libros y revistas donados por la Sección de Intereses. Douglas Barnes, funcionario de la SINA, que trabajó en países del antiguo campo socialista, propuso convertir la sede del proyecto en un centro de acceso a Internet. Las cosas parecían ir viento en popa para los funcionarios de la SINA.

Uno de los jóvenes, era un promotor cultural de nombre Frank Carlos Vázquez, oriundo de Pinar del Río, licenciado en inglés y conocedor del arte cubano. A él se acercaron con interés los yankees. Lawrence Corbin, funcionario de la SINA vinculado a la CIA, contactó con Frank Carlos y le propuso la tarea de aglutinar a jóvenes creadores con necesidad de promoción, para poder influenciar sobre su obra y sus ideas.

En el año 2000, Dagoberto Valdés, elemento contrarrevolucionario de larga trayectoria, organizó una exposición de carteles políticos, con el patrocinio de funcionarios checos y polacos, inspirados en sucesos similares ocurridos en países de Europa del Este durante el auge de la contrarrevolución.

Frank Carlos fue invitado a viajar a los EE.UU, allí visitó el Chicago Cultural Center. Llevaba una gran agenda de trabajo que le permitía contactar con destacados artistas, intelectuales, hombres de la política, empresarios. Pudo visitar importantes centros de negocios, empresas, galerías de arte. El objetivo era que conociera, que aprendiera del modo de vida norteamericano y se convirtiera luego en una herramienta de cambio en Cuba.

Ya en Cuba, fue visitado por el señor Corbin, que confiaría una importante misión, servir de enlace entre los directivos de la Séptima Bienal de La Habana y ellos, ya que no tenían contactos con los organizadores del evento.

La Primera Secretaria de la SINA, Vicky Huddleston, organizó y orquestó un ambicioso plan: convocar a un gran número de los mejores galeristas norteamericanos. Más de 3000 personas viajarían a Cuba para participar en la Bienal. Visto solamente así parece excelente: cientos de los mejores galeristas estadounidense dándose cita en La Habana, artistas plásticos, críticos de arte, etc. Pero no es así, el objetivo no era promocionar la obra de los artistas plásticos cubanos; , o sí, pero no gratis, no por amor al arte, no por solidaridad, ni siquiera sólo por negocios, esa ayuda para organizar exposiciones y ventas de arte cubano en EE.UU, estaría condicionada: Nosotros exponemos tu obra a cambio de que presentes en ella una realidad distorsionada de Cuba. Vamos a pagar bien todo lo que haga ver el lado peor del país en Revolución. Todo lo que mienta, todo lo que enlode, todo lo que engañe y ensucie.

No estaban buscando artistas, no querían promover artistas, querían promover traidores. El objetivo fundamental era crear un estado de opinión desfavorable en torno a la Revolución Cubana, fabricar un fenómeno cultural ficticio que hiciera creer al mundo que los artistas cubanos se oponían a la Revolución. Generar un movimiento interno, que vinculara a los más destacados creadores jóvenes a la contrarrevolución tradicional, erigir un estado de opinión favorable a sus planes de guerra contra Cuba.

Vicky creía haber dado con el plan perfecto, muchos grandes cerebros de la subversión trabajaron en su elaboración, estaban listos para manipular a su favor la Séptima Bienal. Pero algo salió mal, de nuevo un brillante proyecto se quedaría en sólo eso, un proyecto que no llegó a ejecutarse, que no tendría éxito.

Kelly no podía explicarse esa tarde en el patio de su residencia, cómo aquel plan pudo fracasar y cómo sus intentos también terminaban en un rotundo fracaso, actúo como Sísifo, llegó a decir: Cuando creía que terminé, tengo que comenzar de nuevo. Es una cuesta pesada y costosa, ustedes los cubanos van a ir todos al cielo. No entendía muy bien las cosas, como a la mayoría de los estadounidenses que conocí en esos años, vinculados a los planes contra Cuba, se les hacía muy cuesta arriba descifrar el alma de la nación, esa fuerza que nos hacer ser, según expresión de ellos, dementes lúcidos.

Tampoco pude explicarme ese día la causa del fracaso del plan, sospechaba el motivo, pero no tenía la certeza, esta llegó en la primavera de 2011.

El joven promotor cultural, el hombre de confianza de la SINA Frank Carlos Vázquez, era en realidad un combatiente de los Órganos de la Seguridad del Estado cubano, era el agente Robin. Una vez más el gobierno de los EE.UU y sus servicios especiales habían subestimado la lealtad y el espíritu revolucionario de nuestra juventud. (Tomado del blog del autor)

*Fragmento del libro Enemigo.