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Cuba denunciano, ancora una volta, gli USA per furto di marca |
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29 settembre 2012 - www.granma.cu
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Cuba ha denunciato un'altra volta davanti all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) il governo degli Stati Uniti per permettere che la compagnia Bacardì usurpi la prestigiosa e conosciuta marca di rum Havana Club.
“Questa causa ed altri processi in corso contro brevetti e marche cubane nelle corti statunitensi, evidenziano i propositi di fondo: tentare d’annichilire con qualsiasi mezzo i beni intangibili del nostro paese che sono importanti risorse per lo sviluppo sostenibile”, ha dichiarato Nancy Madrigal.
La Consigliera della missione cubana davanti agli
organismi internazionali con sede a Ginevra, Nancy Madrigal, ha dichiarato che
per commettere questo reato, Washington si ripara nella Sezione 211 della Legge
Omnibus di Assegnazioni Preventive del 1998.
Per via della Sezione 211 non solo si cancellano i diritti di Cubaexport sulla marca Havana Club, ma si protegge anche il suo illegittimo uso da parte della compagnia Bacardí, che la utilizza, in una chiara azione di pirateria commerciale, dentro gli Stati Uniti, per commerciare un rum che non è d’origine cubana.
I testi giuridici della OMC, e in questo caso l’accordo sugli Adpic, devono stare al disopra degli interessi politici individuali di ogni paese ha affermato la diplomatica cubana.
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Cuba ratifica la denuncia per l’ arbitrarietà contro Havana Club |
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6
giugno 2012 -
Dalia González Delgado www.granma.cu
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Cuba ha ratificato, martedì 5 giugno, la sua denuncia contro il governo degli Stati Uniti per la decisione della Corte Suprema statunitense di chiudere le opportunità giuridiche che permettano all’impresa Cubaexport di difendere la proprietà del marchio Havana Club nel paese nordamericano.
Il tema è stato oggetto di analisi durante una videoconferenza tra Parigi e L’Avana, con la partecipazione di funzionari, esperti e rappresentanti di Cuba Ron e di Pernod Ricard, compagnia francese distributrice internazionale del Havana Club.
“La base di quanto oggi stiamo analizzando è il blocco economico, commerciale e finanziario che si applica contro Cuba, e che è stato condannato dall’Assemblea Generale delle Nazione Unite per 20 anni consecutivi. Pertanto, noi crediamo che la soluzione a tutte queste differenze, a tutti questi conflitti, è data, in primo luogo, dalla necessità di porre fine a questo blocco”, ha espresso Abelardo Moreno, viceministro delle Relazioni Estere di Cuba.
Juan González, presidente della Corporazione Cuba Ron S.A., ha ricordato che nel gennaio del 2002, l’Organo d’Appello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) decise che la sezione 211 (che impedisce ai titolari cubani e ai successori degli interessi di cubani, di poter contare con il riconoscimento dei propri diritti su marchi o nomi commerciali in territorio statunitense) viola gli obblighi riguardanti la proprietà intellettuale relazionati con il commercio.
“Incitiamo il governo statunitense ad adeguarsi con le decisioni della OMC”, ha affermato dalla Francia Olivia Lagache, rappresentante giuridica di Havana Club International.
Gli USA hanno violato il convegno di Parigi sulla proprietà intellettuale, esistente dal 1883, ha dichiarato Moreno. “È stata una sequenza di violazioni ed inadempienze, delle quali quest’ultimo episodio rappresenta quella definitiva e probabilmente più grave”, ha sottolineato.
Alina Revilla, direttrice degli Organismi Economici Internazionali del Ministero del Commercio Estero ed Investimenti Stranieri, ha spiegato che le risposte di Washington sono sempre meno trasparenti quando si tratta di azioni per eliminare o derogare la sezione 211. “L’obiettivo finale è privare Cuba dei suoi diritti più elementari”, ha assicurato la specialista.
Negli ultimi due anni (ha dichiarato Moreno), il Governo cubano ha inviato un gran numero di note diplomatiche per interessarsi dell’iscrizione del marchio Havana Club. L’esistenza di azioni dirette del Governo da parte di Cuba di fronte ad entità del governo degli Stati Uniti, conferiscono a questo processo un carattere ufficiale. A maggior ragione quando le decisioni prese dagli USA sono anche decisioni governative, infatti sono stati coinvolti il Dipartimento di Stato ed il Dipartimento del Tesoro, che non sono entità giuridiche ma entità esecutive, ha argomentato il viceministro.
“Cuba seguiterà a lottare insieme ai colleghi della Pernord Ricard, e continueremo a denunciare attraverso tutti i mezzi a nostra disposizione questa arbitrarietà, e riservandoci il diritto di predisporre tutte le azione e misure che considereremo necessarie al momento opportuno”, ha concluso Moreno. |
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Bacardi priva gli statunitensi del diritto
di godere del
vero rum cubano |
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5
giugno 2012 -
www.granma.cubaweb.cu
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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha chiuso le possibilità legali che avrebbero permesso alla società cubana Cubaexport di difendere la proprietà della marca Havana Club negli Stati Uniti. La decisione della Corte di non esaminare questo problema, apre la strada perché si privi definitivamente, tale società cubana, del diritto di mantenere la titolarità di una marca registrata da oltre 30 anni negli Stati Uniti.
Con questa decisione si conclude un'infamia che si stava covando da oltre 20 anni.
Nella decade del 90, i settori estremisti della Florida, approfittando della precaria situazione della nostra economia a seguito della scomparsa dell'Unione Sovietica e del blocco socialista europeo, effettuarono manovre di ogni genere di fronte agli organi legislativi USA al fine di ostacolare e distruggere le relazioni economiche e commerciali di Cuba con il resto del mondo. Come parte di questa strategia sono state adottate le leggi Torricelli (1992) e Helms-Burton (1996), con l'obiettivo di infliggere alla Rivoluzione la stoccata finale.
Non contenta di quelle leggi, la macchina politica statunitense, in segno di gratitudine per i non trascurabili contributi finanziari consegnati dalla lobby anti-cubana della Florida, avrebbe emesso altre norme dirette a colpire gli interessi delle imprese cubane e sulle loro associazioni con imprese straniere.
L'esempio più eclatante ha preso forma nel 1998 con l'approvazione della Sezione 211 della Legge Omnibus delle Assegnazioni per l'anno 1999 (1). Questa aberrazione giuridica costituì l'argomento legale attraverso cui le autorità giudiziarie e amministrative USA hanno rifiutato di rinnovare, da allora, la registrazione della marca Havana Club.
Durante tale periodo, l'azienda Bacardí, i cui dirigenti non solo si sono dedicati al business delle bevande ma anche a quello della controrivoluzione, si dedicò ad impedire, con ogni mezzo, che di fronte ad una potenziale eliminazione del blocco contro Cuba, il rum Havana Club venisse venduto sul mercato statunitense, e al tempo stesso fecero tutti gli sforzi possibili per assumere la titolarità del marchio.
Dal 1995, le aziende Cubaexport, Cuba Ron e la società francese Pernod Ricard, distributrice internazionale del rum Havana Club, hanno lottato per mantenere la registrazione del noto marchio presso il Patent and Trademark Office degli Stati Uniti. Da parte sua, l'Organo di Conciliazione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) sentenziò, nel 2002, contro gli Stati Uniti e chiese l'eliminazione della già citata Sezione 211, considerandola contraria ai principi stabiliti negli Accordi di Proprietà Intellettuale Vincolati con il Commercio (ADPIC), e che viola i principi del trattamento nazionale e della nazione più favorita, oltre a rompere le regole della Convenzione di Parigi per la Protezione della Proprietà Industriale, di cui gli Stati Uniti sono parte dal 1887.
Nel 2005 l'Unione Europea raggiunse un'intesa con gli Stati Uniti per cui l'UE decise di non sospendere le concessioni commerciali al detto paese in risposta alla Sezione 211, ma si riservava il diritto di farlo in futuro, al mantenersi in vigore tale misura. Mai lo ha fatto nonostante che nelle sessioni dell'Organo di Conciliazione dell'OMC, per oltre dieci anni, i rappresentanti degli Stati Uniti non hanno fornito alcuna azione concreta per revocare o derogare questa Sezione. Chiaramente, il governo statunitense ha preso in giro, anno dopo anno, l'Unione Europea e non ha adottato alcuna misura per conformarsi alle decisioni dell'Organo di Conciliazione.
Le successive amministrazioni USA hanno ignorato non solo i dettami del WTO, ma anche l'appello di associazioni e corporazioni dell'industria e del commercio, che hanno sostenuto l'abrogazione della Sezione 211 ed evitare così una potenziale guerra di marche tra Cuba e gli USA.
La complicità del governo degli Stati Uniti arriva al punto di porre a rischio la protezione di circa 6000 marche di società USA registrate a Cuba per il semplice fatto soddisfare gli interessi di un minuscolo gruppo di politici e uomini d'affari, raccolti tutti intorno alla società Bacardi.
L'idea di Bacardi vendere il rum negli Stati Uniti con il marchio Havana Club è semplicemente un sogno impossibile. Bacardi non potrebbe commercializzare un rum con questo nome quando né i mieli che userebbe sarebbero prodotti a Cuba né i maestri roneros sarebbero cubani. Inoltre, non ci sarebbe alcuna connessione geografica con Cuba o Havana.
L'unico legame geografico è l'illusione dei dirigenti Bacardi di far ritornare Cuba ad un passato di dipendenza e di ingiustizia, illusione che li ha portati a consumare notevoli risorse finanziarie e ad associarsi a gruppi di esiliati cubano americani con una nota storia di violenza e terrorismo.
Dato che Bacardi non produrrà mai un rum genuinamente cubano, né per la qualità né per origine, è una controsenso che il governo nordamericano ponga gli interessi di una società al di sopra di altre migliaia a cui Cuba ha riconosciuto, fin oggi, i marchi.
Durante questo contenzioso, il Dipartimento di Stato ha incaricato l'Ufficio per il Controllo degli Attivi Stranieri (OFAC) di non rilasciare la licenza a Cubaexport per rinnovare la registrazione del marchio Havana Club, sostenendo che non sarebbe coerente con la politica del governo USA verso Cuba.
Tutto è chiaro. Concedere la licenza per rinnovare il marchio Havana Club presso il Patent and Trademark Office degli Stati Uniti non è in linea con la politica di strangolamento economico che, da oltre mezzo secolo, ha guidato il governo degli Stati Uniti. Il blocco economico è il principio fondamentale dell'agire USA, non importa neppure che tale strategia si scontri con i legittimi interessi commerciali ed economici delle società e degli imprenditori USA e con le libertà e i diritti che garantisce, ai propri cittadini, la Costituzione degli Stati Uniti.
In attesa di un soffio di sensatezza, gli imprenditori cubani e francesi continuano a mietere successi nella commercializzazione di rum cubano in tutto il mondo. Sempre più si vende il rum Havana Club di Cuba, perché l'altro, quello di Bacardi, mai lo sarà.
(1) Adottata il 21 ottobre 1998, in forma surrettizia e con l'ignoranza della maggior parte dei legislatori che a quel tempo approvarono la Legge Omnibus Consolidata e di Appropriazioni di Emergenza Supplementare. La norma impedisce che proprietari cubani e successori negli interessi di cittadini cubani, possano contare sul riconoscimento e sfruttamento, nel territorio degli Stati Uniti, dei loro diritti su marchi o nomi commerciali.
Bacardí despoja a los estadounidenses del derecho a disfrutar del verdadero ron cubano
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