Consigliere di Obama per l'America Latina è il

 

nipote di un politicante golpista honduregno

 

 

 

7 giugno 2012 - Jean Guy Allard www.granma.cubaweb.cu

 

 

Il funzionario USA Ricardo Zúñiga - nipote omonimo di un politicante honduregno retrogrado ricordato per aver dato un forte sostegno alla feroce dittatura militare del colonnello Oswaldo Lopez, e nominato da Barack Obama come direttore degli Affari dell'Emisfero Occidentale degli Stati Uniti - gestì in L'Avana le operazioni sporche di sovversione e destabilizzazione della Sezione di Interessi degli Stati Uniti (SINA) prima di monitorarle da Washington.

Zúñiga sostituisce nella posizione Dan Restrepo, di origine colombiana, catapultato dalla sua poltrona dopo lo sfortunato spettacolo del
Vertice delle Americhe, dove Obama si screditò, sia per la sua incapacità di soddisfare le aspirazioni di una America Latina emancipata come per le eccentricità lubriche dei suoi angeli custodi.

Zúñiga, che diventa il principale consigliere nella politica latino-americana per il presidente e il suo Consiglio di Sicurezza Nazionale, è un nord americano di origine honduregna, degno nipote del politico Ricardo  Zúñiga Agustines, l'uomo forte del Partito Nazionale, macchiavellico architetto della presa del potere da parte di Oswaldo Lopez Arellano (OLA) con un colpo di stato militare, dieci giorni prima delle elezioni presidenziali.
 


FEROCE ANTICOMUNISTA E GRAN

SOCIO DELLA UNITED FRUIT

 


Malato di anticomunista, il nonno Zúñiga strutturò il governo illegittimo e lo controllò totalmente tanto che i suoi padroni yankee s'innervosirono per il malcontento che creò negli stessi ranghi dell'esercito honduregno. Il regime instaurato da Zúñiga e guidato dall'inetto OLA, si dedicò a perseguitare chiunque mostrasse un qualche segnale di sinistrismo.

Zúñiga e il suo Partito Nazionale, che controllava col guanto di ferro, portarono i suoi seguaci ad un delirio di "salvare Honduras dal comunismo" con un "regime di terrore, odio e morte", secondo un testimone dell'epoca.

Ecco come OLA divenne presidente per la prima volta il 3 ottobre 1963 per rimanere al potere fino al 7 giugno 1971, quando permise che si svolgessero altre elezioni. Ma fu eletto chi lo infastidiva e il 4 dicembre 1972, tornò a prendere la "presidenza".

Nonostante la sua affinità con la
United Fruit, OLA e il suo fedele Zúñiga furono cacciati dal potere il 22 aprile 1975 con un golpe militare guidato dal generale Juan Alberto Melgar Castro, dopo uno scandalo provocato dagli USA e noto come "Bananagate".

Candidato presidenziale nel 1981, il nonno Zúñiga nonno è andato a finire nel gran cesto della storia.
 


A L'AVANA, ZUÑIGA NIPOTE ROMPE

IL RECORD PER INGERENZA
 


Ricardo Zúñiga nipote consolidò la sua carriera diplomatica "nel corso di una missione degli Stati Uniti a L'Avana, Cuba, dove ha lavorato come consulente in materia di diritti umani", secondo il quotidiano golpista honduregno La Prensa.

La realtà è ben diversa e non così pulita.

Zúñiga ha lavorato nel bunker diplomatico degli Stati Uniti del Malecon de L'Avana, sotto la direzione della eccentrico James Cason, che in seguito venne nominato ambasciatore in Paraguay dove si dedicò a cantar in Guarani, e ora sindaco di Coral Gables, Miami Township, dove si è appena verificato un attentato terroristico contro Cuba.

A L'Avana Zúñiga dirigeva l'intero settore sovversione e finanziamento dei "dissidenti", concordemente non solo con il Dipartimento di Stato, ma con la CIA e la mafia terrorista di Miami, e ruppe il record in termini di ingerenza.

Tale fu la sua mancanza di rispetto per Cuba, la sua gente e la sua sovranità che giunse a creare un clima di scontro quotidiano, a forza di pesanti provocazioni, con le autorità rivoluzionarie dell'Isola

In una conferenza speciale televisiva, il
25 aprile 2003, leader cubano Fidel Castro segnalò Zúñiga e il suo  capo Cason, come i primi responsabili per  il registrato aumento delle azioni aggressive del governo degli Stati Uniti contro Cuba.

Fidel citò alcuni incidenti in cui il duo Cason-Zúñiga si dedicò, sfacciatamente, ad inventare un "partito" di opposizione che avrebbe cercato, molto ipoteticamente, di rovesciare il governo cubano.

Tra il 19 e il 25 gennaio 2003, disse Fidel, James Cason e Ricardo Zúñiga realizzarono un tour delle province di Las Tunas, Holguin, Granma, Santiago de Cuba e Guantanamo, dedicandosi  al "rifornimento materiale" di gruppi controrivoluzionari.

Tali visite per il paese a tutti coloro che sembravano esprimere una certa insoddisfazione, fecero di Zúñiga un vero e proprio venditore itinerante delle idee più reazionarie e anticubane a una clientela in gran parte costituita da delinquenti antisociali alla ricerca di un visto per gli Stati Uniti con permanenza sovvenzionata.

Aleida Godinez, l'agente Vilma della Sicurezza dello Stato, che era infiltrata, nello stesso periodo, nella cosiddetta "dissidenza" ricorda "Ricky" Zúñiga: "E' il prototipo dello Yankee, non importa se é figlio dell'Honduras, contrariamente all'opinione di sua zia Elizabeth "Tita" Zúñiga che dice che non dimentica mai le sue radici. Non ha nulla di latinoamericano".

Alla fine della sua "missione umanitaria" a Cuba, Zúñiga è stato premiato per le sue imprese anticomuniste e nominato come funzionario dell'Ufficio di Cuba del Dipartimento di Stato, che poi ha guidato, dove avrebbe potuto continuare a dare libero sfogo alle sue pulsioni estremiste di destra.

Finalmente è stato nominato capo della sezione politica dell'ambasciata USA in Brasile - si può immaginare a cosa si dedicò - prima di questa ultima promozione nella capitale imperiale, dove la sua responsabilità sarà di fornire consulenza alla Casa Bianca  sulla sua politica latino-americana.

 

 

Asesor de Obama para América Latina es nieto de un politiquero hondureño golpista
 

JEAN-GUY ALLARD

El funcionario norteamericano Ricardo Zúñiga —nieto homónimo de un politiquero hondureño retrógrado recordado por haber dado un apoyo firme a la feroz dictadura militar del coronel Oswaldo López, y nombrado por Barack Obama como director de Asuntos del Hemisferio Occidental de Estados Unidos—, manejó en La Habana las operaciones sucias de subversión y desestabilización de la Sección de Intereses norteamericana (SINA) antes de supervisarlas desde Washington.

Zúñiga sustituye en el puesto a Dan Restrepo, de origen colombiano, catapultado de su sillón después del lamentable show de la Cumbre de las Américas donde Obama se desprestigió, tanto por su incapacidad para enfrentarse a las aspiraciones de una América Latina emancipada como por las excentricidades lúbricas de sus ángeles de la guardia.

Zúñiga, quien se convierte en el principal asesor en política latinoamericana ante el presidente y su Consejo de Seguridad Nacional, es un norteamericano de origen hondureño, digno nieto del político Ricardo Zúñiga Agustines, el hombre fuerte del Partido Nacional, arquitecto maquiavélico de la toma del poder por Oswaldo López Arrellano (OLA) mediante un golpe militar diez días antes de las elecciones presidenciales.

ANTICOMUNISTA FEROZ Y GRAN SOCIO DE LA UNITED FRUIT

Anticomunista enfermizo, el abuelo Zúñiga estructuró el gobierno ilegítimo y lo controló totalmente hasta tal punto que sus amos yankis se pusieron nerviosos por el descontento que creó en las propias filas del ejército hondureño. El régimen instaurado por Zúñiga y encabezado por el inepto OLA, se consagró a hostigar a todo aquel que mostrara alguna señal de izquierdismo.

Zúñiga y su Partido Nacional, que controlaba con guante de hierro, llevaron a sus partidarios a un delirio de "salvar Honduras del comunismo" con un "régimen de terror, odio y muerte", según un testigo de la época.

Así fue como OLA se hizo presidente por primera vez el 3 de octubre de 1963 para quedarse en el poder hasta el 7 de junio de 1971, cuando permitió que se realizaran otras elecciones. Pero fue elegido quien lo molestaba y el 4 de diciembre de 1972, volvió a tomarse la "presidencia".

A pesar de su afinidad con la United Fruit, OLA y su fiel Zúñiga fueron expulsados del poder el 22 de abril de 1975 en un golpe militar liderado por el general Juan Alberto Melgar Castro, después de un escándalo provocado por EE.UU. y conocido como el "Bananagate".

Candidato presidencial en 1981, el abuelo Zúñiga fue a parar al gran cesto de la historia.

EN LA HABANA, ZÚÑIGA NIETO ROMPE RÉCORD DE INJERENCIA

Ricardo Zúñiga nieto consolidó su carrera diplomática "durante una misión de Estados Unidos en La Habana, Cuba, en donde fungió como asesor en derechos humanos", según el diario golpista hondureño La Prensa.

La realidad es bien distinta y no tan limpia.

Zúñiga trabajó en el bunker diplomático norteamericano del Malecón de La Habana bajo la dirección del excéntrico James Cason quien fue luego nombrado embajador en Paraguay donde se dedicó a cantar en guaraní, y ahora alcalde de Coral Gables, municipio de Miami donde acaba de ocurrir un atentado terrorista contra Cuba.

En La Habana, Zúñiga dirigía todo el sector subversión y financiamiento de "disidentes", en concordancia no solo con el Departamento de Estado, sino con la CIA y la mafia terrorista de Miami, y rompió récord en materia de injerencia.

Tanta fue su falta de respeto hacia Cuba, su pueblo y su soberanía que llegó a crear un ambiente de confrontación diaria, a fuerza de groseras provocaciones, con las autoridades revolucionarias de la Isla.

En una comparecencia especial televisada, el 25 de abril del 2003, el líder cubano Fidel Castro señaló a Zúñiga y a su jefe Cason, como principales responsables del incremento de las acciones agresivas registradas del gobierno de Estados Unidos contra Cuba.

Fidel citó varios incidentes en los cuales el dúo Cason-Zúñiga se dedicó, descaradamente, a inventar un "partido" de oposición que intentaría muy hipotéticamente derrocar al Gobierno cubano.

Entre el 19 y el 25 de enero del 2003, mencionó Fidel, James Cason y Ricardo Zúñiga realizaron un recorrido por las provincias de Las Tunas, Holguín, Granma, Santiago de Cuba y Guantánamo, dedicándose al "abastecimiento material" de grupúsculos contrarrevolucionarios.

Tales visitas a través del país a todo el que parecía manifestar un cierto descontento, hicieron de Zúñiga un verdadero vendedor itinerante de las ideas más retrógradas y anticubanas a una clientela en gran parte constituida por delincuentes antisociales en busca de una visa para Estados Unidos con estancia subsidiada.

Aleida Godínez, la agente Vilma de la Seguridad del Estado, quien estuvo infiltrada en ese mismo periodo en la llamada "disidencia", recuerda a "Ricky" Zúñiga: "Es el prototipo del yanki, no importa si es hijo de Honduras, contrario a la opinión de su tía Elizabeth "Tita" Zúñiga que dice que nunca olvida sus raíces. No tiene nada de latinoamericano".

Al terminar su "misión humanitaria" en Cuba, Zúñiga fue honrado por sus hazañas anticomunistas y nombrado como funcionario de la oficina de Cuba del Departamento de Estado, que luego encabezó, donde pudo seguir dando libre curso a sus pulsiones derechistas.

Finalmente fue nombrado jefe de la sección política de la embajada de Estados Unidos en Brasil —se puede adivinar a qué se dedicó— antes de esta última promoción en la capital imperial, donde su responsabilidad será brindar asesoría a la Casa Blanca sobre su política latinoamericana.