LA FARSA PROCESSUALE

CONTRO I CINQUE

 

 

26.08.2013 - http://www.ain.cu/2013/agosto/26ya-farsa_judicial_los_cinco.htm

 

 

Malgrado il governo degli Stati Uniti si sia impegnato a dimostrare la colpevolezza di cinque cubani ingiustamente processati e arbitrariamente condannati in quel paese, la stessa condotta dell'amministrazione USA rivela la grande menzogna e il suo doppio metro.


Gerardo Hernández, Fernando González, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e René González - i Cinque, come sono conosciuti internazionalmente - sono stati vittime di pene eccessive che confermano il carattere politico del processo effettuato contro di loro.


Rispondere alle richieste della mafia cubano-americana con sede a Miami, fu l'unico obiettivo del governo degli USA, dando corso legale alla farsa processuale orchestrata contro di loro, insieme a un grande show mediatico, che per tutto il tempo si è incaricato di viziare la decisione della giuria.


Nel suo libro “Gli eroi proibiti”, l'esperto cubano in politica internazionale, Ricardo Alarcón, espone esempi che rivelano una realtà: negli USA lo spionaggio e la cospirazione non sono stati mai puniti con condanne tanto severe come quelle imposte ad I Cinque.


Da quando essi furono condannati, in territorio statunitense hanno avuto luogo altri casi simili e i risultati contrastano in maniera allarmante.


Come ha raccontato Alarcón, negli ultimi anni vari individui sono stati trovati colpevoli di trasmettere agli stranieri documenti segreti di carattere militare o relazionati con la sicurezza nazionale di quel paese, estratti dagli archivi e alti livelli del governo.


Alcuni di quegli accusati hanno da tempo recuperato la loro libertà, e per altri il presidente Barack Obama ha deciso di ritirare le accuse, che fosse interrotto il processo d’appello e fossero mandati a casa.


Khaled Abdel-Latif Dumeisi, accusato di essere un agente non registrato del governo di Saddam Hussein, fu condannato nell’aprile del 2004, in piena guerra degli USA contro l'Iraq, a soli tre anni e 10 mesi di prigione.


In luglio 2007, Leandro Aragoncillo fu giudicato colpevole di trasmettere informazioni segrete e di difesa nazionale degli Stati Uniti.


Trasmise circa 800 documenti classificati, ottenuti dal suo ufficio nella Casa Bianca, dove lavorava come assistente militare dei vicepresidenti Al Gore e Dick Cheney.


Fu condannato a 10 anni di prigione, mentre il suo compagno di cospirazione Michael Ray Aquino,fu condannato a sei anni e quattro mesi.


In luglio 2008, Gregg W. Bergersen, un analista del Dipartimento della Difesa (DOD), fu giudicato colpevole di fornire informazioni della difesa nazionale a persone non autorizzate, in cambio di denaro e regali. Lo condannarono a quattro anni e nove mesi di prigione.


Lawrence Anthony Franklin, un colonnello della riserva della Forza Aerea, anche lui che lavorava nel DOD, fu giudicato colpevole di consegnare informazioni classificate, compresi segreti militari, a rappresentanti di un governo straniero. Fu condannato a 12 anni e sette mesi di carcere.


Tuttavia, non entrò mai in prigione. rimase in libertà mentre faceva gli appelli e in maggio del 2009 il Dipartimento della Giustizia ritirò le accuse contro di lui.


Ma, un altro dato è ancora più rivelatore. Sabato 23 gennaio 2010, The Washington Post, il maggiore e più antico giornale della città-capitale degli USA ha pubblicò il seguente caso.


James W. Fondren Jr., un alto ufficiale nel Dipartimento della Difesa che arrivò a essere vicedirettore dell'ufficio di collegamento del Comando del Pacifico, fu dichiarato colpevole di consegnare illegalmente a un governo straniero documenti classificati del Pentagono, comprese informazioni militari.


Fondren era un funzionario di grado elevato e non fu accusato di cospirare, bensì di realizzare attività tangibili di spionaggio. La Corte Federale di Alexandria, in Virginia, lo condannò a soli tre anni di prigione.


Ovviamente, nessuno dei casi precedenti fu giudicato nel sud della Florida, né [gli accusati] cercavano di contrastare piani criminali contro Cuba.


Con I Cinque è successo il contrario. Essi hanno ricevuto, complessivamente, quattro ergastoli più 77 anni di prigione. E non lavoravano per la Casa Bianca, né al Pentagono, o nel Dipartimento di Stato, né hanno mai avuto o cercato di avere accesso ad alcuna informazione segreta.


Ma hanno fatto qualcosa di imperdonabile per quel governo: hanno lottato contro il terrorismo anticubano che si fomenta e finanzia dagli USA, e lo hanno fatto a Miami, città che si è guadagnata il credito di essere la capitale del terrore.


Come riafferma Alarcón nel suo libro, le sentenze eccessive contro questi uomini sono una dimostrazione della motivazione politica e vendicativa che ha avuto il processo contro di loro, come lo sono le dure condizioni del loro incarceramento.


Benvenuta, dunque, ogni persona di buona volontà, disposta a contribuire e a intensificare le azioni per la libertà di I Cinque, e portarli di nuovo a casa.