Malgrado il governo degli Stati Uniti si sia impegnato a dimostrare
la colpevolezza di cinque cubani ingiustamente processati e
arbitrariamente condannati in quel paese, la stessa condotta
dell'amministrazione
USA rivela la grande menzogna e il suo doppio metro.
Gerardo Hernández, Fernando González, Ramón Labañino, Antonio
Guerrero e René González - i Cinque, come sono conosciuti
internazionalmente - sono stati vittime di pene eccessive che
confermano il carattere politico del processo effettuato contro di
loro.
Rispondere alle richieste della mafia cubano-americana con sede a
Miami, fu l'unico obiettivo del governo degli USA, dando corso
legale alla farsa processuale orchestrata contro di loro, insieme a
un grande show mediatico, che per tutto il tempo si è incaricato di
viziare la decisione della giuria.
Nel suo libro “Gli eroi proibiti”, l'esperto cubano in politica
internazionale, Ricardo Alarcón, espone esempi che rivelano una
realtà: negli USA lo spionaggio e la cospirazione non sono stati mai
puniti con condanne tanto severe come quelle imposte ad I Cinque.
Da quando essi furono condannati, in territorio statunitense hanno
avuto luogo altri casi simili e i risultati contrastano in maniera
allarmante.
Come ha raccontato Alarcón, negli ultimi anni vari individui sono
stati trovati colpevoli di trasmettere agli stranieri documenti
segreti di carattere militare o relazionati con la sicurezza
nazionale di quel paese, estratti dagli archivi e alti livelli del
governo.
Alcuni di quegli accusati hanno da tempo recuperato la loro libertà,
e per altri il presidente Barack Obama ha deciso di ritirare le
accuse, che fosse interrotto il processo d’appello e fossero mandati
a casa.
Khaled Abdel-Latif Dumeisi, accusato di essere un agente non
registrato del governo di Saddam Hussein, fu condannato nell’aprile
del 2004, in piena guerra degli USA contro l'Iraq, a soli tre anni e
10 mesi di prigione.
In luglio 2007, Leandro Aragoncillo fu giudicato colpevole di
trasmettere informazioni segrete e di difesa nazionale degli Stati
Uniti.
Trasmise circa 800 documenti classificati, ottenuti dal suo ufficio
nella Casa Bianca, dove lavorava come assistente militare dei
vicepresidenti Al Gore e Dick Cheney.
Fu condannato a 10 anni di prigione, mentre il suo compagno di
cospirazione Michael Ray Aquino,fu condannato a sei anni e quattro
mesi.
In luglio 2008, Gregg W. Bergersen, un analista del Dipartimento
della Difesa (DOD), fu giudicato colpevole di fornire informazioni
della difesa nazionale a persone non autorizzate, in cambio di
denaro e regali. Lo condannarono a quattro anni e nove mesi di
prigione.
Lawrence Anthony Franklin, un colonnello della riserva della Forza
Aerea, anche lui che lavorava nel DOD, fu giudicato colpevole di
consegnare informazioni classificate, compresi segreti militari, a
rappresentanti di un governo straniero. Fu condannato a 12 anni e
sette mesi di carcere.
Tuttavia, non entrò mai in prigione. rimase in libertà mentre faceva
gli appelli e in maggio del 2009 il Dipartimento della Giustizia
ritirò le accuse contro di lui.
Ma, un altro dato è ancora più rivelatore. Sabato 23 gennaio 2010,
The Washington Post, il maggiore e più antico giornale della
città-capitale degli USA ha pubblicò il seguente caso.
James W. Fondren Jr., un alto ufficiale nel Dipartimento della
Difesa che arrivò a essere vicedirettore dell'ufficio di
collegamento del Comando del Pacifico, fu dichiarato colpevole di
consegnare illegalmente a un governo straniero documenti
classificati del Pentagono, comprese informazioni militari.
Fondren era un funzionario di grado elevato e non fu accusato di
cospirare, bensì di realizzare attività tangibili di spionaggio. La
Corte Federale di Alexandria, in Virginia, lo condannò a soli tre
anni di prigione.
Ovviamente, nessuno dei casi precedenti fu giudicato nel sud della
Florida, né [gli accusati] cercavano di contrastare piani criminali
contro Cuba.
Con I Cinque è successo il contrario. Essi hanno ricevuto,
complessivamente, quattro ergastoli più 77 anni di prigione. E non
lavoravano per la Casa Bianca, né al Pentagono, o nel Dipartimento
di Stato, né hanno mai avuto o cercato di avere accesso ad alcuna
informazione segreta.
Ma hanno fatto qualcosa di imperdonabile per quel governo: hanno
lottato contro il terrorismo anticubano che si fomenta e finanzia
dagli USA, e lo hanno fatto a Miami, città che si è guadagnata il
credito di essere la capitale del terrore.
Come riafferma Alarcón nel suo libro, le sentenze eccessive contro
questi uomini sono una dimostrazione della motivazione politica e
vendicativa che ha avuto il processo contro di loro, come lo sono le
dure condizioni del loro incarceramento.
Benvenuta, dunque, ogni persona di buona volontà, disposta a
contribuire e a intensificare le azioni per la libertà di I Cinque,
e portarli di nuovo a casa.
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