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Parlamentari britannici intercedono per le mogli di Gerardo e di René |
12.04.13 - www.granma.cu
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Settantuno parlamentari britannici hanno scritto a John Kerry, Segretario di Stato degli USA, esortandolo a concedere i visti a due cubane, Adriana Pérez e Olga Salanueva, per far sì che possano visitare i rispettivi mariti che sono detenuti in questo paese.
Gerardo Hernández , recluso in USP Victorville, e René González, che sconta tre ani di libertà vigilata in Florida, sono due dei cinque cubani ingiustamente condannati dal governo degli Stati Uniti e che sono reclusi dal 1998.
Alle signore Salanueva e Pérez è stato negato il visto d’entrata agli Stati Uniti che permetterebbe loro di visitare i mariti in dieci occasioni.
Amnesty Internacional ha dichiarato che il trattamento che hanno ricevuto le due donne va contro le norme per il trattamento umano dei prigionieri e l’obbligo dei paesi di proteggere la vita familiare.
Nella loro lettera i parlamentari chiedono che il governo degli Stati Uniti consideri la possibilità di concedere a Olga Salanueva e ad Adriana Pérez il diritto di visita, perchè possano rivedere i loro mariti.
La lettera è stata firmata dai rappresentanti delle due Camere del Parlamento britannico, cioè da 8 membri della Camera dei Lords e da 63 deputati della Camera dei Comuni.
Rob Miller, direttore della Campagna di Solidarietà con Cuba del Regno Unito ha commentato: “Ci sono sempre più membri del pubblico e del Parlamento britannico che sono informati sul caso dei Cinque e che si stanno unendo alla campagna internazionale che reclama per loro libertà e diritto di visita. Invitiamo John Kerry a dimostrare che gli Stati Uniti sono capaci di agire con compassione, rispondendo positivamente alle richieste espresse nella lettera di questi parlmentari che rappresentano milioni di cittadini britannici.” |
Il Regno Unito segue il caso dei Cinque |
26.03.13 - www.granma.cu
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Di
fronte
alla
preoccupazione
di un
centinaio
di
parlamentari
britannici
a
proposito
delle
violazioni
dei
diritti
umani di
base dei
Cinque e
dei loro
familiari,
il
ministro
degli
Esteri
della
Gran
Bretagna,
William
Hague,
ha
confermato
che
l’ambasciata
del suo
paese a
Washington
“sta
seguendo
da
vicino
il
caso”.
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