Ennesimo caso di auto-censura sulla

vicenda dei Cinque negli Stati Uniti

 

 

17.09.2013 - http://amicuba.altervista.org/blog/

 

 

Il Professore canadese Stephen Kimber , che è attualmente in un tour della costa orientale degli USA per presentare il suo nuovo libro “Quali bugie attraverso l’acqua – La vera storia dei Cinque cubani“, ha rivelato che la stazione radio WLRN affiliata alla catena radiofonica NPR a Miami, ha cancellato un'intervista in programma definendola ”troppo incendiaria” .

 

Il libro di Kimber è il risultato di approfondite ricerche e risulta la pubblicazione più completa ad oggi sull’arresto nel 1998 di cinque uomini cubani che monitoravano le attività dei gruppi di destra di esuli cubani del sud della Florida . Da allora c’è stata poca copertura mediatica sul caso, anche se si trova al centro delle attuali relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti.

 

Il libro è il risultato di una lunga ricerca tra cui la revisione da parte dell’autore di più di 20.000 pagine di atti processuali del caso, che è il più lungo nella storia degli Stati Uniti . Stephen Kimber è  Professore di giornalismo presso l’Università di Halifax in Canada.

 

Kimber ha pubblicato sul suo sito: ” Tutto era pronto per l’intervista concordata, ma ieri sera , abbiamo ricevuto la seguente e-mail dalla stazione WLRN : “Sono spiacente di informarvi che il produttore esecutivo e conduttore del programma, Joseph Cooper,  mi ha chiesto di annullare l’intervista con Stephen Kimber. Dopo aver letto parte del libro e il materiale che lo accompagna [ Cooper ] ritiene che l’argomento sia troppo “incendiario” e teme una reazione violenta da alcuni segmenti della comunità.”

 

Kimber continua commentando: “Quella e-mail dice tutto quello che dovete sapere – e più – sul perché era stato impossibile trovare un giurato imparziale a Miami, nel processo ai Cinque cubani. Ancora più importante, serve a capire perché ancora oggi – 15 anni dopo, con quattro dei cinque ancora nelle carceri degli Stati Uniti – per gli americani è impossibile conoscere i fatti di questo caso” .

 

 

Si presenterà in varie città

degli USA un libro sui Cinque

 

 

8.08.2013 - www.granma.cu

 

 

Lo scrittore canadese Stephen Kimber realizzerà un giro per gli Stati Uniti con il suo libro “Quello che c’è dall’altra parte del mare: La vera storia dei Cinque cubani”, quando si compiranno 15 anni dell’ingiusta reclusione di questi combattenti antiterroristi.

 

Il testo è il compendio di un esteso lavoro d’investigazione che include la revisione da parte dell’autore di 20000 pagine di registrazioni giudiziarie del caso più lungo nella storia degli Stati Uniti. Il libro è scritto con una narrativa chiara ed obiettiva.

 

Il giro organizzato dal Comitato Internazionale por la Libertà dei Cinque, come sono conosciuti Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González,  vuole raggiungere nuove udienze e generare interesse per far sì che molte altre persone si uniscano alla campagna per il ritorno in Patria di questi uomini innocenti e si ponga fine a questa enorme ingiustizia.

 

Dall’11 al 17 settembre, Kimber presenterà il testo a Washington DC, Maryland, New York (Manhattan e Brooklyn)  e a Boston dove lo accompagnerà il prestigioso linguista statunitense, filosofo e politologo, Noam Chomsky,  precisa un comunicato diffuso dal gruppo solidale.

 

 

Una storia che si dovrebbe raccontare

 

 

3.08.2013 - Ricardo Alarcon www.granma.cu

 

 

La casa editrice  canadese Fernwood Publishing  ha appena pubblicato  “Quello che c’è dall’altra parte del mare: la vera storia dei Cinque cubani”, il libro più completo disponibile in inglese su un tema al quale i nordamericani hanno  avuto appena un accesso: il caso di Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René, i patrioti cubani reclusi negli Stati Uniti per aver combattuto il terrorismo.

 

È una storia sequestrata da quasi 15 anni.

 

Gli sforzi del suo autore,  Stephen Kimber, per pubblicarlo negli Stati Uniti sono stati inutili.  È stata molto difficile la vendita di questo libro alle principali case editrici del nord america. Abbiamo ricevuto ogni genere di spiegazioni ovviamente, ma la principale è che non esiste negli USA un pubblico che accetterebbe la presentazione di un’immagine favorevole di un gruppo di spie cubane.  Io spero che questo libro dimostri che si sbagliano.

 

Il libro è il risultato di una sincera, minuziosa e profonda indagine che lo ha portato a studiare le ventimila pagine dei documenti (Gli  USA contro Gerardo Hernàndez  ) e le migliaia di pagine di documenti legali su quello che è stato il caso più prolungato della storia nordamericana.

 

Inoltre Kimber ha letto libri e giornali su Cuba e sul lungo scontro con gli Stati Uniti ed ha anche intervistato numerose persone ai due lati dello stretto della Florida, di una delle due parti o di nessuna. 

 

Non è un testo complicato sull’interminabile processo giudiziario, ma tocca senza dubbio i suoi aspetti fondamentali. Non è nemmeno una biografia dei Cinque, anche se le sue pagine li mostrano come sono: esseri umani vicini al lettore. Il libro va al di là e aiuta a comprendere il conflitto tra i due paesi.

 

Non è un lavoro voluminoso nè difficile da leggere. Al contrario, con un linguaggio chiaro e agile, permette al lettore di percorrere gli episodi di questo conflitto  e di terminare  in poche ore una lettura che prende sin dalla prima pagina. È opera di un maestro di giornalismo, un grande scrittore e soprattutto un intellettuale onesto, impegnato solo con quello che h potuto provare in modo indipendente.

 

Già nel primo paragrafo dice: “Questo non è il libro che io pensavo di scrivere. Questo libro voleva essere un romanzo, una storia d’amore che si sviluppava in parte a Cuba, e ovviamente non era un romanzo sui Cinque, a proposito dei quali avevo vaghe notizie”.

 

Kimber riferisce nel prologo come è avvenuta la decisione di abbandonare il suo progetto iniziale, per offrire un testo in cambio che ha niente di romanzato e che è un esempio di rigoroso imparziale e obiettivo rispetto della verità.

 

Nelle parole del suo autore: “non è una semplice narrative lineare, ma è un cumulo a cascata di incidenti e di scogli di complicità e conseguenze, una narrativa parallela convergente e divergente, che mostra un reparto di carattere eclettico ai due lati dello  Stretto della Florida”.

 

“Chissà sia stata l’ingannevole complessità di tutto quello che finalmente mi ha convinto che questa storia andava raccontata, ed era necessario che qualcuno la raccontasse, qualcuno che non sapeva già quali versioni di quelle storie erano quelle vere”.

 

Radica in questo la vera importanza di questo libro, frutto di  un’investigazione realizzata da qualcuno che iniziandola none era un difensore e simpatizzante della causa dei Cinque. Kimber come migliaia di canadesi che visitano Cuba, ha visto decine di volte i  pannelli di propaganda scritti spesso  con ingenuità o scarsa capacità linguistica, e aveva ascoltato qualcuno parlare con ammirazione dei Cinque Eroi, ma non sapeva quasi niente all’inizio della sua indagine.

 

L’autore formula una domanda che racchiude la chiave per comprendere il problema. Perchè il FBI decise di arrestarli e processarli?

 

Perchè se erano anni che li tenevano sotto controllo e conoscevano tutto quello che avevano fatto e facevano?

 

Agendo in quel modo e allontanandosi dalla pratica normale, il FBI aveva perso una sorgente informativa importante ed anche sicura. Inoltre non li poteva accusare di nulla di grave e per questo le sue accuse importanti formulate contro di loro non implicavano crimini di sostanza, erano “di cospirazione”, per i quali non si devono  presentare prove concrete che inoltre non sono mai esistite.

 

L’unica spiegazione è quella politica.

 

Nell’estate del 1998 erano stati avviati i primi passi di quella che poteva diventare una collaborazione  tra i due paesi per porre fine alle azioni di terrorismo contro Cuba, originate a Miami.

 

Una missione di alti ufficiali del FBI inviata per decisone del presidente Clinton, aveva ricevuto in Cuba una sostanziosa informazione su quelle attività ed aveva promesso di agire. Quando la notizia di quei contatti giunse a Miami, il signor Pesquera, capo locale del FBI  che manteneva stretti vincoli con i terroristi, li arrestò e lo fece usando metodi che rivelavano le sue motivazioni e il carattere politico  dell’operazione.

 

“Se le accuse di spionaggio contro i cubani sembravano poco convincenti,  e lo erano anche allora, perchè il FBI decise di dare tanta importanza a questa parte del caso?

 

“Abbiamo fatto questo in forma pubblica, aveva spiegato Héctor Pesquera in spagnolo, in un messaggio  che fu trasmesso con frequenza dalle emittenti radiofoniche in spagnolo nei giorni successivi, per riunire informazioni del pubblico. 

 

Intenzionale o no la notizia degli arresti e le accuse contro i cubani, servirono per incrementare i livelli d’isterismo nella sempre al limite comunità degli esiliati di Miami. 

 

La giornalista della WQBA-1140 AM – e non va dimenticato il portavoce della  FNCA – Ninoska Pérez Castellón diede al pubblico in trasmissione il numero del centralino del FBI e invitò gli ascoltatori  a chiamare il Burò e il suo programma per “informare sulle persone sospette”.

 

I gruppi degli esiliati, come la Fondazione Nazionale Cubano-Americana,  felici delle notizie degli arresti,  sostenevano “adesso vediamo che hanno minacciato  gli interessi e la sicurezza degli Stati Uniti”,  diedero ancora più forza a una cupola di misure sempre più forti contro Cuba.

 

Il giorno dopo la conferenza stampa di Pesquera, il presidente della FNCA, Alberto Hernández e il suo vicepresidente Jorge Más Santos inviarono una lettera al senatore Bob Graham, un membro del Comitato d’Intelligenza del Senato  che li  appoggiava, per sollecitare che organizzasse un incontro pubblico a Miami sullo spionaggio cubano.

 

Mentre tutto questo succedeva a Miami,  davanti al naso del signor Pesquera, senza che nessuno li infastidisse,  si addestravano quei  terroristi che avrebbero eseguito il brutale attacco dell’ 11 settembre del 2001.

 

L’ambiente di odio creato dai mezzi di comunicazione locali di Miami, definito dal gruppo dei giudici della  Corte d’Appello come “una tormenta perfetta di pregiudizi e ostilità”, portò alla decisione unanime di questi magistrati  dell’annullamento del processo. 

 

Ma fu più tardi, nel 2006 che  si seppe che coloro che avevano scatenato quella tormenta ricevevano generosi e occulti pagamenti da parte del Governo Federale.

 

Il libro di Kimber appare quando il caso è giunto ad un momento cruciale, in attesa che il Tribunale di Miami si pronunci sugli appelli collaterali (Habeas Corpus)  il cui fondamento principale è precisamente la cospirazione governativa del  finanziamento e dell’organizzazione della campagna mediatica che in Miami avvelenò tutto il processo e che fu iniziata precisamente dallo stesso FBI.

 

Speriamo che la giudice legga questo libro prima d’emettere la sua sentenza!