La campagna per la liberazione dei Cinque cubani antiterroristi condannati negli Stati Uniti deve trasformarsi in una guerra di guerriglia della comunicazione, hanno coinciso i partecipanti al II Seminario Internazionale delle Reti Sociali e i mezzi alternativi.
Circa 240 partecipanti all’incontro, provenienti da 30 paesi, hanno parlato della necessità di occupare con forza e pertinenza gli spazi facilitati dalle tecnologie di comunicazione per diffondere il caso di Gerardo Hernández, Fernando González, Antonio Guerrero, Ramón Labañino e René González.
I Cinque, come sono conosciuti, furono detenuti nel 1998 per aver investigato i gruppi di terroristi che pianificano azioni violente contro Cuba, poi condannati senza la presentazione di prove per confermare le accuse presentate.
Nel seminario che è iniziato ieri, lunedì11 e che durerà due giorni, i partecipanti hanno sostenuto che è necessario passare dalla denuncia alle azioni concrete e utilizzare le reti come Facebook e Twitter come strumenti per amplificare il messaggio.
Inoltre hanno segnalato quanto è importante che durante il secondo mandato del presidente statunitense, Barack Obama, si potenzino le azioni che permettano di comunicare con lui, che li può liberare con un indulto.
“Dobbiamo giungere all’opinione pubblica degli Stati Uniti per far sì che Obama senta la pressione del suo popolo e per quello dobbiamo realizzare le nostre campagne con azioni su come usare la lingua inglese e personalizzare i fatti, perchè nessuno si commuove con generalità”, ha affermato il professore dell’Università de L’Avana, Raúl Garcés.
Lo specialista ha incitato ad usare risorse come la sorpresa e l’emozione, per sensibilizzare le persone con il caso, e portare al massimo l’impatto dei messaggi.
La presidentessa dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP), Kenia Serrano, ha ricordato che, in accordo con gli utenti registrati, se Facebook fosse un paese sarebbe il terzo con la maggior popolazione del pianeta, una cosa che si deve approfittare a favore della causa, ha considerato ed ha annunciato che alla fine di maggio si realizzerà a Washington la Seconda Giornata “5 giorni per i Cinque” e come parte di questa si organizzerà anche una marcia davanti alla Casa Bianca, il 1º giugno.
Participanti provenienti da Brasile, Nicaragua, Stati Uniti, Venezuela e Argentina hanno suggerito diverse iniziative in questo senso, che possono coinvolgere sempre più personalità nella causa, ossia artisti, intellettuali, attivisti sociali, e altri.
I familiari dei Cinque, presenti all’incontro, hanno segnalato la rilevanza di realizzare l’unità nella lotta e di coordinare tra tutti le azioni, per dare una maggior ampiezza e capacità di convocazione