11.09 - L’esposizione di acquarelli “Yo me muero como vivì’”, di Antonio Guerrero, uno dei Cinque cubani che compiono prigione negli Stati Uniti, è stata inaugurata oggi nel Memorial Josè Martì de L’Avana.

In una nota introduttiva scritta per l’occasione, Guerrero ha spiegato che i 15 acquarelli hanno in comune il ricordo dell’ingiusto e crudele trattamento che hanno dovuto sopportare lui e gli altri quattro cubani dal primo giorno del loro arresto.

“L’esposizione raccoglie momenti della nostra sopravvivenza per 17 mesi, isolati nelle celle di punizione del chiamato “buco” del Centro Federale di Detenzioni di Miami, ha spiegato Guerrero.
Come ha raccontato, ha deciso di lasciare in 15 la quantità delle opere, perché coincidono col numero di anni che compiono in cattività giovedì 12 settembre.

Pretendiamo –ha aggiunto – in un futuro prossimo, arricchire questo lavoro con scritti, poemi ed altre opere plastiche di noi Cinque e, con ciò, fare conoscere, con queste memorie, quel primo periodo della nostra reclusione che possiamo catalogare come il più duro e crudele.

Il poeta e scrittore Victor Casaus, che ha espresso le parole inaugurali, ha commentato che le immagini sono state create durante questo anno nella prigione federale di Marianna, in Florida, e documentano la statura umana e morale di questi uomini.

All’inaugurazione hanno assistito la vicecancelliere cubana Ana Teresita Gonzalez, la presidentessa dell’Istituto Cubano di Amicizia coi Popoli, Kenya Serrano, Renè Gonzalez ed altri parenti dei prigionieri politici, come la pacifista statunitense Cindy Sheehan e l’accademico Salim Lamrani.