L'Unione delle Nazioni Sudamericana (UNASUR) ha condannato questo venerdì “gli interventi esterni” davanti a una possibile incursione militare degli Stati Uniti in Siria e ha sollecitato a una soluzione pacifica del conflitto, secondo la dichiarazione finale del VII vertice dell'organismo che si tenuto in Suriname.
L’UNASUR “condanna gli interventi esterni che siano incompatibili con la Carta delle Nazioni Unite e ugualmente respinge lo sviluppo di strategie interventiste di ogni tipo”, ha segnalò la dichiarazione riferendosi al conflitto in Siria.
Il 12 paesi membri di
UNASUR, i cui presidenti o rappresentanti si sono riunirti a Paramaribo per il passaggio della presidenza temporanea del Perù al Suriname, hanno anche chiesto “la c cessazione immediata di tutta la violenza e la sospensione di forniture di ogni tipo di armamento” verso il paese arabo.
Vari paesi dell'organismo, come Argentina, Ecuador, Bolivia e Venezuela, tra gli altri, hanno respinto un eventuale intervento militare degli Stati Uniti e dei suoi alleati in Siria.
“Un attacco alla Siria scatenerebbe un conflitto bellico incalcolabile. La Siria è una nazione storica con un grande potere militare e inoltre ha molti amici in tutta la regione del Medio Oriente che difenderanno” quel paese, ha detto il presidente venezuelano Nicolás Maduro alla chiusura dell'incontro.
L'UNASUR ha fatto un”fermo appello alla pace” e ha invitato il segretario generale delle Nazioni Unite (ONU), Ban Ki-moon, a “mantenere la sua gestione e ad approfondire i suoi sforzi per ottenere la fine del conflitto”.
L'organismo ha chiesto, inoltre, “a tutte le parti a cooperare con la missione degli ispettori” dell'ONU che realizzeranno fino a questo sabato le ispezioni sul presunto uso di armi chimiche nel conflitto da parte di Damasco, che nega la veracità di quelle denunce.
Ha inoltre esortato il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a “che basandosi sulla relazione contribuisca alla creazione condizioni per la cessazione delle aggressioni”.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama,ha assicurato questo venerdì che avrebbe continuato a non prendere una “decisione finale” su un'azione militare contro il regime di Bashar all'Assad, che accusa di usare armi chimiche contro i civili. Dopo il rifiuto del Parlamento britannico all'attacco, la Francia si attesta come principale alleato degli Stati Uniti.
L’ALBA CONDANNA TENTATIVO DI
INTERVENTO MILITARE STRANIERO IN SIRIA
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L'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) ha condannato oggi qualunque tentativo di intervento militare straniero in territorio siriano, secondo un comunicato emesso in questa capitale.
Il blocco indica che i piani usano come scusa il presunto attacco con armi chimiche, perpetrato il 21 agosto dell'anno in corso la cui origine finora sconosciuta.
Basandosi su accuse fino a ora non comprovate contro il governo siriano e senza aspettare la relazione della Commissione delle Nazioni Unite, le potenze imperiali hanno dichiarato e giustificato il loro intervento militare, segnala il testo.
Questa posizione, secondo l'ALBA, è un chiara minaccia di guerra imminente che potrebbe avere catastrofiche conseguenze per la regione del Medio Oriente, la pace e la sicurezza internazionali.
Per questo, aggiunge, i capi di Stato e di Governo dei paesi dell'ALBA denunciano che le minacce di Washington e dei suoi alleati verso la Siria ripetono lo stesso modello di menzogne e manipolazioni utilizzato contro Libia, Iraq ed Egitto, tra le altre nazioni.
Nella pratica, cercano solo di controllare la ricchezza petrolifera della regione ed espandere i mercati occidentali, afferma.
Effettivamente, aggiunge, esiste un conflitto bellico in Siria che si è alimentato dell’appoggio che gli Stati Uniti e i paesi della NATO hanno dato ai gruppi oppositori al presidente Bashar al-Asad, armando e addestrando quegli squadroni di terroristi.
I presidenti degli stati membri dell'ALBA hanno definito responsabili “le forze imperiali di collocare il mondo intero alle porte di una guerra disastrosa con conseguenze incalcolabili per l'umanità”.
Infine, dichiarano la loro solidarietà con il popolo della Siria e confermano il loro impegno a tutti gli sforzi che permettano di conseguire la pace in quel paese fratello, rispettando sempre la sua sovranità, la sua autodeterminazione, la sua indipendenza e integrità territoriale.