Il Piano Nazionale del Buen Vivir della Rivoluzione Cittadina in Ecuador presenta un investimento pubblico di 47 mila milioni di dollari, per il periodo dal 2013 al 2017, con assi che includono: lo sradicamento della povertà, l’equità e l’efficienza.
Il documento presentato al presidente ecuadoriano, Rafael Correa, dal segretario nazionale di Pianificazione e Sviluppo, Fander Falconì, è stato dibattuto durante varie ore questo lunedì dai ministri coordinatori delle differenti aree del gabinetto di governo.
Diversi aspetti sono stati fondamentali nella proposta del Piano del Buen Vivir, ha detto Falconì, concludendo la riunione: l’enfasi nei temi di equità, qualità ed efficienza, ed i temi territoriali.
Il Consiglio Nazionale di Pianificazione, composto da varie entità del Governo e della rappresentazione cittadina, compie un termine di 90 giorni, dal passato 24 maggio, per approvare il piano dibattuto dal Potere Esecutivo nel Palazzo di Carondelet.
“Sono grandi proposte programmatiche quelle che si propone la Rivoluzione Cittadina, per esempio, la riduzione della povertà, lo sradicamento della denutrizione infantile, ed il cambio radicale del modello di accumulazione, fatto che implica cambiare la matrice produttiva”, ha precisato Falconì.
Il Piano Nazionale del Buen Vivir è stato creato combinando elementi tecnici arricchiti dalla partecipazione di circa 250 delegati della popolazione in tutte le province, costituiti in Assemblea Cittadina nella città di Montecristi il passato 8 e 9 maggio.
Il Piano per il Buen Vivir è destinato ad essere un paradigma per l’America Latina, perché la regione sta vedendo dei risultati concreti nel caso ecuadoriano. “Le sfide tracciate nel nuovo Piano garantiranno il successo del processo iniziato sei anni fa per trasformare il paese”, ha affermato Falconì.
Il nuovo Piano incorpora una Strategia Nazionale Territoriale che permetterà di ottimizzare la gestione del Governo, garantendo che i servizi pubblici arrivino a tutti gli angoli dal paese con equità, qualità, etica, e chiuderanno le brecce delle necessità basilari della popolazione.