Dopo sei anni di stabilità politica in Ecuador, di crescita economica, di giustizia sociale, di costruzione di mega progetti di infrastruttura e di integrazione latinoamericana, il presidente Rafael Correa inizia un nuovo periodo di approfondimento della Rivoluzione Cittadina.
Iniziando venerdì scorso il suo mandato costituzionale per quattro anni, dal 2013 al 2017, Correa ha definito i suoi obiettivi prioritari come il combattimento energico contro la povertà, in cui vivono ancora 26 di ogni 100 ecuadoriani, ed il cambiamento della matrice produttiva del paese.
“Oggi l’Ecuador è un paese differente a quello che ho ricevuto, c’è uno Stato seminato di vie carrozzabili, scuole, collegi, centri di salute, ma ancora molto lontano da quello che sogniamo, perché esistono ancora il 26% del popolo in povertà e l’11% in povertà assoluta”, ha precisato.
Durante i sei anni di Rivoluzione Cittadina, il paese è cresciuto in media il 4,3%, nonostante la crisi finanziaria del 1999 e la mancanza di una moneta nazionale (in Ecuador c’è il dollaro), mentre l’America Latina è cresciuta del 3,5%.
Il Governo cercherà in questi quattro anni di fare un salto qualitativo nella sua struttura storica, trasformare la matrice produttiva per smettere di essere un paese che esporta materie prime e trasformarsi in esportatore di prodotti con valore aggregato e di conoscenze.
Nel piano interno, Correa ha sottolineato la necessità di un dialogo nazionale di consensi minimi per non scavare le fondamenta stesse della nazione, per il conseguimento dei grandi obiettivi nazionali: vincere la povertà e la disuguaglianza.
“Il maggiore favore che possiamo fare agli avversari della Rivoluzione è centrarci su quel poco che ci divide e non nei grandi obiettivi nazionali”, ha sottolineato proponendo al Legislativo di combattere il vero avversario: l’abuso del capitale internazionale.
“Il periodo dal 2007 al 2012”, ha affermato, “ci ha permesso di recuperare la dignità, la fede e la speranza; di consolidare un sistema economico popolare e solidale; la supremazia dell’essere umano sul capitale finanziario; la sospensione del pagamento del debito estero illegittimo, e recuperare la sovranità nazionale”.
“La nostra opportunità per ottenere questo sviluppo nella sovranità, senza sopportare lo sfruttamento, senza sottometterci, sono le nostre risorse naturali non rinnovabili”, ha sottolineato Correa, riferendosi al settore minerario responsabile, con il rispetto della Natura e con il beneficio per la popolazione di questi territori.
Tra gli obiettivi strategici è stato fissato quello di raggiungere la sovranità energetica; consolidare la produzione dei derivati del petrolio e dell’industria petrolchimica con la futura Raffineria del Pacifico; incrementare l’orizzonte delle riserve petrolifere e continuare ad esplorare il gas naturale.
Altri tre nuovi assi di lavoro per questo nuovo periodo sono le rivoluzioni culturale, urbana e della conoscenza, ed in questa ultima avranno un ruolo vitale la costruzione di Yachay, Città della Conoscenza, e l’Università Amazzonica Ikiam.
Il Governo e la Funzione Legislativa avranno la responsabilità unica con la storia di approvare leggi urgenti per lo sviluppo nazionale, come sono la Legge delle Risorse Idriche, quella delle Terre, dei Territori, ed il Codice Organico Integrale Penale.
“Rivoluzioniamo la rivoluzione”, ha sottolineato Correa, chiamando i membri del Governo, membri dell’assemblea, governi territoriali ed i suoi simpatizzanti a continuare a forgiare il cambiamento del paese.