Il ministro degli Esteri venezuelani, Elías Jaua, ha denunciato le mancanze di garanzia, gli ostacoli e le condizioni poste dal governo degli USA, che hanno provocato l’assenza del presidente Nicolás Maduro nel 68º periodo di sessioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (AGNU).
Nel suo intervento, Jaua ha detto che il Consiglio di Sicurezza della ONU è un ostaggio dei falchi della guerra ed ha ricordato il proposito della Carta della ONU di preservare la pace, mentre alcuni membri di questo Consiglio proteggono i gruppi di terroristi.
Jaua ha condannato lo spionaggio degli USA ed ha fatto un riferimento al centro di detenzione dell’illegalmente occupata Base Navale di Guantánamo, in Cuba, dove si praticano torture e maltrattamenti crudeli e degradanti della condizione umana.
Ha poi ricordato la figura del leader bolivariano Hugo Chávez, un paladino della libertà dei popoli e dell’integrazione.
Il ministro degli Esteri russo, Serguei Lavrov, ha deplorato l’uso della forza e la pratica degli interventi militari come metodi di soluzione dei problemi internazionali, in franca contraddizione con la Carta delle Nazioni Unite.
Il ministro degli Esteri della Cina ha dichiarato di sperare in una pronta risoluzione della crisi in Siria con metodi pacifici e con l’appoggio e la cooperazione del governo di questa nazione araba.
Altri temi presentati nella riunione generale sono stati lo sviluppo e il cambio climatico.
Vari paesi hanno rettificato il loro appoggio a Cuba a proposito della condanna del blocco statunitense.
Il vicepresidente dell’Angola, Manuel Domingos Vicente, ha detto che il blocco illegale contro Cuba dura da decenni ed è il più forte ostacolo per lo sviluppo del suo popolo.
Le delegazioni di Venezuela, Repubblica del Congo, Repubblica di Tanzania, Gambia, Níger, Seychelles, Saint Kitts y Nevis e Vietnam hanno espresso gli stessi criteri.
Il primo ministro di San Vicente y las Granadinas, Ralph E. Gonsalves, ha criticato a sua volta il governo degli USA per l’inserimento di Cuba nella lista dei paesi promotori del terrorismo.