Il XXIII Vertice
Ispanoamericano di Panama, dopo le sue sessioni di lavoro, è terminato con
una dichiarazione che raccoglie l’interesse di rianimare un meccanismo che
ha perso rilevanza nel tempo.
Questo è stato
constatato nell’appuntamento a cui hanno partecipato il 50% dei capi di
Stato o di governo che dovevano essere presenti, fatto che indica che il
contenuto di questa riunione non prometteva di soddisfare gli interessi e le
politiche di una buona parte dei governi ispanoamericani.
È sintomatico
che tra quelli della regione sudamericana hanno partecipato solo due
presidenti: il colombiano Juan Manuel Santos e il paraguaiano Horacio
Cartes, e non ha partecipato nessuno dell’ALBA - Alleanza Bolivariana per i
popoli di Nuestra America.
Non è stata ben
vista l’introduzione in questo Vertice del tema dell’Alleanza del Pacifico,
quando numerose voci tra i paesi della Conferenza hanno manifestato la
propria contrarietà, considerandolo un “Cavallo di Troia” degli Stati Uniti
per resuscitare l’Area di Libero Commercio delle Americhe –ALCA.
Tutta questa
situazione ha fatto sì che la Spagna ed altre nazioni, attraverso la
Segreteria Generale Ispanoamericana, hanno parlato della necessità di
rinnovare il sistema per cercare d’impedire la sua scomparsa.
In conseguenza
gli accordi che sono apparsi nella dichiarazione finale non hanno sorpreso e
si sa che erano indirizzati verso questo obiettivo di rinnovo, come lo
svolgimento ogni due anni, alternandosi con il Vertice dell’Unione Europea e
la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi.
Come hanno
detto Iglesias e il re Juan Carlos, sicuramente si accorderà di concentrare
le attività in grandi aree d’azione, come spazi ispanoamericani della
conoscenza, la cultura, la coesione sociale, l’economia e il richiamo a
migliorare l’organizzazione dei Vertici. |