L’America
Latina e il Caribe scommettono sulla costituzione di
una struttura di integrazione continentale che
permetta l’assunzione di posizioni unitarie, in un
contesto di crisi economica e di sfide generali per
uno sviluppo sostenibile.
Alla fine
di Gennaio, il Cile ospiterà il vertice dei capi di
stato e di governo della Comunità di Stati
Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), un blocco che
vedrà il governo di Cuba assumerne la presidenza.
L’organizzazione è stata fondata a Caracas, in
Venezuela, nel dicembre 2011, e riunisce per la
prima volta in un forum i 33 paesi indipendenti di
America Latina e Caraibi.Di
questa organizzazione non fanno parte Stati Uniti
d’America e Canada, che sono nazioni si del
Continente americano, ma hanno differenti storie,
culture e prospettive politiche e socio-economiche.
Nella capitale venezuelana, i membri della Comunità
hanno stabilito obiettivi comuni di inclusione
sociale, crescita, equità, sviluppo sostenibile,
unità e integrazione del continente, condizioni
queste ritenute come essenziali per affrontare con
successo le sfide odierne.
Essi hanno
inoltre pianificato un piano operativo per il
raggiungimento degli obiettivi della CELAC nei
settori economico, energetico, ambientale e
culturale. Secondo il Leader della Rivoluzione
Cubana Fidel Castro,
“..questo è l’evento istituzionale più importante
del secolo per l’America Latina”. Il presidente
cubano Raul Castro, intervenendo alla riunione di
fondazione della Comunità, a Caracas, sottolineò il
carattere particolare della nascente organizzazione,
aggiungendo che
“..le
decisioni qui adottate, ed il lavoro comune degli
ultimi tre anni sono il coronamento di più di due
secoli di lotte e speranze. Arrivare qui oggi,
insieme, ci è costato fatica, sangue, sacrifici.”
A proposito del prossimo vertice CELAC, che si terrà
in Cile tra il 27 e il 28 Gennaio in Cile, Cuba
assumerà la presidenza dell’organizzazione. Raul
Castro ha assicurato l’impegno e la totale dedizione
dell’intera isola caraibica in questo progetto.
“ Questo
fatto rappresenta per noi un grande onore, ma anche
una grande responsabilità cui dedicheremo il massimo
sforzo ed energia”
ha
dichiarato il Presidente lo scorso 13 dicembre, nei
pressi del Palazzo dei
Congressi
di L’Avana,
sostenendo tra l’altro che nonostante le difficoltà
ed i pericoli, il continente sud-americano prosegue
nel suo cammino verso gli obiettivi di indipendenza,
sovranità nazionale, sviluppo e integrazione, ben
sapendo che senza giustizia sociale ed una
distribuzione più equa della ricchezza, questo
percorso non può essere possibile.
Alle origini della CELAC
Secondo gli
esperti, una combinazione di fattori è alla base
della nascita della CELAC, come ad esempio l’avvento
al potere, in America Latina e nei Caraibi, di
governi che si sono mostrati più impegnati nel
processo di indipendenza del continente e verso la
giustizia sociale. Certamente ha contribuito anche
il fallimento dei modelli di politica economica
liberali, ed i Trattati di Libero Commercio.
Inoltre, a ciò si aggiunge la totale mancanza di
credibilità della politica statunitense nella
regione, specialmente nel periodo
dell’amministrazione Bush (2001-2009) e la
contemporanea nascita di nuove organizzazioni di
integrazione del continente: l’Alleanza Bolivariana
per i Popoli della
Nostra
America-
ALBA(2004) e l’Unione delle Nazioni Sudamericane-
UNASUL (2008) . Riunitisi a Cancun, in Messico, nel
Vertice dell’Unità, i capi di stato e di governo
decisero di creare la CELAC, dopo un processo
comprendente numerosi incontri ed iniziative comuni.
Nel 2008 il Brasile ha ricevuto per la prima volta
tutti i leader continentali, in un forum denominato
Vertice dell’America Latina e dei Caraibi su
Integrazione e Sviluppo (CALC), precursore della
CELAC. Rappresentò questo avvenimento un contributo
alla nascita del blocco per l'integrazione del
Gruppo di Rio (che registrò l’adesione a pieno
titolo di Cuba nel 2008) così come lo furono le
misure intraprese dal Messico durante la sua
segreteria provvisoria del Gruppo. Un altro
importante contributo venne dall’Ecuador, con la sua
proposta di creare una nuova organizzazione
regionale caraibica e latinoamericana. Tutti questi
passaggi hanno contribuito alla nascita della
Comunità, nel dicembre del 2011 in Venezuela, dopo
che i ministri degli esteri ed altri funzionari
pubblici ebbero nei mesi precedenti diversi incontri
per redigere i documenti fondamentali.
In questa
maniera è nata la CELAC, come strumento cioè di
dialogo e difesa della comune identità, aspirazione
e cultura, nel quadro dei principi fondamentali di
inclusione dei 33 paesi indipendenti, senza la
pretesa di sostituire i meccanismi esistenti.
L’agenda del Gruppo
Durante il summit realizzato in Venezuela, furono
inseriti ed adottati circa venti documenti
aggiuntivi, tra i quali spiccano la Dichiarazione e
il Piano d’Azione di Caracas, gli statuti organici
per il suo funzionamento, e un annuncio speciale per
la difesa della democrazia e dell’Ordine
Costituzionale del Gruppo.
Sulla base
di questi testi, si decise di lavorare in un’ottica
di convergenza unitaria politica, economica, sociale
e tecnico-scientifica. L’obiettivo è di ottenere
un’integrazione sempre maggiore,
anche per costituirsi come interlocutore con altri
paesi e regioni.
In termini
economici, i paesi si pongono l’obiettivo di far
fronte alla crisi finanziaria internazionale e
costruire una nuova architettura, mentre in ambito
sociale la priorità resta l’avanzamento verso
l’integrazione e lo sradicamento definitivo della
povertà e della fame.
La CELAC sottolinea che tra le sue priorità vi è il
processo di integrazione dei settori culturali,
energetici, dei trasporti, delle telecomunicazioni e
di frontiera delle nazioni aderenti.
Per quanto riguarda le questioni ambientali,
verranno istituiti organismi e appositi studi per
attuare piani, politiche e programmi comuni circa
politiche di sviluppo sostenibile e tutela
ambientale.