Miti e realtà dell'esilio cubano

6.02.2013 - Raul Antonio Capote http://eladversariocubano.wordpress.com

MITO 11: "Se la rivoluzione cubana è così buona, i cubani residenti negli Stati Uniti e che la difendono dovrebbero ritornare a Cuba".

REALTA': La decisione di vivere negli Stati Uniti è individuale e viene presa per uno o più dei molti motivi che formano parte della libertà di coscienza che nessuno, in particolare colui che non ha l'autorità necessaria, può questionare. Negli Stati Uniti vivono centinaia di migliaia di cubani che vogliono che si stabiliscano relazioni civili tra questo paese e Cuba; poter andare liberamente a Cuba e inviare aiuti alle loro famiglie. All'interno di questo settore vi sono molti che difendono il carattere umanista della Rivoluzione, le sue realizzazioni e trionfi, il suo sforzo immenso per realizzare un sistema di uguaglianza, giustizia sociale, senza che questo significhi che assumano necessariamente, per intero, i principi, i metodi e gli obiettivi rivoluzionari.


Una parte considerevole della popolazione cubana negli Stati Uniti ha già gettato profonde radici. Hanno fatto o ricostruito la loro famiglia. Hanno figli, nipoti, ecc., nati qui (negli USA ndt), e solo qualcuno molto accecato dal rancore, molto ignorante, molto poco sensibile, o molto irresponsabile, può richiedere loro, per ragioni ideologiche, li abbandoni e ritorni a vivere a Cuba.


Mantenere legami con la Patria è del tutto normale. Ciò che non è normale è che qualcuno, che si dice cubano, appoggi il
criminale blocco contro Cuba, sostenga intensificare lo strangolamento economico del suo stesso popolo, cerchi di impedire il rincontro delle famiglie, gioisca dell'ingiusto  e crudele incarceramento negli USA di cinque cubani degni, e  nel suo odio viscerale, sia sostenitore di un'invasione dei marines a Cuba, anche se sa che solo raccoglieranno "la polvere del suo suolo annegato di sangue", come Antonio Maceo ha avvertito.


Ma dal momento che di questionare si tratta, perché non si questiona sulle centinaia di migliaia di nord americani che, per vari motivi, hanno stabilito la loro residenza all'estero? Perché, se gli USA sono il paradiso, molti stanno andando a vivere in Costarica, Ecuador, Repubblica Dominicana, Messico... si possono trovare in qualsiasi angolo del mondo? Questo, senza entrare nel merito della questione delle truppe di occupazione, le stazioni della CIA e basi militari in tutto il pianeta.


Infine, e senza l'intenzione di terminare questo punto, benché il governo cubano ha la decenza di non utilizzare il fatto come propaganda, ogni anno sono migliaia i cubani che, nonostante tutte le difficoltà, ritornano a Cuba per il rincontro permanente  e definitivo con la loro identità e le loro radici.

 

 

MITO 11: “Si la revolución cubana es tan buena, los cubanos que viven en Estados Unidos y la defienden debían regresar a Cuba”.

REALIDAD: La decisión de vivir en Estados Unidos es individual y se toma por una o varias de múltiples razones que forman parte de una libertad de conciencia que nadie, sobre todo el que carece de la autoridad necesaria, puede cuestionar. En Estados Unidos viven cientos de miles de cubanos que desean se establezcan relaciones civilizadas entre este país y Cuba, poder viajar libremente a la Isla y enviar ayuda a sus familias. Dentro de este sector hay muchos que defienden el carácter humanista de la revolución, sus logros y sus triunfos, su inmenso esfuerzo por lograr un sistema de igualdad y justicia social, sin que ello signifique que asuman necesariamente, en su totalidad, los principios, métodos y objetivos revolucionarios.
Una parte considerable de la población cubana en Estados Unidos ha echado ya raíces profundas. Han establecido o reconstruido su familia. Tienen hijos, nietos, sobrinos, etc., nacidos aquí, y solamente alguien muy cegado por el rencor, muy ignorante, muy insensible, o muy irresponsable, puede exigirles que, por razones ideológicas, los abandonen y regresen a vivir a Cuba.
Mantener vínculos con la Patria es completamente normal. Lo que no es normal es que alguien, que se dice cubano, apoye el criminal bloqueo contra Cuba, abogue por recrudecer el estrangulamiento económico de su propio pueblo, trate de impedir el reencuentro de las familias, se alegre del injusto y cruel encarcelamiento en Estados Unidos de cinco cubanos dignos, y se muestre –en su odio visceral- partidario de una invasión de marines a Cuba, aunque sepa que sólo recogerán “el polvo de su suelo anegado en sangre”, como advirtió Antonio Maceo.
Pero ya que de cuestionar se trata, ¿por qué no se cuestiona a los cientos de miles de norteamericanos que también por múltiples razones han establecido su lugar de residencia en el extranjero? ¿Por qué, si Estados Unidos es el paraíso, se van a vivir tantos a Costa Rica, Ecuador, República Dominicana, México… y es posible encontrarlos prácticamente en cualquier rincón del mundo? Esto, sin entrar en el tema de las tropas de ocupación, estaciones de la CIA y bases militares en todo el planeta.
Por último, y sin que pretenda agotar el tema, aunque el gobierno cubano tiene el decoro de no utilizar el hecho como propaganda, cada año son miles los cubanos que, a pesar de todas las dificultades, regresan a Cuba para el reencuentro permanente y definitivo con su identidad y sus raíces.