I danni provocati a Cuba da più di mezzo secolo di blocco economico imposto dagli Stati Uniti, sono stati dettagliati dall’ambasciatore cubano a Pechino, Alberto Blanco, che lo ha definito “genocida ed extraterritoriale”.
Rappresentanti della stampa, amici e accademici hanno partecipato nella sede diplomatica cubana a Pechino, all’incontro nel quale il diplomatico ha parlato di vari aspetti del Progetto di Risoluzione “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba” (si può leggere e scaricare il pdf in spagnolo, inglese e francese: http://www.cubadebate.cu/wpcontent/uploads/2013/10/InformeBloqueoCuba2013.pdf).
In questo incontro l’ambasciatore Blanco ha ricordato che questo blocco è il più lungo della storia e costituisce un’azione di guerra economica e viola i diritti umani di tutto un popolo.
Dopo un elenco degli enormi danni sofferti dal suo paese e delle illegittime misure imposte dal governo di Washington contro nazioni ed entità che negoziano con Cuba, il diplomatico ha denunciato che gli Stati Uniti inoltre sono un rifugio di terroristi assassini che operano contro l’Isola cubana.
Il blocco è assurdo, illegale e moralmente insostenibile, ha aggiunto Blanco, che ha denunciato che negli ultimi cinque anni di governo di Barack Obama, il blocco ha indurito le sue applicazioni punitive.
L’ambasciatore ha citato l’appoggio che Cuba ha sempre ricevuto dalla Cina, paese con il quale esistono stretti vincoli d’amicizia che risalgono al XIX secolo, con la partecipazione di cinesi naturali alle guerre d’indipendenza dell’Isola dei Carabi.
La Cina si è sempre opposta al blocco degli USA contro Cuba e non ha permesso interferenze di sorta nelle relazioni economiche tra i due Stati.
Oltre al voto contro queste misure arbitrarie di Washington, la delegazione cinese, nella ONU, ha sempre spiegato il suo voto nell’Assemblea Generale, ha puntualizzato.
Il documento cubano sarà dibattuto e sottoposto a votazione martedì 29 ottobre prossimo, nella sede di New York dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la 22ª volta.
Nel 2012 la Risoluzione ha ottenuto 188 voti a favore, tre contrari, Stati Uniti, Israele e Palau, e le astensioni di Micronesia e Isole Marshall.