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Il blocco USA asfissia l'attività
finanziaria cubana |
26.09.2013 - Luis Antonio Gómez Pérez www.granma.cu
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Il blocco degli Stati Uniti a Cuba, da più di mezzo secolo, continua ad asfissiare finanziariamente l’economia dell’Isola, impedendo alle sue imprese di realizzare operazioni all’estero.
Una relazione elaborata dal governo cubano e che sarà presentata nell’Assemblea Generale della ONU, denuncia i danni provocati da questa azione ostile nordamericana e spiega tutto questo.
Tra le imprese aggredite c’è il gruppo Laboratorios Biológicos Farmacéuticos (Labiofam), al quale una banca statunitense ha bloccato i fondi destinati alla cooperazione per sradicare la malaria in Tanzania.
Il sequestro dei fondi è avvenuto anche se l’impresa amministrava solo i fondi per la costruzione di un impianto di biolarvicidi.
La compagnia sudafricana Mohlaleng Health non ha potuto trasferire a Cuba 148.500 dollari del pagamento di una fattura firmata nel 2012 per l’acquisto di 2400 flaconi di Vidatox, un prodotto di Labiofam.
La ragione fondamentale del ritardo è il timore di rappresaglie nordamericane e questo è un esempio del carattere extraterritoriale dell’assedio all’Isola.
Inoltre il blocco non permette a Cuba di comparare articoli da imprese le cui fabbriche radicano in suolo statunitense ed obbliga a realizzare operazioni più costose con intermediari e fornitori distanti.
Il Banco Centrale di Cuba, ha indicato alcune cause della lentezza delle azioni commerciali della nazione, che sono gli ostacoli imposti dagli Stati Uniti alle gestioni bancarie con entità straniere.
Come risultato, molte organizzazioni finanziarie rifiutano d’avere relazioni con clienti cubani.
La maggioranza degli Stati membri della ONU, ogni anno esprime il suo appoggio alla proposta cubana, che reclama l’eliminazione del blocco.
L’anno scorso 188 nazioni hanno votato a favore dell’iniziativa cubana – con 3 contrari - nell’Assemblea Generale.
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