In questi giorni ascolto con particolare attenzione malcontenti ad appelli da un discorso ufficiale - leggasi dal governo o difensori di questo -, sul ruolo del blocco degli Stati Uniti contro Cuba.
Si dovrebbe ricordare ai super pragmatici che adducono
le trite idee che Cuba difese e difende cause romantiche
inattuabili, chi da esse è venuta questa Rivoluzione -
non esente da difficoltà, problemi ed errori - che ha
ancora la fortuna di avere i loro fondatori che
organizzano la transizione verso una società migliore;
quanti di questi processi nel mondo hanno avuto questa
fortuna? anzi, il popolo ha una fiducia illimitata nei
suoi leader storici, Fidel Castro coi suoi 86 anni è
ancora la figura più rappresentativa tra le giovani
generazioni, Raul Castro attrae enorme simpatia tra
coloro che anche sono nati nella fase -secondo molti
analisti - più complicata della storia rivoluzionaria,
mi riferisco al cosiddetto periodo speciale (dal 1991 ad
oggi).
La situazione di maggiore preoccupazione è quando non ci
saranno loro e siamo noi tutti che ci incaricheremo di
continuare a costruire questo paese.
Più di recente il signor Adam Szubin, Direttore
dell'Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri del
Dipartimento del Tesoro del governo degli Stati Uniti,
nel giugno 2012 ha dichiarato: "Le nostre sanzioni
legali riflettono i nostri principali interessi in
sicurezza nazionale ed interessi in politica estera
e l'OFAC li persegue accuratamente.
Questo annuncio storico dovrebbe servire come un chiaro
avvertimento a chiunque abbia intenzione di eludere le
proibizioni USA"... [2]
No me disculpo por la ira
Materiali raccomendati: Lester
D. Mallory, « Memorandum From the Deputy Assistant
Secretary of State for Inter-American Affairs (Mallory)
to the Assistant Secretary of State for Inter-American
Affairs (Rubottom) », 6 de abril de 1960, Department of
State, Central Files, 737.00/4-660, Secret, Drafted by
Mallory, in Foreign Relations of the United States (FRUS),
1958-1960, Volume VI, Cuba: (Washington: United States
Government Printing Office, 1991), p. 885. Along
the Malecon , « Exclusive: Q & A with USAID », 25 de
octubre de 2010.
http://alongthemalecon.blogspot.com/2010/10/exclusive-q-with-usaid.html
(sitio consultado el 26 de octubre de 2010)
http://www.cubavsbloqueo.cu/informebloqueo2012/index.html
[1] Informe de Cuba a 66/6 Resolución de la Asamblea
General de las Naciones Unidas.
'Necesidad de
poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero
impuesto por los estados Unidos de América contra Cuba'.
[2] Si riferisce alla multa di 619 milioni di
dollari alla banca olandese
ING
per realizzare transazioni finanziarie con Cuba e altri
paesi, la più alta della storia che ha imposto il
governo USA ad una banca straniera per mantenere
relazioni commerciali con Cuba.
Disconoscere il ruolo che ha giocato e gioca il blocco nella vita delle cubane/i è a dir poco una ingenuità, basterebbe ricordare Rafael Correa, degno Presidente dell'Ecuador, che disegnava l'immagine di qualcuno che, sepolte le sue estremità inferiori nel cemento e messo in una piscina, quando annega, mal lo giustificavano dicendo che non sapeva nuotare.
Pretendere che la politica di guerra economica del governo degli Stati Uniti, sia l'unica ragione dei nostri problemi e difficoltà socio-economiche è più che un' esagerazione, giustificarsi dietro il blocco per nascondere i nostri errori, miserie umane e/o carenze d'idee non è proprio di rappresentanti di un popolo con una storia di lotte per la giustizia che risale a centinaia di anni.
Ora domando: qualcuno può negare che a partire dal XVIII secolo, quando ancora non era firmata la dichiarazione d'indipendenza dei nascenti Stati Uniti d'America, già avevano la pretesa di annettersi Cuba, chi lo disconosca io richiedo che s'informi meglio?
Qualcuno potrebbe obiettare che non è vera la politica dichiarata il 6 aprile 1960 dal signor Lester D. Mallory, il Sottosegretario Aggiunto di Stato per gli Affari Inter-americani, quando espresse: "(...) L’unico modo per fargli perdere il sostegno interno è provocare il malcontento mediante la penuria e la crisi economica (...) Bisogna mettere in pratica rapidamente tutti i mezzi possibili per indebolire la vita economica di Cuba (...) negando a Cuba denaro e rifornimenti per ridurre i salari nominali e reali, con l’obiettivo di provocare fame, disperazione e la caduta del Governo”?
Forse si potrebbe brandire la subdola idea che questa è cosa del passato, dell'era della guerra fredda e che Cuba era o si lasciò utilizzare come punta di lancia dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) contro gli Stati Uniti. A coloro che impugnano questi elementi ricordo, di nuovo, di espandere le loro fonti per conoscere la storia della nazione caraibica.
Cuba, senza lasciare di menzionare che faceva parte del blocco guidato dall'URSS, era un membro per nulla disciplinato agli ordini dettati da Mosca. Altrimenti: come spiegare che il governo cubano disattese i sistematici appelli dei sovietici a ritirare la loro cooperazione in Angola e in altri paesi africani nella sua lotta contro il colonialismo ed il neocolonialismo europeo? si potrebbe affermare che il governo rivoluzionario cubano, guidato da Fidel Castro, agiva sotto pressione soccombendo a queste? Ricordo solo le parole del leader della Rivoluzione, in chiusura del 1° Congresso del PCC, segnalando la presenza cubana in Africa come un dovere morale e di restaurazione storica con quei popoli indissolubilmente uniti alla nostra identità nazionale.
Il blocco non è mera retorica dei leader politici,
istituzioni educative e dei media cubani, è una realtà
ineludibile per qualsiasi analisi sul comportamento del
governo e del Partito Comunista di Cuba.
Il danno economico secondo cifre studiate da esperti
nazionali e stranieri: considerando il deprezzamento del
dollaro contro il valore dell'oro sul mercato
internazionale, ascende a 1066 miliardi
(1.066.000.000.000) di dollari.
A prezzi correnti, ammonta a una cifra superiore a 108
miliardi (108.000.000.000) di dollari su una stima
decisamente conservativa. [1]
Le cifre sono spesso viste come parte di un discorso che
non arriva alla gente a forza ripetersi o impiegarle
freddamente.
Tenendo conto l'anteriore dichiarazione per tradurre
queste cifre si dovrebbero andare in un ospedale e
vedere le facce delle vittime di una politica ostile
dichiarata dai rappresentanti di un nemico che non
cede nella determinazione originale.
Si potrà giustificare che un bambino o un altro essere
umano viva male o addirittura possa morire per mancanza
di un farmaco o di un dispositivo che viene negato a
Cuba dalle leggi del blocco? qualcuno può dormire
tranquillo mentre questo accade ogni giorno in questo
paese?
In un altro tratto della questione anche domando:
qualcuno può farsi scudo dietro queste cose per non fare
il suo dovere?
Entrambi gli atteggiamenti sono riprovevoli e devono
essere combattuti senza tregua.
In ogni zona o quartiere di questo paese c'é almeno una
vittima della politica del terrorismo di stato USA
contro Cuba, queste vittime sono più di 5000 in poco più
di mezzo secolo.
Difficilmente sfuggono 4 famiglie, in un quartiere
cubano, dove non vi sia una storia di migrazioni e
fallimenti prodotto da questa criminale mostruosità.
Sino a quando
ci saranno sciocchi che pensano che al governo cubano è
più conveniente il blocco che agli stessi autori di
questa immorale misura?
O quelli che sostengono che questa politica ha
permesso di non far morire di fame il popolo cubano,
sottolineando che la necessità è la madre
dell'inventiva.
Gli autori Jaime Lopera Gutierrez e Martha Ines Bernal
Trujillo con il loro testo ''La Colpa é della Vacca''
segnalano varie situazioni che alludono allo sviluppo a
causa della necessità, ma nel caso del blocco contro
Cuba, che stiamo trattando in questo
scritto, nemmeno con le invenzioni si risolvono molti
episodi, perché c'é d'avere la merce, il prodotto, la
medicina o il cibo al momento specifico incui è
necessario e viene sistematicamente negato.
Sono tra coloro che credono che non ci sia nella vita di
tutti i giorni solo i colori bianco e nero, l'universo
cromatico è stato ed è così variopinto come le cellule
che compongono il nostro corpo.
Inoltre io penso che dobbiamo approfittare di più e
meglio degli spazi che disponiamo come cittadini o
membri di un' organizzazione per esprimere le nostre
opinioni, amen se sono scomode per coloro che gestiscono
i processi; ma condivido l'opinione che non si può
essere né ingenui né credere che
si agisca con malafede quando si parla del blocco,
dell'imperialismo e della sua politica ostile contro il
popolo cubano, il male sono gli estremi, ricordiamo il
trovatore Tony Avila in una delle sue creazioni che
torna utile al caso.
La storia, quel profeta con lo sguardo volto
all'indietro, saggiamente definito così da Eduardo
Galeano, si prenderà cura di mettere tutto al suo posto,
nel frattempo, abbiamo il dovere di costruire la nostra
(storia), difendendo i principi di giustizia e dignità,
senza peccare per
eccesso o difetto nella sua ricerca o difesa, per ora
faccio quello che penso sia più giusto e non mi scuso
per la rabbia versata in queste righe.
Eddy Mac Donald Torres http://lapupilainsomne.wordpress.com
Por estos días escucho con particular énfasis
insatisfacciones a apelaciones desde un discurso oficial,
-léase desde el gobierno o defensores de este-, sobre el
papel del bloqueo de los Estados Unidos contra Cuba.
Desconocer el rol que ha jugado y juega este en las
vidas de las cubanas y cubanos es poco menos que una
ingenuidad, bastaría recordar a Rafael Correa, digno
Presidente del Ecuador quien esbozaba la imagen de
alguien que sepultadas sus extremidades inferiores con
cemento y puesto en una piscina, cuando se ahogaba, mal
justificaban que no sabía nadar.
Pretender que la política de guerra económica del
gobierno de los E.U.A., es la única razón de nuestros
problemas y dificultades socioeconómicas es más que una
exageración, pertrecharse detrás del bloqueo para
ocultar nuestros desaciertos, miserias humanas y/o
carencia de ideas no es propio de representantes de un
pueblo con una historia de luchas por la justicia que
data de cientos de años.
Ahora pregunto, ¿alguien puede negar que desde el siglo
XVIII, cuando aún no se firmaba el acta de independencia
de los incipientes Estados Unidos de América, ya habían
pretensiones de anexarse esta isla, quien lo desconozca
le solicito se informe mejor?
Podría alguien sostener que no es cierta, la política
declarada el 6 de abril en 1960 por el señor Lester D.
Mallory, Subsecretario de Estado Adjunto para Asuntos
Interamericanos, cuando expresara: “(…) El único medio
previsible para enajenar el apoyo interno es a través
del desencanto y el desaliento basados en la
insatisfacción y las dificultades económicas (…) Debe
utilizarse prontamente cualquier medio concebible para
debilitar la vida económica de Cuba (…) negarle dinero y
suministros a Cuba, para disminuir los salarios reales y
monetarios a fin de causar hambre, desesperación y el
derrocamiento del Gobierno”?
Quizás podría esgrimirse la socarrona idea que esto es
cosa del pasado, de la era de la guerra fría y que Cuba
fue o se dejó utilizar como punta de lanza de la Unión
de República Socialistas Soviéticas (URSS) contra los
Estados Unidos. A quienes empuñan estos elementos les
recuerdo nuevamente ampliar sus fuentes para conocer la
historia del país antillano.
Cuba, sin dejar de mencionar que fue parte del bloque
que encabezó la URSS, era un miembro nada disciplinado
con las órdenes dictadas desde Moscú. De lo contrario,
¿cómo explicar que el gobierno cubano desoyera las
sistemáticas llamadas de los soviéticos a retirar su
colaboración a Angola y otros países africanos en su
lucha contra el colonialismo y neocolonialismo europeo?,
¿podría afirmarse que el gobierno revolucionario cubano
liderado por Fidel Castro actuaba bajo presión
sucumbiendo a estas? Solo les recuerdo las palabras del
líder de la Revolución en la clausura del 1er Congreso
del PCC, señalando la presencia cubana en África como un
deber moral y de restauración histórica con esos pueblos
indisolublemente unidos a nuestra identidad nacional.
Se les debe rememorar a los superpragmáticos que aducen
las manidas ideas que Cuba defendió y defiende causas
románticas por inviables, que de ellas salió esta
Revolución –no exenta de dificultades, problemas y
desaciertos-, que cuenta todavía con la suerte de tener
a sus fundadores organizando la transición a una
sociedad mejor, ¿cuántos de estos procesos en el mundo
han tenido esa dicha?, es más, el pueblo tiene confianza
ilimitada en sus líderes históricos, Fidel Castro con
sus 86 años sigue siendo la figura más representativa
entre las jóvenes generaciones, Raúl Castro se granjea
de enormes simpatías entre los que incluso, han nacido
en la etapa –según muchos analistas- más complicada de
la historia revolucionaria, me refiero al denominado
período especial(entre 1991 hasta los momentos actuales).
La situación de mayor preocupación es cuando ya no estén
ellos y seamos todos los que nos encarguemos de
continuar construyendo este país.
El bloqueo no es mera retórica de los dirigentes
políticos, instituciones educacionales y medios de
comunicación cubanos, es una realidad insoslayable para
cualquier análisis sobre el comportamiento del gobierno
y Partido Comunista de Cuba. El daño económico según
cifras estudiadas por expertos nacionales y extranjeros:
considerando la depreciación del dólar frente al valor
del oro en el mercado internacional, asciende a un
billón 66 mil millones (1,066, 000, 000,000) de dólares.
A precios corrientes, asciende a una cifra que supera
los 108 mil millones (108, 000, 000,000) de dólares en
un cálculo sumamente conservador. [1]
Más recientemente el señor Adam Szubin, Director de la
Oficina de Control de Activos Extranjeros del
Departamento del Tesoro del gobierno de los Estados
Unidos, en junio de 2012 declaraba lo siguiente:
“Nuestras sanciones legales reflejan nuestros
principales intereses en seguridad nacional e intereses
en política exterior, y la OFAC las persigue
exhaustivamente. Este anuncio histórico debería servir
como una clara advertencia a cualquiera que planee
aprovecharse de evadir las prohibiciones de EEUU”…[2]
Las cifras suelen ser vistas como parte de un discurso
que no llega a la gente a fuerza de repetirse o
emplearlas fríamente. Teniendo en cuenta la anterior
afirmación para traducir estas cifras habría que acudir
a un hospital y verles las caras a las víctimas de una
política hostil declarada por los representantes de un
enemigo que no desmaya en su empeño original. ¿Se podrá
justificar que un niño u otro ser humano malviva o
incluso pueda morir por un medicamento en falta o un
dispositivo que se le niegue a Cuba por las leyes del
bloqueo?, ¿podrá alguien dormir tranquilo mientras eso
ocurre todos los días en este país? En otra arista del
asunto igualmente interrogo ¿puede alguien escudarse en
estas cosas para no cumplir con su deber? Ambas
actitudes son reprochables y deben ser combatidas sin
tregua.
En cada reparto o barrio de este país hay al menos una
víctima, de la política de terrorismo de estado de los
EE.UU. contra Cuba, esas suman más de 5 mil en poco más
de medio siglo. Difícilmente escapen 4 familias en un
barrio cubano donde no haya una historia de migraciones
y frustraciones producto de ese criminal engendro.
¿Hasta cuándo habrá ilusos que piensan que al gobierno
cubano le es más conveniente el bloqueo que a los
propios perpetradores de esta inmoral medida? O aquellos
que sostienen que esa política ha permitido no morirse
de hambre al pueblo cubano, subrayando que la necesidad
es la madre de la inventiva.
Los autores Jaime Lopera Gutiérrez y Marta Inés Bernal
Trujillo con su texto ´´La Culpa es de la Vaca´´,
señalan varias situaciones que apuntan al desarrollo a
raíz de la necesidad, pero en el caso del bloqueo contra
Cuba que estamos tratando en este escrito, ni siquiera
con inventos se resuelven muchos episodios, porque son
de tener la mercancía, el producto, la medicina o el
alimento en el momento concreto en que hace falta y es
sistemáticamente negado.
Soy de los que consideran que no hay en la vida
cotidiana solo colores en blanco y negro, el universo
cromático ha sido y es tan variopinto como células
conforman nuestros cuerpos. Además creo que tenemos que
aprovechar más y mejor los espacios que disponemos como
ciudadanos o miembros de una organización para expresar
nuestras opiniones, amén de que sean incómodas para
quienes dirijan los procesos; pero comparto la visión
que no se puede ser ni ingenuos ni creer que se obra con
mala fe cuando se habla del bloqueo, del imperialismo y
su política hostil contra el pueblo cubano, lo malo son
los extremos, nos recordaba el trovador Tony Ávila en
una de sus creaciones que viene muy bien al caso.
La historia, aquel profeta con la mira vuelta hacia
atrás, sabiamente definida así por Eduardo Galeano, se
ocupará de poner cada cosa en su sitio, mientras tanto
tenemos el deber de construir la nuestra, defendiendo
los principios de justicia y dignidad, sin pecar por
exceso o defecto en su búsqueda o defensa, por lo pronto
hago lo que creo es más justo y, no me disculpo por la
ira vertida en estas líneas. (Publicado en CubaxDentro)