Non mi scuso per la rabbia

 

 

29.06.2013 - Eddy Mac Donald Torres  Pubblicato in CubaxDentro http://lapupilainsomne.wordpress.com

 

 

In questi giorni ascolto con particolare attenzione malcontenti ad appelli da un discorso ufficiale - leggasi dal governo o difensori di questo -, sul ruolo del blocco degli Stati Uniti contro Cuba.

Disconoscere il ruolo che ha giocato e gioca il blocco nella vita delle cubane/i è a dir poco una ingenuità, basterebbe ricordare Rafael Correa, degno Presidente dell'Ecuador, che disegnava l'immagine di qualcuno che, sepolte le sue estremità inferiori nel cemento e messo in una piscina, quando annega, mal lo giustificavano dicendo che non sapeva nuotare.

Pretendere che la politica di guerra economica del governo degli Stati Uniti, sia l'unica ragione dei nostri problemi e difficoltà socio-economiche è più che un' esagerazione, giustificarsi dietro il blocco per nascondere i nostri errori, miserie umane e/o carenze d'idee non è proprio di rappresentanti di un popolo con una storia di lotte per la giustizia che risale a centinaia di anni.

Ora domando: qualcuno può negare che a partire dal XVIII secolo, quando ancora non era firmata la dichiarazione d'indipendenza dei nascenti Stati Uniti d'America, già avevano la pretesa di annettersi Cuba, chi lo disconosca io richiedo che s'informi meglio?

Qualcuno potrebbe obiettare che non è vera la politica dichiarata il 6 aprile 1960 dal signor Lester D. Mallory, il Sottosegretario Aggiunto di Stato per gli Affari Inter-americani, quando espresse: "(...)
 L’unico modo per fargli perdere il sostegno interno è provocare il malcontento mediante la penuria e la crisi economica (...) Bisogna mettere in pratica rapidamente tutti i mezzi possibili per indebolire la vita economica di Cuba (...) negando a Cuba denaro e rifornimenti per ridurre i salari nominali e reali, con l’obiettivo di provocare fame, disperazione e la caduta del Governo”?

Forse si potrebbe brandire la subdola idea che questa è cosa del passato, dell'era della guerra fredda e che Cuba era o si lasciò utilizzare come punta di lancia dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) contro gli Stati Uniti. A coloro che impugnano questi elementi ricordo, di nuovo, di espandere le loro fonti per conoscere la storia della nazione caraibica.

Cuba, senza lasciare di menzionare che faceva parte del blocco guidato dall'URSS, era un membro per nulla disciplinato agli ordini dettati da Mosca. Altrimenti: come spiegare che il governo cubano disattese i sistematici appelli dei sovietici a ritirare la loro cooperazione in Angola e in altri paesi africani nella sua lotta contro il colonialismo ed il neocolonialismo europeo? si potrebbe affermare che il governo rivoluzionario cubano, guidato da Fidel Castro, agiva sotto pressione soccombendo a queste? Ricordo solo le parole del leader della Rivoluzione, in chiusura del 1° Congresso del PCC, segnalando la presenza cubana in Africa come un dovere morale e di restaurazione storica con quei popoli indissolubilmente uniti alla nostra identità nazionale.
 

Si dovrebbe ricordare ai super pragmatici che adducono le trite idee che Cuba difese e difende cause romantiche inattuabili, chi da esse è venuta questa Rivoluzione - non esente da difficoltà, problemi ed errori - che ha ancora la fortuna di avere i loro fondatori che organizzano la transizione verso una società migliore; quanti di questi processi nel mondo hanno avuto questa fortuna? anzi, il popolo ha una fiducia illimitata nei suoi leader storici, Fidel Castro coi suoi 86 anni è ancora la figura più rappresentativa tra le giovani generazioni, Raul Castro attrae enorme simpatia tra coloro che anche sono nati nella fase -secondo molti analisti - più complicata della storia rivoluzionaria, mi riferisco al cosiddetto periodo speciale (dal 1991 ad oggi). La situazione di maggiore preoccupazione è quando non ci saranno loro e siamo noi tutti che ci incaricheremo di continuare a costruire questo paese.

Il blocco non è mera retorica dei leader politici, istituzioni educative e dei media cubani, è una realtà ineludibile per qualsiasi analisi sul comportamento del governo e del Partito Comunista di Cuba. Il danno economico secondo cifre studiate da esperti nazionali e stranieri: considerando il deprezzamento del dollaro contro il valore dell'oro sul mercato internazionale, ascende a 1066 miliardi (1.066.000.000.000) di dollari. A prezzi correnti, ammonta a una cifra superiore a 108 miliardi (108.000.000.000) di dollari su una stima decisamente conservativa. [1]

 

Più di recente il signor Adam Szubin, Direttore dell'Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri del Dipartimento del Tesoro del governo degli Stati Uniti, nel giugno 2012 ha dichiarato: "Le nostre sanzioni legali riflettono i nostri principali interessi in sicurezza nazionale ed interessi in politica estera e l'OFAC li persegue accuratamente. Questo annuncio storico dovrebbe servire come un chiaro avvertimento a chiunque abbia intenzione di eludere le proibizioni USA"... [2]

Le cifre sono spesso viste come parte di un discorso che non arriva alla gente a forza ripetersi o impiegarle freddamente. Tenendo conto l'anteriore dichiarazione per tradurre queste cifre si dovrebbero andare in un ospedale e vedere le facce delle vittime di una politica ostile dichiarata dai rappresentanti di un nemico  che non cede nella determinazione originale. Si potrà giustificare che un bambino o un altro essere umano viva male o addirittura possa morire per mancanza di un farmaco o di un dispositivo che viene negato a Cuba dalle leggi del blocco? qualcuno può dormire tranquillo mentre questo accade ogni giorno in questo paese? In un altro tratto della questione anche domando: qualcuno può farsi scudo dietro queste cose per non fare il suo dovere? Entrambi gli atteggiamenti sono riprovevoli e devono essere combattuti senza tregua.

In ogni zona o quartiere di questo paese c'é almeno una vittima della politica del terrorismo di stato USA contro Cuba, queste vittime sono più di 5000 in poco più di mezzo secolo. Difficilmente sfuggono 4 famiglie, in un quartiere  cubano, dove non vi sia una storia di migrazioni e fallimenti prodotto da questa criminale mostruosità.

Sino a quando ci saranno sciocchi che pensano che al governo cubano è più conveniente il blocco che agli stessi autori di questa immorale misura? O quelli che sostengono che questa politica ha  permesso di non far morire di fame il popolo cubano, sottolineando che la necessità è la madre dell'inventiva.

Gli autori Jaime Lopera Gutierrez e Martha Ines Bernal Trujillo con il loro testo ''La Colpa é della Vacca'' segnalano varie situazioni che alludono allo sviluppo a causa della necessità, ma nel caso del blocco contro Cuba, che stiamo trattando in questo scritto, nemmeno con le invenzioni si risolvono molti episodi, perché c'é d'avere la merce, il prodotto, la medicina o il cibo al momento specifico incui è necessario e viene sistematicamente negato.

Sono tra coloro che credono che non ci sia nella vita di tutti i giorni solo i colori bianco e nero, l'universo cromatico è stato ed è così variopinto come le cellule che compongono il nostro corpo. Inoltre io penso che dobbiamo approfittare di più e meglio degli spazi che disponiamo come cittadini o membri di un' organizzazione per esprimere le nostre opinioni, amen se sono scomode per coloro che gestiscono i processi; ma condivido l'opinione che non si può essere né ingenui né credere che si agisca con malafede quando si parla del blocco, dell'imperialismo e della sua politica ostile contro il popolo cubano, il male sono gli estremi, ricordiamo il trovatore Tony Avila in una delle sue creazioni che torna utile al caso.

La storia, quel profeta con lo sguardo volto all'indietro, saggiamente definito così da Eduardo Galeano, si prenderà cura di mettere tutto al suo posto, nel frattempo, abbiamo il dovere di costruire la nostra (storia), difendendo i principi di giustizia e dignità, senza peccare per eccesso o difetto nella sua ricerca o difesa, per ora faccio quello che penso sia più giusto e non mi scuso per la rabbia versata in queste righe.

 

 

No me disculpo por la ira

Eddy Mac Donald Torres http://lapupilainsomne.wordpress.com


Por estos días escucho con particular énfasis insatisfacciones a apelaciones desde un discurso oficial, -léase desde el gobierno o defensores de este-, sobre el papel del bloqueo de los Estados Unidos contra Cuba.
Desconocer el rol que ha jugado y juega este en las vidas de las cubanas y cubanos es poco menos que una ingenuidad, bastaría recordar a Rafael Correa, digno Presidente del Ecuador quien esbozaba la imagen de alguien que sepultadas sus extremidades inferiores con cemento y puesto en una piscina, cuando se ahogaba, mal justificaban que no sabía nadar.
Pretender que la política de guerra económica del gobierno de los E.U.A., es la única razón de nuestros problemas y dificultades socioeconómicas es más que una exageración, pertrecharse detrás del bloqueo para ocultar nuestros desaciertos, miserias humanas y/o carencia de ideas no es propio de representantes de un pueblo con una historia de luchas por la justicia que data de cientos de años.
Ahora pregunto, ¿alguien puede negar que desde el siglo XVIII, cuando aún no se firmaba el acta de independencia de los incipientes Estados Unidos de América, ya habían pretensiones de anexarse esta isla, quien lo desconozca le solicito se informe mejor?
Podría alguien sostener que no es cierta, la política declarada el 6 de abril en 1960 por el señor Lester D. Mallory, Subsecretario de Estado Adjunto para Asuntos Interamericanos, cuando expresara: “(…) El único medio previsible para enajenar el apoyo interno es a través del desencanto y el desaliento basados en la insatisfacción y las dificultades económicas (…) Debe utilizarse prontamente cualquier medio concebible para debilitar la vida económica de Cuba (…) negarle dinero y suministros a Cuba, para disminuir los salarios reales y monetarios a fin de causar hambre, desesperación y el derrocamiento del Gobierno”?
Quizás podría esgrimirse la socarrona idea que esto es cosa del pasado, de la era de la guerra fría y que Cuba fue o se dejó utilizar como punta de lanza de la Unión de República Socialistas Soviéticas (URSS) contra los Estados Unidos. A quienes empuñan estos elementos les recuerdo nuevamente ampliar sus fuentes para conocer la historia del país antillano.
Cuba, sin dejar de mencionar que fue parte del bloque que encabezó la URSS, era un miembro nada disciplinado con las órdenes dictadas desde Moscú. De lo contrario, ¿cómo explicar que el gobierno cubano desoyera las sistemáticas llamadas de los soviéticos a retirar su colaboración a Angola y otros países africanos en su lucha contra el colonialismo y neocolonialismo europeo?, ¿podría afirmarse que el gobierno revolucionario cubano liderado por Fidel Castro actuaba bajo presión sucumbiendo a estas? Solo les recuerdo las palabras del líder de la Revolución en la clausura del 1er Congreso del PCC, señalando la presencia cubana en África como un deber moral y de restauración histórica con esos pueblos indisolublemente unidos a nuestra identidad nacional.
Se les debe rememorar a los superpragmáticos que aducen las manidas ideas que Cuba defendió y defiende causas románticas por inviables, que de ellas salió esta Revolución –no exenta de dificultades, problemas y desaciertos-, que cuenta todavía con la suerte de tener a sus fundadores organizando la transición a una sociedad mejor, ¿cuántos de estos procesos en el mundo han tenido esa dicha?, es más, el pueblo tiene confianza ilimitada en sus líderes históricos, Fidel Castro con sus 86 años sigue siendo la figura más representativa entre las jóvenes generaciones, Raúl Castro se granjea de enormes simpatías entre los que incluso, han nacido en la etapa –según muchos analistas- más complicada de la historia revolucionaria, me refiero al denominado período especial(entre 1991 hasta los momentos actuales). La situación de mayor preocupación es cuando ya no estén ellos y seamos todos los que nos encarguemos de continuar construyendo este país.
El bloqueo no es mera retórica de los dirigentes políticos, instituciones educacionales y medios de comunicación cubanos, es una realidad insoslayable para cualquier análisis sobre el comportamiento del gobierno y Partido Comunista de Cuba. El daño económico según cifras estudiadas por expertos nacionales y extranjeros: considerando la depreciación del dólar frente al valor del oro en el mercado internacional, asciende a un billón 66 mil millones (1,066, 000, 000,000) de dólares. A precios corrientes, asciende a una cifra que supera los 108 mil millones (108, 000, 000,000) de dólares en un cálculo sumamente conservador. [1]
Más recientemente el señor Adam Szubin, Director de la Oficina de Control de Activos Extranjeros del Departamento del Tesoro del gobierno de los Estados Unidos, en junio de 2012 declaraba lo siguiente: “Nuestras sanciones legales reflejan nuestros principales intereses en seguridad nacional e intereses en política exterior, y la OFAC las persigue exhaustivamente. Este anuncio histórico debería servir como una clara advertencia a cualquiera que planee aprovecharse de evadir las prohibiciones de EEUU”…[2]
Las cifras suelen ser vistas como parte de un discurso que no llega a la gente a fuerza de repetirse o emplearlas fríamente. Teniendo en cuenta la anterior afirmación para traducir estas cifras habría que acudir a un hospital y verles las caras a las víctimas de una política hostil declarada por los representantes de un enemigo que no desmaya en su empeño original. ¿Se podrá justificar que un niño u otro ser humano malviva o incluso pueda morir por un medicamento en falta o un dispositivo que se le niegue a Cuba por las leyes del bloqueo?, ¿podrá alguien dormir tranquilo mientras eso ocurre todos los días en este país? En otra arista del asunto igualmente interrogo ¿puede alguien escudarse en estas cosas para no cumplir con su deber? Ambas actitudes son reprochables y deben ser combatidas sin tregua.
En cada reparto o barrio de este país hay al menos una víctima, de la política de terrorismo de estado de los EE.UU. contra Cuba, esas suman más de 5 mil en poco más de medio siglo. Difícilmente escapen 4 familias en un barrio cubano donde no haya una historia de migraciones y frustraciones producto de ese criminal engendro.
¿Hasta cuándo habrá ilusos que piensan que al gobierno cubano le es más conveniente el bloqueo que a los propios perpetradores de esta inmoral medida? O aquellos que sostienen que esa política ha permitido no morirse de hambre al pueblo cubano, subrayando que la necesidad es la madre de la inventiva.
Los autores Jaime Lopera Gutiérrez y Marta Inés Bernal Trujillo con su texto ´´La Culpa es de la Vaca´´, señalan varias situaciones que apuntan al desarrollo a raíz de la necesidad, pero en el caso del bloqueo contra Cuba que estamos tratando en este escrito, ni siquiera con inventos se resuelven muchos episodios, porque son de tener la mercancía, el producto, la medicina o el alimento en el momento concreto en que hace falta y es sistemáticamente negado.
Soy de los que consideran que no hay en la vida cotidiana solo colores en blanco y negro, el universo cromático ha sido y es tan variopinto como células conforman nuestros cuerpos. Además creo que tenemos que aprovechar más y mejor los espacios que disponemos como ciudadanos o miembros de una organización para expresar nuestras opiniones, amén de que sean incómodas para quienes dirijan los procesos; pero comparto la visión que no se puede ser ni ingenuos ni creer que se obra con mala fe cuando se habla del bloqueo, del imperialismo y su política hostil contra el pueblo cubano, lo malo son los extremos, nos recordaba el trovador Tony Ávila en una de sus creaciones que viene muy bien al caso.
La historia, aquel profeta con la mira vuelta hacia atrás, sabiamente definida así por Eduardo Galeano, se ocupará de poner cada cosa en su sitio, mientras tanto tenemos el deber de construir la nuestra, defendiendo los principios de justicia y dignidad, sin pecar por exceso o defecto en su búsqueda o defensa, por lo pronto hago lo que creo es más justo y, no me disculpo por la ira vertida en estas líneas. (Publicado en CubaxDentro)

 

 

Materiali raccomendati:

Lester D. Mallory, « Memorandum From the Deputy Assistant Secretary of State for Inter-American Affairs (Mallory) to the Assistant Secretary of State for Inter-American Affairs (Rubottom) », 6 de abril de 1960, Department of State, Central Files, 737.00/4-660, Secret, Drafted by Mallory, in Foreign Relations of the United States (FRUS), 1958-1960, Volume VI, Cuba: (Washington: United States Government Printing Office, 1991), p. 885.

Along the Malecon , « Exclusive: Q & A with USAID », 25 de octubre de 2010.

http://alongthemalecon.blogspot.com/2010/10/exclusive-q-with-usaid.html (sitio consultado el 26 de octubre de 2010)

http://www.cubavsbloqueo.cu/informebloqueo2012/index.html

http://www.cubaminrex.cu/

http://www.cubadebate.cu/especiales/2012/11/13/canciller-cubano-en-onu-el-presidente-obama-tiene-la-oportunidad-de-iniciar-una-nueva-politica-hacia-cuba/

http://www.cubadebate.cu/noticias/2010/12/23/wikileaks-la-diplomacia-estadounidense-y-la-disidencia-cubana-audios/

 

[1] Informe de Cuba a 66/6 Resolución de la Asamblea General de las Naciones Unidas. 'Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por los estados Unidos de América contra Cuba'.

[2] Si riferisce alla multa di 619  milioni di dollari alla banca olandese ING per realizzare transazioni finanziarie con Cuba e altri paesi, la più alta della storia che ha imposto il governo USA ad una banca straniera per mantenere relazioni commerciali con Cuba.