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In quel giorno furono lotta |
9 aprile 2013 - Frammenti dal libro “Semillas de fuego”, Editorial de Ciencias Sociales, L’Avana, 1989.Faustino Pérez Comandante dell’ Esercito Ribelle, ora deceduto www.granma.cu
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(... ) QUEL giorno furono lotta e morte in tutto il paese. È praticamente impossibile non solo enumerare ma anche tentare di conoscere la quantità e la diversità di azioni di ogni tipo e importanza, con gli scioperi e i tentativi di sciopero, i sabotaggi e i combattimenti che senza raggiungere gli obiettivi proposti di far cadere la tirannia, mostrarono ancora una volta l’irriducibile decisione di lotta e sacrificio del nostro popolo rivoluzionario e la su volontà di vittoria.
Senza contare le numerose azioni dei fronti guerriglieri in appoggio allo sciopero, che inclusero l’intrepida presenza di Camilo Cienfuegos nelle pianure del fiume Cauto, potremmo citare tra i fatti più significativi attraverso il paese:
• L’assalto alle emittenti radiofoniche nazionali e la trasmissione nei loro canali del richiamo allo sciopero generale rivoluzionario, l’assalto all’armeria de L’Avana Vecchia, la distruzione dei registri dell’elettricità, i blocchi e i sabotaggi ai terminali dei trasporti, l’incendio dei distributori di benzina e dei veicoli, l’interruzione del transito all’entrata e all’uscita della capitale; i sabotaggi e le azioni, gli scioperi a Guanabacoa, nel Cotorro, a Madruga; l’assalto all’ emittente di Matanzas guidato da Enrique Hart, il deragliamento dei treni a Jovellanos, l’attacco alla caserma di Quemado de Güines e l’interruzione della Carretera Central a Manacas, le azioni del Condado a Santa Clara, la paralisi e la conquista assoluta di Sagua la Grande, l’assalto e il sabotaggio alla centrale elettrica di Vicente, en Ciego de Ávila, azioni diverse e Camagüey, e la paralisi praticamente completa di tutto l’Oriente per l’azione combinata delle forze guerrigliere e della clandestinità, includendo l’attacco alla caserma di Boniato da parte delle milizie di Santiago de Cuba, guidate da René Ramos Latour, Daniel, sostituto di Frank come Capo Nazionale d’Azione nella Sierra Maestra durante l’ultimo combattimento del Movimento, che morì eroicamente combattendo contro l’offensiva della tirannia.
Una conseguenza immediata dei fatti del 9 aprile fu la formazione di nuove colonne guerrigliere, come la Pepito Tey che, dopo il combattimento vittorioso di Ramón de las Yaguas, s’incorporò, sotto il comando del compagno Belarmino Castilla, nel II Fronte Frank País, e quella diretta da Víctor Bordón che passò ad operare nelle montagne dell’ Escambray.
Ugualmente, decine di gruppi precariamente armati restarono sollevati e molti si unirono ai distinti fronti guerriglieri.
Dobbiamo anche registrare, nonostante il suo successivo infortunio, l’arrivo di una spedizione alle coste di Pinar del Río, formata tra gli altri da Jesús Suárez Gayol, che morì combattendo assieme al Che nelle selve della Bolivia.
L’emozione prodotta in tutta l’Isola dai fatti del 9 aprile fu intensificata dalla brutale repressione scatenata dal regime, che lasciò il saldo doloroso di più di cento combattenti morti, tra i quali Marcelo Salado, dirigente d’azione nella capitale in quel momento e uno dei più coraggiosi e promettenti quadri del Movimento 26 di Luglio. La frustrazione di quell’obiettivo situò il movimenti rivoluzionario in uno dei suoi momenti più difficili di tutto il processo.
Perchè con quel clima d’insorgenza rivoluzionaria, con quelle condizioni politiche e organizzative e con il precedente della sciopero spontaneo per la morte di Frank País, non si riuscì a far sì che lo sciopero riuscisse totalmente?
Evidentemente furono vari e diversi i fattori del fallimento, e non è facile determinate il peso relativo di ognuno di quei costosi rovesci.
Personalmente credo che tra gli errori d’apprezzamento e conduzione commessi, al compito più immediato di dirigere e scatenare quei fatti, corrispondeva una maggiore responsabilità.
I grandi rovesci esprimono forse meglio delle vittorie la grandezza della battaglia.
Più grandi i fallimenti, maggiori le volontà di trasformarli in vittorie.
Nel cammino ascendente del popolo cubano un fallimento non è stato mai definitivo, non ha mai portato alla paralisi, non ha mai significato l’abbandono della lotta. Le nebbie del fallimento non hanno mai spento la certezza di vittoria dei rivoluzionari (... )
La dura sconfitta del 9 aprile non fu un’eccezione di queste regole delle nostre lotte centenarie, ma s’iscrive nei momento critici che, con lo spirito di lotta del nostro popolo, l’eroismo dei combattenti e la sicura guida del Comandante in Capo trasformarono ancora una volta la sconfitta in una vittoria.
Cerimonia nazionale a Sagua la Grande
per lo Sciopero del 9 Aprile
Gli abitanti di Sagua la Grande sono i protagonisti della cerimonia nazionale per il 55º anniversario dello Sciopero del 9 Aprile del 1958.
Questa cerimonia sarà il momento culminate dell’omaggio che in questi giorni si rende a quei valorosi combattenti che scrissero qui una pagina di eroismo indimenticabile.
Il leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, a proposito di quei fatti disse che era realmente straordinario che un così ridotto gruppo di uomini, appoggiati dal popolo, fosse riuscito a mantenere sotto controllo per 24 ore una città grande e importante come Sagua la Grande.
Furono quindici i morti in quella giornata, nella quale occuparono la fonderia della località, la segheria e la stazione ferroviaria, sino a dominare la città.
Lo sciopero fallì e i giovani dovettero ritirarsi verso Monte Lucas, dove furono bombardati dall’aviazione batistiana e inseguiti dai suoi sbirri, che scatenarono una feroce repressione.
La cerimonia nazionale si effettuerà di fronte alla Stazione Ferroviaria, e al termine i pionieri prenderanno simbolicamente gli scenari in cui avvennero i combattimenti in quel giorno storico.
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